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“Uno su mille ce la fa”-Ferrara(Real Nocera): “Nonostante tutto, che brividi giocare a calcio”

Il difensore classe '92 del Real Nocera si racconta ad Iamnaples.it

Per essere in linea con i problemi più recenti e discussi degli ultimi giorni, abbiamo deciso di affrontare una tematica scottante nella nostra rubrica “Uno su mille ce la fa”. Raccontando la storia di Nunzio Ferrara, difensore classe ’92 del Real Nocera, squadra che milita nel campionato di serie D, gli abbiamo chiesto cosa pensa del calcio di oggi, soprattutto dopo gli ultimi scandali sul “calcioscommesse”, emersi nelle settimane appena trascorse. Ecco quanto affiora dall’intervista al giovane calciatore.

A quanti anni hai iniziato a giocare a calcio e quali sono state le tue esperienze fino ad oggi?

Ho iniziato a 8 anni nella scuola calcio “Luigi Vitale” di Casoria. Dopo 5 anni ho iniziato a giocare nel settore giovanile della Cavese, che in quell’anno disputava il campionato di C1. L’anno successivo sono stato con la Casertana, poi con gli Allievi Nazionali dell’Avellino, e dopo un anno sono ritornato a Caserta, prima con la Juniores Nazionale e poi con la Prima Squadra. Ora gioco con il Real Nocera da 2 anni.

Sei soddisfatto del tuo percorso oppure hai qualche rimpianto per un’occasione passata che non hai saputo sfruttare o che non è andata come volevi non per colpa tua?

Più che un rimpianto ho un grande rammarico che riguarda l’anno in cui sono stato a Caserta: sono stato veramente bene lì, mi trovavo a mio agio e me ne sono dovuto andare non perché non fossi all’altezza della situazione ma a causa dei cambiamenti interni alla società. Ho avuto la stessa sfortuna quando ho giocato con la Cavese; invece nell’anno dell’Avellino la società è fallita e ho dovuto trovare un’altra squadra.

C’è qualcosa che non tolleri nel sistema calcistico italiano in generale o che riguarda nello specifico la tua categoria?

Il calcio è diventato un business e chi porta sponsor o denaro gioca, mente il ragazzo che si impegna e dà il massimo è costretto a fare la panchina. Credo che sia vergognoso, perché in questo modo chi merita è costretto a subire delle situazioni che non dipendono da lui.

Alla luce dei recenti scandali riguardo il calcioscommesse, cosa pensi si possa fare per risanare questo strappo che si è creato tra il calcio “pulito”, fatto di passione e sacrifici, e quello dei sotterfugi e delle telefonate in codice, che sembra stia avendo la meglio dai dati e dalle notizie diffuse ultimamente?

Purtroppo è una realtà a cui bisogna far fronte senza nascondersi dietro a un dito; a pagare di più in questa situazione sono coloro che amano il calcio, perché è da sempre una passione, e credo che i colpevoli debbano pagare, in modo che chi prova a sporcare ancora di più il calcio, sappia che va incontro a gravi conseguenze. Forse solo in questo modo si può risolvere la situazione, con maggiori controlli e punizioni più severe; è una condizione talmente radicata nel sistema calcistico che ci vorrebbe un intervento drastico e categorico per ottenere un cambiamento risolutivo.

Dopo tutti questi lati negativi, raccontami le cose belle del calcio. Come mai ti sei avvicinato a questo mondo? Cosa ti piaceva e ti piace ancora?

Da piccolo giocavo sempre con persone più grandi di me e un giorno mio padre, vedendomi giocare, decise di portarmi alla scuola calcio e da li è nato un amore profondo per il calcio. È sempre un brivido nuovo quando il mister decide di schierarmi in campo; in quel momento provo un’immensa felicità e ho una gran voglia di mostrare quello che sono in grado di fare. Adoro vedere quelle persone sugli spalti che ti incitano e ti spingono a fare di più. È un’emozione fortissima a cui non posso rinunciare.

Come ti trovi in questa squadra? Ti senti apprezzato come giocatore o pensi che le tue qualità debbano ancora emergere?

Non sento di essere molto apprezzato, soprattutto perché credo di non aver ancora mostrato al 100% le mie qualità. Ho tanta voglia di dimostrare di cosa sono capace e spero di avere più possibilità per mettermi in luce.

È appena iniziato un nuovo anno, quali sono i tuoi buoni propositi per il 2012?

I miei propositi riguardano sicuramente il calcio; vorrei dare soddisfazioni anche a mio padre che mi segue da sempre e mi ha aiutato tanto in questo cammino. Vorrei diventare un giocatore affermato e disputare campionati di serie A; so che è difficile ma è il mio più grande sogno e credo che sia il desiderio di tutti i ragazzi che si avvicinano al mondo del calcio.

La nostra rubrica si chiama “Uno su mille ce la fa”; sei ottimista riguardo questa stima? Credi di potercela fare?

Basta crederci e tutto si può realizzare; sembra una frase fatta ma ci credo con tutto me stesso. Se dovesse andare male potrò dire di averci provato con tutte le mie forze, senza nessun rimorso.

 

A cura di Marianna Acierno

 

 

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