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Ciro e Pasquale, due bambini “divisi” solo dalla fede calcistica: allo Stadium non possono esserci entrambi

Pasquale è juventino, Ciro è napoletano e allo Stadium non potrà esserci: la storia dell'amicizia tra due bambini più forte dei divieti del mondo del pallone

Ciro e Pasquale sono amici per la pelle. Hanno 10 anni a testa e sono compagni di banco dall’asilo. Si aiutano durante la settimana quando ci sono i compiti a casa; si scambiano le figurine; si mandano centinaia di note audio su whatsapp e non si innamorerebbero mai della compagna di classe che piace all’altro. Sono come fratelli e si giurano amicizia per la vita. Eppure questa per loro non sarà una settimana come le altre. Ciro è tifoso del Napoli fin dall’utero di sua mamma: va allo stadio ogni settimana con il papà ed in camera, al posto dei santini ha un poster 50×50 di Marek Hamsik. Quest’anno suo padre gli ha promesso che se il Napoli dovesse vincere “quella cosa là” – come dice lui – a giugno gli fa fare la cresta per un paio di settimane. Pasquale, invece, è tifoso della Juventus perché una volta, da bambino uno zio torinese lo portò allo stadio a vedere Del Piero approfittando del fatto che i suoi genitori di calcio non sono mai stati appassionati. Per Ciro Alex è diventato una sorta di divinità, lo venera al punto tale da continuare ad attaccare una sua figurina sull’album dei calciatori anche ora che ha smesso di giocare da anni. Adesso, però, il fatto si fa serio anche perché tramite lo zio juventino Pasquale è riuscito a procurarsi un biglietto per Juventus-Napoli. La prima cosa che ha detto a suo zio, quando questi gli ha comunicato dell’acquisto del biglietto è stata “Ne procuri uno anche a Ciro? Mi farebbe piacere vedere la partita con lui”.“Ma stai scherzando? Quel Ciro è napoletano, non può venire allo Stadium!”. Vallo a spiegare ad un bambino di 10 anni che lui può vedere la partita e il suo amichetto che abita 200 metri da casa sua no perché è tifoso dell’altra squadra. “Ma come – risposto Pasquale – al San Paolo siamo andati insieme e quando il Napoli ha vinto lui mi ha preso un po’ in giro ma alla fine era anche un po’ dispiaciuto per me”. Niente, Ciro allo Juventus Stadium non ci può andare, e Pasquale non ha neanche il coraggio di dirgli che lui ci sarà. Intanto la settimana passa, sui giornali non si fa altro che parlare della partita di sabato sera e a due giorni dalla fatidica data il papà di Ciro chiede a Pasquale se gli va di andare a casa loro per vederla tutti insieme. “Ti do anche il permesso di venire qui con la maglia di Del Piero, si quella che tuo zio ti ha fatto avere dopo il gol che fece al Real Madrid”, tanto lo sai che per noi sarà comunque una festa. Pasquale non sa che fare e non sa che dire, risponde sottovoce “Ok, vi faccio sapere”, e torna a casa. Ci mette un’oretta prima di alzare il telefono per dare quella notizia che lo fa stare tanto male, ma alla fine decide che è venuto il momento di farlo. “Pronto, sono Pasquale. Zio, ti volevo dire che io sabato alla partita non ci vengo. Resto a Napoli e la vado a vedere a casa di Ciro, con la sua famiglia. Grazie lo stesso per l’invito, magari con te i vedremo la finale di Champions a Milano”. Pasquale adesso è felice, sa di aver fatto la cosa giusta…d’altra parte ha 10 anni: non sa cosa voglia dire “Lavali col fuoco” e neppure cosa sia la discriminazione territoriale. Allo stesso tempo conosce tutte le medie gol di Dybala, Morata, Higuain e Insigne, sa a memoria tutte le formazioni schierate da Allegri da inizio stagione e conosce anche che tipo di scarpette usano Bonucci e Marchisio. Gli basta quello per tifare Juve, certo Ciro si chiede spesso come mai quel giorno a Torino non avesse preferito andare a fare una passeggiata al parco invece di andare a vedere la Juventus, ma detto questo è il suo migliore amico lo stesso.

Bruno Majorano

 

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