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Il poker di Milano è un manifesto culturale: quando il lavoro spazza via i pregiudizi…

Il successo di San Siro non è frutto delle prodezze delle individualità ma del lavoro del gruppo che ha sposato le idee di Sarri

Sono trascorse meno di ventiquattro ore dal fischio finale di Rizzoli in Milan-Napoli 0-4. Un successo che porta il Napoli di Sarri nella storia, dal 1926 mai gli azzurri avevano inflitto una goleada così netta a San Siro ad una delle due milanesi. Non è un successo frutto delle individualità, di episodi favorevoli come per esempio quelli che hanno spianato la strada alla Fiorentina nel 4-1 che ha spezzato le ali dell’Inter.

Il Napoli a Milano ha fatto tutto in maniera brillante: la fase difensiva, le ripartenze, il possesso palla e la finalizzazione perché la maggior parte delle occasioni prodotte sono state concretizzate. Il Milan è sceso in campo con un atteggiamento spavaldo, Mihajlovic puntava ad ottenere la superiorità numerica sulla mediana per schiacciare il Napoli e far male soprattutto tra le linee con il trequartista Bonaventura. Nel primo tempo i rossoneri ci sono anche riusciti, la gara è stata equilibrata, il Napoli ha sfruttato in maniera cinica un errore di Zapata in fase d’impostazione ma ha saputo soprattutto soffrire concedendo poco all’avversario nonostante il baricentro basso in alcuni frangenti. Il Milan è apparso sbilanciato, un centrocampo senza interditori ha prestato il campo alle ripartenze degli azzurri soprattutto dopo la rete del 2-0, quando inevitabilmente si sono aperte le praterie nella metà campo rossonera. Le giocate di Insigne e Higuain hanno fatto la differenza ma il trionfo del “Meazza” è frutto del lavoro, non delle giocate dei singoli.

Il poker di Milano è un manifesto culturale, Maurizio Sarri è stato accolto a Napoli con legittimo scetticismo a causa del suo curriculum non abituato alle grandi piazze.

I dubbi iniziali erano comprensibili ma il processo di venti giorni fa era la classica espressione di una piazza senza equilibrio, afflitta da una presunzione isterica e immotivata. Il termometro dei sentimenti è così variabile che ora si passa dalla lotta salvezza ai sogni scudetto con Sarri che passa dal ruolo di capro espiatorio a quello di maestro di calcio.

Il 4-0 di San Siro consacra anche le vittorie precedenti, la striscia positiva di otto partite senza sconfitte perché il Milan è stato annichilito con la proposta di calcio che predica Sarri. Sulla scia dell’entusiasmo nella ripresa il Napoli ha espresso un gioco armonioso fatto di cura dei dettagli, intensità, movimenti senza palla, interscambi, l’unico aspetto in cui si può ancora migliorare è la cattiveria nell’attacco alla porta avversaria, aspetto che porterebbe il Napoli a segnare più reti dai cross dal fondo. Tutto ad uno, massimo due tocchi, un moto perpetuo che produceva una sinfonia incisiva, costante che mandava in visibilio la torcida napoletana a Milano. E’ l’attenzione al particolare che fa la differenza, il lavoro paga sempre, bisogna solo saper aspettare. Nella ripresa era evidente l’applicazione dei concetti trasmessi a Dimaro, nelle sedute in cui è stato dedicato tantissimo tempo alla linea difensiva. Il gruppo ha sposato la fatica, ha scelto di inseguire le idee di Sarri anche nei momenti più difficili e ciò è dovuto all’empatia creatasi tra l’allenatore e la squadra con un intermediario fondamentale: Pepe Reina, il “lider maximo” di questo gruppo. Basta riflettere sulla prestazione di Faouzi Ghoulam e Kalidou Koulibaly per capire che i risultati del lavoro di Sarri stanno andando oltre le più rosee aspettative. Parliamo di due giocatori messi sul mercato, il Napoli era disposto a cederli in caso di offerta soddisfacente per inseguire Vrsajiko e Maksimovic.

Le trattative con il Bayer Leverkusen e il Norwich City per Koulibaly e con l’Inter e il Paris Saint Germain per Ghoulam erano concrete, le proposte economiche non hanno soddisfatto il Napoli che, però, non ha mai respinto con decisione l’idea di cedere entrambi. Ghoulam ha vinto quattro duelli aerei, non ha mai concesso il fondo agli esterni rossoneri, ha dimostrato grandi progressi nel lavoro difensivo tanto che quando Koulibaly attaccava Cerci l’algerino scalava sul centro-sinistra dell’area di rigore. Bacca e Luiz Adriano sono i giocatori del Milan rimasti in campo per tutta la gara che hanno toccato meno palloni, rispettivamente trentadue e trentasette. Questo dato fotografa la splendida applicazione della fase difensiva da parte del Napoli. Ora bisogna continuare sulla strada intrapresa, tenere il livello della concentrazione altissimo nonostante la sosta mentre la società deve già muoversi per il mercato di gennaio. Questo gruppo sui tre fronti ha alla lunga può far fatica, servono come il pane alternative ad Allan e Koulibaly: un centrocampista completo e un difensore di passo rapido. Le statistiche dell’ex Udinese riguardo alla gara di ieri sono impressionanti, non tanto nella fase d’interdizione ma in quella di costruzione. Riguardo alla precisione dei passaggi, ha raggiunto una percentuale del 94,7%, la più alta tra i calciatori che hanno disputato l’intera partita. Il brasiliano ha superato anche Jorginho che ha toccato ventidue palloni in più (94 contro i 72 di Allan) ma si è fermato ad una percentuale dell’89,5%. “Ora che potresti lavorare, vanno via dieci-dodici giocatori con le Nazionali, sto cercando d’abituarmi”, parlava così ieri Sarri in conferenza stampa. Mister, l’adattamento alle vertigini della piazza importante sta procedendo alla grande, non bisogna più fermarsi.

A cura di Ciro Troise

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