Berlusconi prossimo a cedere il Milan ai cinesi potrebbe essere l’ultimo presidente, per ora, a favorire l’ingresso di cordate straniere nel nostro calcio. Dopo gli arrivi di Pallotta alla Roma, Thohir all’Inter, Saputo al Bologna e il conseguenziale dirottamento di Tacopina al Venezia, le scorse settimane è stata certificata la cessione del Bari al magnate malese Noordin. L’apprfofondimento del Corriere dello Sport interessa anche club minori come la proprietà cinese di Xiadong Zu a Pavia oppure quella del costruttore anglo-brasiliano, Anthony Armstrong Emery, al Monza. E sebbene non tutti garantiscano limpide gestioni dei club, alla stregua di alcuni colleghi italiani affacciatisi recentemente nel nostro campionato, appaiono come ultime speranze per investimenti mirati e duraturi. Il fenomeno, prosegue il Corriere dello Sport, non interessa solo l’Italia; basti pensare che 12 club in Inghilterra non sono di proprietà inglese, in Spagna sono 3 le proprietà straniere ed in Francia 4, col PSG che però gioca un campionato a parte. Unico “neo” la Germania, che in assemblea di Lega ha deciso di mantenere la norma «50+1», ossia una regola che impedisce l’acquisizione della maggioranza di un club da parte di potenziali investitori stranieri.
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