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Napoli Basketball e Pallacanestro Sant’Antimo, fusione per la LegaDue?

Prende corpo un’operazione che porterebbe alla fusione tra i due club, con la squadra impegnata al Palabarbuto

Il Napoli Basketball continua a lavorare febbrilmente ma senza lasciare trapelare nulla. Dietro l’operazione Legadue ora però c’è qualcosa che emerge e che cambia completamente lo scenario. È in atto un progetto per mettere assieme Napoli e Sant’Antimo, un matrimonio con la benedizione di Fip e Legadue che eliminerebbe in un sol colpo tutti i problemi di ricerca spasmodica dei fondi per il ripescaggio partenopeo. I due club starebbero parlando da giorni in gran segreto e l’accordo dovrebbe essere abbastanza vicino. Ma tutto va fatto molto rapidamente, al massimo tra lunedì o martedì, per passare il vaglio della Comtec. Insomma, decisive saranno le prossime 48 ore. Naturalmente si giocherebbe a Napoli, che è il vero obiettivo dell’operazione, con un rimpasto societario. E a beneficiare del ripescaggio sarebbero Forlì e Capo d’Orlando, visto che Torino ha rinunciato per evitare riconversioni da dilettantismo a professionismo e viceversa ad un anno dalla riforma dei campionati, tesi sulla quale anche Napoli stava riflettendo prima dell’apertura della trattativa con Sant’Antimo. Ipotesi davvero bella e suggestiva questa dell’accordo Napoli-Sant’Antimo, con una unione di forze importante che porterebbe in dote il ritorno del grande pubblico al Palargento, già quest’anno spesso oltre quota 1500 spettatori, e un sogno A1 che sarebbe sicuramente assai più vicino.
E il salto di categoria di Napoli è un’idea che piace tantissimo a Marco Bonamico (nella foto), l’ex marine del Napoli Basket, l’uomo che trascinò Napoli in A1 nell’86-’87, l’idolo del Palargento che oggi è il presidente della Legadue e che ovviamente non si sbottona sull’accordo tra i due club. «Inutile dire che da ex napoletano ma anche e soprattutto da presidente della Legadue, sarei felicissimo di un ritorno di Napoli nel basket di vertice – dice Bonamico -, la Legadue comunque dovrebbe essere solo un passaggio, perché ritengo che una città come Napoli debba avere la sua collocazione naturale in serie A. Quella che si sta presentando è una grandissima chance, un’occasione da non perdere. E in questo senso faccio il tifo per un’eventuale unione tra Sant’Antimo e Napoli, visto che sono a pochi chilometri di distanza. Mettere insieme le forze in un momento difficile come questo sarebbe un’idea davvero molto, molto interessante che creerebbe entusiasmo e farebbe da traino per tutto il movimento. Stesso discorso valeva per Piacenza, con tre club nel giro di 15 chilometri, l’ex Piacenza di Legadue, Casalpusterlengo di Dna e Bakery Cortemaggiore di Dnb, che andavano uniti per creare un’unica forza importante. Oggi queste strategie possono essere decisive per la vita dei club. È ovvio che tutto deve essere ben ponderato per evitare che sorgano problemi economici lungo la strada, la città di Napoli non può permettersi altri crack».
E la riforma dei campionati che riporterebbe poi tutti tra i dilettanti tra una stagione con l’allargamento della Legadue a 32 squadre? «Innanzitutto riguardo la riforma ci sarà ancora da discutere – conclude l’ex marine – anche se è stata approvata dal Consiglio federale. Il momento attuale dell’economia è drammatico e secondo me tutto andrebbe rivisto in quest’ottica, così come sta accadendo nel calcio».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

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