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Che campioncino Insigne! Napoli, guarda cosa si può fare con il vivaio!

Lo scugnizzo di Frattamaggiore può essere la "stella polare" della gestione del vivaio

Le contraddizioni sono l’elemento capace di far saltare le previsioni degli esperti.  Sarebbe da sottoporre ai più grandi studi d’analisi economica del mondo l’equazione apparentemente strana per cui il Napoli è la società che investe di meno in Serie A nel settore giovanile (poco più di 300 mila euro) ma che può vantare tanti elementi promettenti prodotti nella propria scugnizzeria: Insigne, Sepe, Izzo, Maiello, Dezi e poi c’è la levatura del ’94 con Allegra, Nicolao, Roberto Insigne, che in alcune movenze ricorda Kakà e potrebbe ricevere a breve la convocazione di mister Evani per l’Under 18, il mediano Palma, infine l’esterno offensivo Tutino, l’unico ’96 nella spedizione di Zoratto agli Europei Under 17 in Danimarca, ma bisogna ricordare anche Palmiero e Gaetano negli Allievi Nazionali.

La principale motivazione di tale contraddizione, che dà al Napoli un buon risultato nonostante l’esiguità delle risorse investite e tanti errori di pianificazione ed organizzazione compiuti in questi anni, è da individuare nel legame tra i giovani napoletani ed il pallone, una dimestichezza acquisita nelle ore trascorse a giocare a calcio durante l’infanzia e l’adolescenza, capaci di rendere la Campania il “Sudamerica d’Italia”. Un altro grande valore aggiunto del vivaio partenopeo è la professionalità e l’impegno profuso da tante persone, che mettono a disposizione del Napoli più per passione ed amore per la maglia azzurra che per gli effettivi benefici ricevuti: dirigenti, fisioterapisti e tante figure varie capaci di superare ogni difficoltà armandosi di pazienza e senso del sacrificio.

Guardo con attenzione alla crescita di Insigne, che ha illuminato un pomeriggio d’inizio Ottobre proponendoci da Vaduz, capitale del Liechsteinstein, colpi di genio e di straordinaria levatura tecnica, ricordando ai più distratti che il Napoli ha in casa un campioncino, come l’ha definito Mazzarri. Il talento, attualmente in prestito al Pescara, può rappresentare la “stella polare” per convincere la società partenopea a puntare sul proprio vivaio, che può rappresentare un grande serbatoio di talenti per la prima squadra. La crescita passa anche per le rinunce, come quella di non riportarlo a Gennaio in maglia azzurra perché un’intera stagione in Serie B con il Pescara di Zeman può farlo arrivare a Napoli ancora più pronto a Giugno, dove deve acquisire nell’organico del Napoli un ruolo importante.

Lo seguo dai tempi degli Allievi Nazionali, quando il tecnico Canè lo strappò dal grigiore dei tornei regionali in cui era relegato con tanti validissimi elementi. La scelta fu condivisa anche con l’allenatore della Primavera Apuzzo, che ebbe il coraggio di lanciarlo anche tra i ragazzi classe ’90 ed ’89. Negli Allievi Regionali ricordo un ragazzo con caratteristiche simili a quelle di Lorenzo, certamente con minore genialità e senza la forza fisica che ha acquisito l’attaccante di Frattamaggiore grazie alla cura Zeman: si chiamava Esposito, non so che fine abbia fatto, oppure l’attaccante Guarracino, oggi all’Aversa Normanna dopo una stagione a Frosinone. Erano gli anni in cui il Napoli ha perso anche altri talenti, come l’attaccante classe ’92 Trotta, relegato in panchina nonostante l’exploit nelle nazionali giovanili, finito al Manchester City (attualmente al Fulham) o l’attaccante classe ’95 Marciano finito alla Fiorentina (adesso è negli Allievi Nazionali e la società gigliata lo considera tra gli elementi più promettenti del suo vivaio).

Quest’excursus storico serve per comprendere quanto è delicata la gestione dei giovani talenti. I direttori sportivi ed i procuratori devono fare molta attenzione, nelle loro mani c’è non solo un potenziale capitale che può fruttare beneficio alle proprie aziende, ma anche la vita di un ragazzo nella fase cruciale della propria carriera. La gestione di un vivaio passa per vari aspetti: l’investimento sulle strutture, il principale cruccio del Napoli (aver concentrato il lavoro al Kennedy è stata una buona mossa ma sicuramente non risolve il problema), l’aggiornamento delle figure professionali per essere sempre al passo dei tempi e la gestione dei singoli talenti, che vanno seguiti individualmente, soprattutto nel complicato passaggio dalle categorie giovanili al “calcio reale”, fatto di equilibri di spogliatoio e pressioni societarie ed ambientali.

Insigne è un caso molto significativo riguardo quest’aspetto perché dopo la trafila nelle giovanili partenopee fu spedito a Cava, dove non riuscì a trovare spazio. Il suo entourage, senza perdersi d’animo, è riuscito a trovare la “carta vincente” di affidarsi al miglior maestro di calcio in attività, Zdenek Zeman. Da quest’intuizione è nata prima l’esperienza di Foggia e poi quella di Pescara, riuscendo ad affermarsi anche come protagonista dell’Under 21 di Ferrara, in attesa di realizzare il sogno del debutto al San Paolo.

Bisogna invertire la rotta, prendendo spunto proprio dalla storia di Insigne, per Maiello, che gioca pochissimo a Crotone, Sepe, preso dal Pisa come secondo portiere, Donnarumma, stabilmente mandato in tribuna dal tecnico della Nocerina Auteri, De Vena, che non riesce ad inserirsi nella Triestina. La necessità di questi ragazzi è giocare, la categoria conta relativamente. Lo dimostra Armando Izzo, difensore classe ’92 che sta ben figurando nella Triestina e che ha preferito, sotto consiglio del suo procuratore Paolo Palermo, la Prima Divisione della Lega Pro al Crotone in B, dove avrebbe sicuramente trovato meno spazio. Può essere sicuramente positivo per Dezi il lavoro sulla formazione della massa muscolare e l’esperienza d’allenarsi con i campioni del Napoli, ma a Gennaio deve andare a  giocare per farsi le ossa; mai fermarsi quando si è giovani, la strada della gavetta è lunga ma l’unica a dare soddisfazioni.

Domani Insigne giocherà con l’Under 21 a Rieti contro la Turchia, al suo seguito il suo entourage (in primis l’agente Fabio Andreotti) e tutta la sua famiglia. L’auspicio è a che seguirlo attivamente siano anche i dirigenti del Napoli, in modo da riflettere sulla sua ascesa e sui vantaggi che porterà al club di De Laurentiis, pensando a quanti Insigne potrebbero esserci con un investimento serio sulla scugnizzeria. Basta saperli valorizzare e non perderli per strada; proprio in questi giorni ha assunto rilevanza mediatica Cutolo, trequartista classe ’83 del Padova, che sogna la Serie A dopo una lunga gavetta, cominciata con la bocciatura da parte del Napoli, nelle persone del direttore generale Filippo Fusco e del tecnico della Primavera Antonio Porta, dopo la stagione vissuta negli Allievi Nazionali in un attacco “di fuoco” con Antonio Floro Flores.

 

A cura di Ciro Troise

 

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