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L’Editorialista – Basket Napoli, i successi e gli anni bui, in attesa della definitiva consacrazione

 

“87 pari, ruba Greer… arresto… sulla sirena, sulla sirena: Lynn Greer! La più incredibile delle vittorie!!!” Commentava così il noto telecronista di Sky Sport, Flavio Tranquillo, in Carpisa Napoli – Climamio Bologna, una vittoria incredibile che resta viva nelle menti di ogni appassionato di pallacanestro. Era la Napoli dei successi che riempiva ilPalaBarbuto negli anni bui della Serie C della SSC Napoli, che conquistava laCoppa Italia in quel di Forlì, che sfiorava la finale ScudettoGreer, Stefansson, Morandais, Sesay e Cittadini con Rocca, Spinelli, Larranaga, Hunter e il capitano Morena pronti a garantire il loro apporto dalla panchina: ricordo ancora con tanto affetto quella compagine che fece sognare i napoletani. Come dimenticare, inoltre, gli anni passati: anni di ascesa, anni in cui Napoli cercava di farsi spazio intorno al tavolo delle “grandi”, gli anni di Donatae Jones, di Mike Penberthy, di Jerome Allen, di Oscar Torres, di Bennet Davison.

La S.S. Basket Napoli di Mario Maione raggiunse il picco più alto quella sera dell’11 Giugno quando a testa alta salutò al PalaBozza la stagione 2005/2006che la vide assoluta protagonista del campionato. Successivamente, la clamorosa sconfitta del 31 Gennaio del 2007 contro la Benetton Treviso inEurolega al PalaBarbuto, che impedì il passaggio del turno agli uomini di Bucchi, sancì solo l’inizio di un lento ma inesorabile incubo. Tanti alti e bassi in campionato ed una situazione societaria non eccezionale ridussero la compagine partenopea all’osso fino a quando quel giorno di metà settembre decretò la fine assoluta. “È arrivato il momento di mollare tutto e lasciare, a chi sarà più fortunato, questa mia creatura”, questo lo sfogo del presidenteMaione venuto a conoscenza dell’esclusione dalla Lega A del suo sodalizio.

Sembravano lontani, anche se piuttosto vicini, gli anni della Pompea, della Carpisa, dell’Eldo. I tifosi hanno dovuto sopportare tre anni d’inferno, in cui  non si riusciva a trovare il bandolo della matassa per riportare seriamente il basket a Napoli. Prima Papalia con la famosa farsa della NSB che andava sui più importanti campi della LegaA con l’Under 19 (inoltre il club aveva accumulato penalizzazioni da record per inadempienze varie); poi l’annata sfortunata di patron Cirillo con la NPN che solo un anno fa spariva a causa di un debito di 65.000 euro e di alcuni stipendi arretrati.

Ma poi ecco che arriva qualche mese orsono l’Iniziativa Popolare diSalvatore Calise, determinato, insieme ai suoi soci, nel riportare la pallacanestro a Napoli. Nonostante tutto, i tre fallimenti maturati in tre anni non bastarono ad affossare la passione per questo sport. Il conseguimento della Wild Card per la partecipazione alla DNA (di fatto il terzo campionato nazionale), infatti, ha riportato in estate una ventata di entusiasmo, accresciutasi con un inizio di stagione straordinario da parte del roster allestito da Bartocci e Ambrosino. Lenardon, Musso, Rizzitiello, Gatti e Iannilli: sono questi i nomi per le basi di qualcosa di importante. Il PalaBarbuto comincia a riempirsi e nella gara casalinga contro Ferentino spuntano anche alcuni bagarini, segno evidente della popolarità di questa nuova Napoli Basketball pronta a risalire la china e portare la palla a spicchi che conta nel capoluogo campano. “La Legadue non ci interessa. Siamo pronti a cogliere i varchi giusti più in alto. Vediamo se ce ne sarà l’opportunità”, affermò qualche giorno fa il presidente Calise in un’intervista rilasciata alla stampa

Tuttavia, Napoli può contare su un’altra realtà per la sua consacrazione definitiva: l’Igea Sant’Antimo, protagonista di un campionato non esaltante fino ad adesso in Legadue, ma che sembra in netta ripresa. Il presidenteCesaro si è dimostrato lungimirante accettando nell’estate scorsa il passaggio al secondo campionato nazionale. Bisogna, però, consolidarsi e acquisire una giusta esperienza, ma siamo convinti che i risultati non si faranno attendere. Inoltre, è da sottolineare anche il lavoro della Megaride Napoli dei giovani capace di insidiare squadre nettamente più blasonate in questo scorcio iniziale di stagione.

Insomma, finalmente, dopo tre lunghissimi anni, possiamo affermare che le basi ci sono. Aspettiamo di rinvigorirci sia a livello societario, sia sul piano tecnico. A noi, tifosi e addetti ai lavori, non ci resta che rimanere alla finestra e nel frattempo sostenere tutti i progetti funzionali alla “legittimazione” della palla a spicchi a Napoli.

A cura di Stefano D’Angelo per PN.it

 

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