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Maurizio De Giovanni: “Don Rafè innamoriamoci”

Caro mister, lei ci piace. Ci piace assai. Sarà per l’ottimismo connaturato alla mentalità del tifoso, che prima della prova del campo è sempre sicuro di avere in panchina il miglior tecnico e sul terreno i migliori giocatori del mondo; sarà per il suo indiscutibile curriculum di successi, che la colloca nel ristrettissimo gruppo di una decina di allenatori plurititolati in più campionati; sarà che il suo predecessore, con poche mosse mediatiche univocamente sbagliate ha smantellato in poco tempo il bel ricordo che aveva lasciato da queste parti; sarà perché siamo portati a credere che lei abbia richiesto e ottenuto da una notoriamente poco munifica società garanzie tecniche adeguate a un progetto vincente; sarà per tutto questo, insomma, ma lei ci piace assai.

SIMPATIA – Naturalmente, mister, lei sa che qui siamo tifosi; come tali viscerali, inclini all’euforia e alla disperazione come da nessuna altra parte, quindi in caso di insuccesso dovrà avere pazienza e tapparsi le orecchie, perché gliene diremo di tutti i colori. Ma basterà tornare a vincere qualche partita, inanellare qualche buon risultato per ritrovarsi coperto di una quantità di amore che non sarà capace di dimenticare.  Lei ci piace, e ci è piaciuto anche l’approccio che ha deciso di avere con questo strano luogo che, speriamo a lungo, diventerà un po’ anche casa sua. La richiesta di conoscere dai tifosi la lista di una decina di posti da vedere per conoscere la città, che ha avanzato attraverso il suo sito, per esempio, è stata un’ottima mossa; magari un po’ ruffiana, ma di sicuro, immediato impatto. Ci caschiamo, e commossi e sorridenti proviamo a raccontarle in tre righe dove la porteremmo se dovessimo farle da ciceroni da queste parti. Ci consentirà però di cambiare un po’ il presupposto di ogni guida turistica, che mostra i gioielli nella luce migliore per ammaliare l’ospite. Non crediamo sia l’atteggiamento giusto, nel suo caso.

MILLE ANIME – Lei deve innamorarsi, e deve fare in modo che la città si innamori di lei. Non è qui per un week end romantico, o per un appuntamento di affari. Lei si appresta a dirigere una squadra che è una delle anime del luogo, l’argomento di discussione principe in ogni bar e in ogni ufficio, la fonte di delizia e sofferenza primaria per centinaia di migliaia di abitanti. Lei dovrà far splendere il sole più in alto, e sarà responsabile della pioggia. A lei si guarderà come i marinai guardavano il capitano, quando il veliero si addentrava nell’oceano: non potremo certo mostrarle faraglioni e costiere, per farle apprezzare un panorama che probabilmente conosce già, guardandolo da lontano.

LE VOCI DI NAPOLI  – La porteremo in una certa pizzeria del ventre di Napoli, e quando assaporerà un frammento di paradiso socchiudendo gli occhi le faremo sommessamente rilevare che il cameriere parla col pizzaiolo di un centravanti piuttosto che un altro; la condurremo a passeggio nell’intricato labirinto di vicoli, e lasceremo che ascolti, come per caso, due donne discutere da un balcone all’altro di moduli difensivi; le faremo ammirare umidi e freschi interni di meravigliose chiese settecentesche, lasciando che senta come per caso sacrestano e parroco contraddirsi su come debba svilupparsi il gioco sulle fasce; le offriremo un sublime caffè in un esclusivo chalet della collina ricca, dove si appassionerà per un animato confronto tra anziani gagà con la erre blesa su quanto ossessiva debba essere l’applicazione del fuorigioco.
A DISPOSIZIONE – Fingendo di mostrarle le molteplici bellezze di questa antica capitale, di cui si appresta a diventare uno dei viceré, le faremo insomma capire qualcosa; e lei, che è uomo di raffinata intelligenza e di ottima cultura, si renderà immediatamente conto che qui il calcio si mangia, si respira, si metabolizza come un fluido vitale. Che questo sport alle nostre latitudini è un fattore molto importante, e che può essere un valido modo per far capire a noi stessi, con un esempio, che possiamo tornare a essere vincenti in ogni campo, emancipandoci dall’immagine talvolta triste e dolorosa che altrove ci viene imposta. Comprenderà di avere un’importantissima funzione, insomma, e di avere tutte le facoltà per assolvere a essa con assoluta pienezza, e con successo. Solo allora potremo condurla a godersi il luogo. Io, per esempio, conosco una certa trattoria che sono convinto le piacerebbe molto. A risentirci presto. 
Fonte: Corriere dello Sport
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