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Il mercato entra nel vivo, per la difesa si punta al tandem Musacchio – Agger

Al di là di Mascherano, al di là di Reina, al di là dell’immaginazione: perché ora è nulla, sono idee che galleggiano nell’aria, ma poi quando verrà il momento e bisognerà fare sul serio, qualcosa accadrà. Si cambia, ma mica per il gusto di farlo: perché il calcio divora i cicli, personaggi e scatena nuove esigenze; e ora, mentre il terzo posto è ancora fresco e la Coppa Italia è lì in bella mostra in bacheca, c’è da trovare i pezzi mancati per completare il mosaico in stile-Benitez: non lo diranno mai, neanche sotto tortura, ma si parte da un minimo di cinque acquisti e si può arrivare anche a sette, senza però trasformare le innovazioni in rivoluzioni. I conti tornano: un difensore centrale (forse), due centrocampisti (certi), il vice-Higuain (sicuro) e poi se capita un nuovo interprete tra le linee e le variabili impazzite che dipendono da ciò che avviene in corso d’opera.

Opzioni. La premessa è d’obbligo, in certi casi: il progetto è una cosa, le trattative ben altra; e affinché non ci siano equivoci, qui c’è in testa il disegno d’un organico, non certo già chiacchiericci già avviati. Succederà. Con Koulibaly (23) è stato portato il lavoro avanti: ora la difesa può essere attrezzata con calma, avendo ruoli coperti; si aspetterà quel che proporrà l’universo, avendo sul taccuino una serie di nomi: mai dimenticato Mateo Pablo Musacchio (24) del Villarreal; mai ignorato Daniel Agger (30) del Liverpool; mai cancellato dalla memoria Janmaat (25) del Feyenoord, che però ha le corsie attualmente occupate: eccolo qui la prima scheggia impazzita, indissolubilmente legata agli imprevisti: il Napoli ha Maggio, Mesto e Ghoulam come esterni con caratteristiche compiute, può poi utilizzare Henrique e Koulibaly nell’emergenza, ma intanto sa bene che un quarto fluidificante di professione va inseguito, soprattutto se qualcuno dovesse uscire. Il contratto di Maggio è scadenza 2015, certe scelte si potrebbero anticipare: l’interrogativo rimane e per scioglierlo servirebbe la sfera di cristallo nella quale si legga ciò che riserverà il domani.

La mediana. Mica solo Mascherano, of course: là in mezzo ne servono due, avendo percezione che per Behrami e per Dzemaili si sia arrivati al (probabile) congendo. E poi occorre fisicità, uomini di interdizione e di costruzione che sappiano andare a recuperare seconde palle, che facciano avvertire la propria presenza sui rilanci delle difese altrui. Sono fasi di gioco da arricchire. Magari con un gigantesco Javi Martinez (26) che al Bayern Monaco ha spazi relativamente disponibili, come dimostrato nel biennio alle spalle; o anche come Gonalons, che non sarà un carrarmato e non ha fasce muscolari da inquietare, ma si fa sentire, notare. E’ lui l’altro prototipo del centrale di riferimento sul quale Benitez s’è concentrato e fa niente che Aulas, presidente del Lione, abbia ricominciato: «Faremo l’impossibile per trattenerlo» . Il Napoli non accetta aste, né rilanci: i diciassette milioni vagheggiati nell’inverno passato non rientrano tra le spese necessariamente sostenibili, perché intanto il panorama è cambiato.

L’attacco. Occhio al bomber: ce ne vuole uno che sappia (con)vivevere alle spalle di Higuain, che accetti di prendersi quel può che gli verrà lasciato; uno alla Pazzini (30) ha soltanto l’età che gli gioca contro ma resta tra i candidati; altrimenti c’è un Mondiale da scrutare attraverso la missione di Maurizio Micheli, ma semplicemente per avere ulteriori indicazioni su quelli che sono stati addocchiati in passato. E, alla brutta, un’occhiata alle relazioni: Elkeson (25) del Guanzgzhou può avere qualche chanche, ma il desiderio è di afferrare in Italia un attaccante di prospettiva, modello Ibarbo (24), di certo non una new entry nel data base di Castelvolturno. L’estate sta arrivando.

Fonte: Corriere dello Sport

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