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Sèbastien Pocognoli del West Bromwich: l’identikit dell’amico di Dries Mertens lanciato da Van Gaal

Esperienza europea, senso di posizione e propensione all’attacco: il terzino sinistro classe 87’ può rivelarsi utile alla causa del Napoli

I prossimi mesi per il Napoli si riveleranno cruciali in termini di gestione della rosa da parte di mister Rafa Benitez. Le continue preoccupazioni per lo stato fisico di Camilo Zuniga e l’assenza di Faouzi Ghoulam nel mese di gennaio per la Coppa d’Africa indurranno il tecnico spagnolo e lo staff dirigenziale azzurro a porre rimedio con un acquisto mirato per rafforzare le corsie esterne nell’oramai prossima finestra di calciomercato invernale. I dubbi per il club partenopeo oscillano tra la scelta di un rinforzo pronto e con esperienza, capace di soddisfare fin da subito le richieste di Rafa Benitez, o in alternativa guardando al futuro optando per un terzino di prospettiva, visti i probabili mancati rinnovi di Maggio e Mesto. Tra i vari nomi accostati al club di De Laurentiis, focalizziamo quest’oggi la nostra attenzione su Sèbastien Pocognoli del West Bromwich.

Sébastien Pocognoli è un difensore belga di piede mancino nato a Liegi il primo agosto 1987 che milita attualmente nel West Bromwich Albion in Premier League. Di palesi origini italiane (a causa dei suoi nonni italiani emigrati in Belgio negli anni sessanta) Pocognoli viene allevato fin dalla giovane età nel settore giovanile dello Standard Liegi, primo club a scommettere sulle qualità del giocatore. All’età di 15 anni approda all’KRC Genk e, dopo solo due anni nella selezione giovanile, debutta il 9 aprile 2004 (all’età di 16 anni) in prima squadra durante il match contro l’AA Gent, subentrando nella ripresa. In poco meno di tre anni riesce a diventare uno dei talenti più promettenti del panorama calcistico belga, riuscendo nella sua ultima stagione (2006/07) a disputare tutta la stagione da titolare nonostante i 19 anni d’età. E’ nel giugno di quell’anno che sboccia l’amicizia con il napoletano Dries Mertens, compagno di squadra di quell’Under 21 zeppa di tanti talenti in rampa di lancio come Vertonghen, Fellaini, Mirallas o Witsel che nel 2007 fu ad un passo dalla finale dell’Europeo contro l’Olanda in virtù della sconfitta in semifinale contro la Serbia di Kolarov.

A SCUOLA DA VAN GAAL – La sua quotazione di mercato cresce esponenzialmente; tuttavia il club a nutrire più interesse per Pocognoli si rileva l’Az Alkmaar. I circa 2,5 milioni di euro sborsati dalla squadra della città nel nord dei Paesi Bassi convincono Pocognoli a firmare un contratto quinquennale. Al timone del club biancorosso siede per il terzo anno consecutivo Louis Van Gaal: l’olandese ha l’obiettivo di puntare alla vittoria dell’Eredivisie attraverso una politica di mercato efficace con acquisti mirati come Graziano Pellè, Sergio Romero, Mounir El Hamdaoui, il brasiliano Ari e Medunjanin. Il “vate olandese” lavora molto sulla crescita tecnico-tattica dell’esterno belga, dedicandogli molto tempo durante gli allenamenti per migliorarne i tempi di inserimento e l’atteggiamento difensivo. Pocognoli trae beneficio dalla “cura” Van Gaal, collezionando nella sua prima stagione in Olanda 28 presenze con due reti messe a segno in campionato, ed assaporando tra l’altro anche il debutto nell’allora denominata “Coppa Uefa” con 5 presenze all’attivo ed un gol decisivo siglato ai preliminari contro i portoghesi del Paços Ferreira.  Ma il suo trend positivo di prestazioni va in antitesi con quello globale della sua squadra. In virtù dell’undicesimo posto raggiunto a fine stagione Van Gaal ha l’intenzione di gettare la spugna dichiarando le dimissioni da allenatore, ma quest’ultimo dovrà fare i conti con la stoica volontà dei componenti della squadra che lo convincono incredibilmente a restare per un altro anno, sancendo un patto che scriverà la storia futura di questo club. Ebbene, come una pagina tratta da “Libro Cuore”, l’Az riuscirà a togliersi le sue soddisfazioni vincendo il primo titolo della sua storia l’annata seguente (2008/09) in seguito ad una cavalcata vincente che scompagina il predominio di Ajax, Psv e Feyenoord degli ultimi anni. Da sempre il leitmotiv del vate olandese per spronare i propri ragazzi è stato quello di utilizzare spesso la parola “uitstraling” che significa avere fiducia in se stessi. Come ha più volte dichiarato durante le interviste, Pocognoli deve molto a quest’ultimo per la sua formazione professionale, capace di renderlo più disciplinato tatticamente e  ordinato nei movimenti difensivi. Durante questa stagione (corollata dalle 25 presenze con i Cheese Farmers con due gol messi a segno contro Twente e De Graafschap) arriva per lui la chiamata del ct della Nazionale maggiore René Vandereycken per le gare di qualificazione ai Mondiali 2010 contro Bosnia ed Armenia. Al termine di una stagione trionfale Van Gaal lascia il timone dell’Az, al suo posto arriva Ronald “Rambo” Koeman. La vittoria della Supercoppa di settembre (rifilando un sontuoso 5-1 all’Heerenveen di Daryl Janmaat) è solo un’illusione per i tifosi, poichè col passar dei mesi il nuovo allenatore non riesce a dare la sua impronta alla squadra. Difatti l’AZ colleziona una serie di risultati altalenanti e nel dicembre del 2009 al suo posto subentra Dick Advocaat.

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STANDARD LIEGI: CASA DOLCE CASA – Sebbene disputi le sue prime cinque partite in Champions League, Pocognoli fino a quel momento trova poco spazio in Eredivisie (titolare in sole 9 partite, scalzato più volte dal norvegese di colore Simon Poulsen), riuscendo a disputare solo due partite sotto la guida del suo nuovo allenatore, timbrando tra l’altro il cartellino nel 3-0 casalingo contro il Den Haag. Con una stagione iniziata non secondo le sue aspettative e con la nostalgia di casa sempre corrente, il terzino belga decide nella finestra del mercato invernale di ritornare allo Standard Liegi, sottoscrivendo un contratto quadriennale. Nella sua prima gara dinanzi al pubblico della sua terra natia (caduto per caso nel giorno di San Valentino) Pocognoli decide di ricambiare l’affettuosità ricevuta siglando la rete decisiva contro il Westerlo a due minuti dal termine.  Dà continuità al suo processo di crescita, militando dal 2010 al 2013 nella Pro League belga, malgrado non riesca mai a vincerla. Tuttavia arriva per lui e i suoi compagni (fra cui Witsel e Mangala) la magra consolazione della vittoria della Coppa di Belgio nel settembre 2012.

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UNA CHIAMATA DALLA GERMANIA – Ma il destino vuole che l’avventura con lo Standard Liegi si interrompa nuovamente: dopo quattro stagioni con la maglia dei les Rouches non riesce ad entrare nelle grazie dell’ultimo allenatore Ron Jans, il quale lo manda per circa due mesi in tribuna. Pocognoli approfitta quindi ancora della finestra invernale di mercato del 2013 per approdare in Bundesliga vestendo la maglia dell’Hannover. Nella squadra della Bassa Sassonia disputa un convincente primo anno, ma in quello successivo (2013/14) viene condizionato da un finale di stagione travagliato da panchine ed infortuni. A fine marzo si procura un problema all’inguine che lo ferma ai box per più di un mese e mezzo, ritornando ad allenarsi col gruppo solo per le ultime tre gare della stagione. In virtù delle sue ancora incerte condizioni fisiche, il ct della Nazionale belga Marc Wilmots decide di privarlo della gioia di partecipare al Mondiale brasiliano, schierandolo nella lista riserve insieme al romanista Nainggolan. Una delusione amara per il giocatore, che fino a quel momento era entrato in pianta stabile nel giro della nazionale dei Diavoli Rossi.

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I BAGGIES PER VOLTARE PAGINA – Per smaltire la cocente frustrazione Pocognoli è voglioso di trovare nuovi stimoli in una nuova esperienza europea: difatti gli si aprono le porte della Premier League grazie all’offerta del West Bromwich Albion (2014/15). Il club biancoblu lo inserisce nel proprio appagante progetto tecnico, caratterizzato da acquisti mirati per rinforzare la squadra del nuovo allenatore Alan Irvine dopo la disastrosa stagione passata della gestione Pepe Mel (con la salvezza arrivata solo all’ultima giornata di campionato). Dopo il suo acquisto, arrivano in squadra giocatori come Samaras, Davidson, Varela e Gamboa, Wisdom e Ideye oltre quello di Lescott, i quali permettono ai Baggies di ambire ad una tranquilla la salvezza, se non qualcosa in più. Come avrà modo di dichiarare anche in un’intervista, Pocognoli è dell’idea che il calcio inglese sia per ritmo ed intensità di gioco quello più adatto alla crescita dei calciatori della sua Nazione (vedi Fellaini e Januzaj), capace di fargli ritrovare evidentemente quella continuità che fino ad ora era mancata in Bundesliga. Agli ordini di mister Alan Irvine, saggio allenatore capace di trasmettere la calma necessaria ai suoi giocatori anche nei momenti più difficili, Pocognoli ha collezionato fino ad ora 10 presenze in campionato, venendo impiegato nel suo solito ruolo di esterno mancino basso della difesa a quattro del club inglese. Il destino vuole che il 20 ottobre scorso sulla sua strada incroci il suo vecchio mister Van Gaal alla guida del Manchester United, a cui rinnova puntualmente gli apprezzamenti e la stima. Con il sistema di gioco dei Baggies, Pocognoli affina le sue qualità di terzino sinistro, migliorando sempre più i movimenti difensivi insieme ai compagni di reparto Lescott, Dawson e Wisdon. Terzino abile sia in fase di copertura che in quella di spinta, fa della capacità di corsa e il senso tattico sono le sue armi migliori. Mancino naturale, Pocognoli è dotato di un’equilibrata forza fisica oltre che ad una spiccata intelligenza tattica nei ripiegamenti difensivi.  E’ legato al West Bromwich fino al 2017. Il suo sogno, come dichiarato ai media, era quello di giocare in Inghilterra per sfidare squadre come Manchester United o Liverpool; chissà se il suo prossimo desiderio sarà quello di mettersi in gioco nella Serie A italiana, magari nella squadra del suo amico Dries Mertens.

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(Pocognoli in rete al minuto 7:05 del video sottostante)


 

A cura di Gilberto D’Alessio

 

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