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Vargas, un campione ritrovato

Fernandez è il giocatore che il tecnico spagnolo vuole vedere all'opera a Dimaro

Se poi Vargas si (ri)mette a fare il fenomeno… Esserlo o non esserlo, quello l’enigma in cui andare a leggere con attenzione: perchè di quei dodici milioni di euro investiti un anno e mezzo fa bisogna aver rispetto. I soldi nella vita non sono certamente tutto, però aiutano a progettare meglio: e ora, in quel viaggio tra i segreti del Napoli, Rafa Benitez sta cercando di capire, di scrutare, di scandagliare l’universo. Vargas Edu, professione attaccante, un pallone d’argento del Sud America alle spalle di Neymar, un talento precoce rimasto imploso nella sua annata partenopea, una vitalità ritrovata al Gremio, in Brasile: ma lui ci è o ci fa? 

IL PRIMO QUESITO – E allora, se la vita è tutta un quiz, bisognerà pur cominciare a risolverne qualcuno: perché, ad esempio, Edu Vargas è un interrogativo «impegnativo» assai, che vale tanto oro quanto pesa e forse anche di più, che ha dimostrato (ma in Sud America) di essere fatto con il calcio, e che dunque deve offrire risposte certe. La fase di studio procede, attraverso ciò che si è visto e seguendo ciò che emergerà: il contratto è chiarissimo, prestito (oneroso) sino a dicembre, ma possibilità di riportarselo a Napoli – dunque in ritiro, a Dimaro – nel caso in cui le considerazioni fossero positive. Benitez ha una videoteca impressionante e non sciupa tempo: osserva, verifica, annota e poi ufficializzerà. 
…E IL SECONDO – Ma il caso (il caos?) vuole che pure Federico Fernandez abbia espresso il meglio di sé lontano dalle pressioni di Napoli e, soprattutto, nel bel mezzo d’una difesa a quattro, il Vangelo (calcistico) secondo el señor Rafa: è obbligatoria una riflessione, che coinvolgerà – inevitabilmente – anche gli altri rappresentanti d’una retroguardia nella quale ci sono Cannavaro e Gamberini, Britos e poi i rientranti Fideleff e Uvini, già pronti per emigrare. 
IL TERZO… IL QUARTO… – Ma non finisce qua, perché il Napoli è tanto altro ancora, è una rosa potenzialmente ricca di petali, alcuni dei quali in esubero: a centrocampo c’è una enormità di rappresentanti, avendo consapevolezza che Cigarini non è stato ancora riscattato dall’Atalanta (che vorrebbe farlo) e che Gargano è nella terra di nessuno, attualmente, sospeso tra il desiderio di tenerlo (di Moratti) e le perplessità manifestategli in passato da Mazzarri, dal quale arrivò l’ok per la cessione. I due anni di Donadel bastano e avanzano per certificarne la separazione; Santana è nelle mani di Ventura e del Torino; Mesto s’è concesso con dedizione ed umiltà, ma «sente» di avere una valigia da riempire. 
(EX) TITOLARISSIMI  C’era una volta un Napoli di titolarissimi: Inler, ad esempio, il regista moderno inseguito per estati intere, prima di strapparlo all’Udinese per diciotto milioni di euro e presentarlo su nave da crociera con tanto di maschera da Re Leone. Il valore aggiunto va individuato proprio là in mezzo, in quella microuniverso in cui servono piedi e fosforo, che a Inler non mancano: il conto alla rovescia per arrivare alle scelte è cominciato e saranno giorni caldi, da oggi in poi… 
Fonte: Corriere dello Sport
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