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Zamparini: “Azzurri tra le big ma a Palermo non si passa”

Parla il presidente dei siciliani, prossimi avversari in campionato

Estate del 2002. Maurizio Zamparini ha deciso che la sua avventura a Venezia è finita. Ma non è finita la sua avventura nel mondo del calcio. Anzi. Il presidente rosanero non lascia, rilancia. E va all’assalto del Napoli. Sul tavolo dell’allora proprietario del club azzurro, Salvatore Naldi, arriva un’offerta di quasi 50 milioni.

«È vero, Napoli rispondeva alle mie esigenze: tifosi calorosi e un bacino d’utenza di quasi 4 milioni di persone. Ma l’imprenditore non volle saperne».

Si è pentito di non aver insistito?

«No, perché davvero le provai tutte per convincerlo. Di Napoli sono innamorato pazzo, una città che adoro: ma lui chiuse ogni margine di trattativa, non era una questione di soldi. Disse che non dava via il Napoli per nulla al mondo. Per fortuna poi Sensi decise di vendere il Palermo».

Una simpatia che però è rimasta?

«Quando De Laurentiis prese il Napoli sponsorizzai la squadra in serie C con un marchio del mio gruppo: in quei mesi inauguravo un mio centro commerciale ad Afragola e colsi al volo l’occasione».

Con il presidente azzurro c’è grande feeling?

«Ovvio. È uno dei pochi uomini veri che c’è in questo mondo: quando ci diamo una mano io e lui vale più di un contratto firmato. Non sa quanti presidente, invece, si rimangiano le parole date. De Laurentiis invece è sincero».

Però domenica lo vorrà battere?

«Tra di noi c’è un’usanza: io vinco a Palermo e lui al San Paolo. E sarà così anche domenica sera. Vuole anche il risultato finale? 1-0».

Conosce pure il nome del marcatore?

«Mi bastano i tre punti, fondamentali per noi. Poi va bene anche un autogol».

E così ottimista perché ha cambiato l’ennesimo allenatore?

«Certo, l’aria nuova che si respira mi rassicura. Mutti è proprio il tecnico che ci voleva per rilanciare il mio Palermo».

A chi lo scettro di regina del Sud?

«Tra noi e il Napoli c’è un dualismo sano, tra due società che si rispettano e che giustamente lottano per posizionarsi alle spalle delle due di Milano, della Juventus e della Roma. Ora il mio amico Aurelio è però più vicino alle grandi big d’Italia».

Azzurri o rosanero tra i primi tre della serie A?

«Mi basta arrivare tra il sesto e il decimo posto. Il Napoli se vuole rientrare in zona Champions deve sbrigarsi perché il ritardo accumulato è rilevante. Anche se i successi in Europa sono per il calcio del Sud un motivo d’orgoglio».

Due anni fa ha venduto Cavani al Napoli. Pentito?

«Diedi a De Laurentiis un giocatore forte, ritrovo tra quattro giorni un fenomeno. Ma sapevo quanto valeva l’uruguaiano. E poi fu lui a chiedermi di andare via».

Darebbe Balzaretti e Abel Hernandez al Napoli?

«Dipende da quanto Aurelio me li paga… Scherzo: non me li ha chiesti. Chissà, forse lo farà a giugno. Ma io non li vendo».

E lei dal Napoli chi prenderebbe?

«Dico Aronica. È un eccellente difensore, poco elegante ma concreto e possente».

Zamparini, ma Napoli e Palermo potranno un giorno vincere lo scudetto?

«Sono due società che cercano di abbattere faticosamente un divario che però esiste ed è soltanto economico. Perché può stare certo che se avessi il fatturato dell’Inter o della Juventus vincerei lo scudetto con il mio Palermo».

E quanto lontano siete?

«Il Napoli più o meno 120 milioni e io 160 milioni».

 

Fonte: Il Mattino

 

La Redazione

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