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ESCLUSIVA- Smith (The Times): “Benitez maestro di tattica. Il suo calcio non è bello ma efficace”

"Leandro Damiao è il profilo giusto per Rafa Benitez, ricorda Mista del suo Valencia ma ha più qualità"

Il Napoli ha acquisito un volto sempre più internazionale; l’arrivo di Rafa Benitez ha attirato l’attenzione dei media europei, molto interessati a raccontare l’avventura dell’ex allenatore del Chelsea nel club di De Laurentiis. Nella giornata di ieri abbiamo notato gli occhi indiscreti di un collega inglese, Rory Smith, giornalista del The Times, che stasera parteciperà al forum internazionale “La stampa inglese sul calcio italiano” con Valon Behrami e Andrea Dossena. Smith presenta una lunga storia legata a Rafa Benitez, che conosce dai tempi del Liverpool e di cui ha scritto l’autobiografia. Abbiamo discusso con lui nella hall dell’Hotel Dolomiti in esclusiva dei progetti del Napoli e soprattutto dell’avventura di Benitez ai nastri di partenza nel ritiro di Dimaro.

 Come è nata l’idea di partecipare al ritiro del Napoli a Dimaro?

“Conosco la città di Napoli, mi piace moltissimo, l’ho visitata due volte in occasione delle partite contro Liverpool e Chelsea. E’ una città caotica, un porto ma c’è una magia in quel luogo e nella storia della Società Sportiva Calcio Napoli per Maradona, per Careca, gli anni della Ma.Gi.Ca. Tutti conoscono Napoli, il San Paolo, il calore della tifoseria; è una squadra molto famosa, tutti conoscono la sua storia. E’ un piacere avere l’opportunità di vedere come funziona un ritiro in un posto molto bello come Dimaro; in Inghilterra non c’è questa prassi, le squadre si preparano nei propri centri sportivi e prima del campionato quelle più importanti fanno le tournee in Malesia, Australia. Sembra quasi che questi nuovi tifosi siano più importanti di quelli inglesi. E’ triste per il nostro calcio che non ci sia il legame tra tifosi e squadra che ho visto in questo ritiro”

Conosci molto bene Rafa Benitez. Come pensi che gestirà la sua avventura a Napoli?

“Conosco bene Rafa, ho scritto anche il suo libro. La cosa più importante è che parliamo di una brava persona, molto timida, umile, simpatica ed amabile. Al Liverpool Benitez aveva un progetto molto interessante di cinque anni, è riuscito a vincere al primo anno pur non avendo una grande squadra perchè sa come arrivare alla vittoria. Il suo Liverpool mescolava forza e velocità, il suo calcio non è noto per la bellezza, non fa il possesso palla del Barcellona ma il suo modo di giocare è efficace, non spettacolare. Diciamo che, usando un paragone con le auto, quelle italiane sono più belle di quelle tedesche che però funzionano meglio; il calcio di Benitez non sarà una Lamborghini ma magari una Mercedes Benz. Al Chelsea è riuscito in sette mesi a trasmettere la sua identità calcistica alla squadra anche se alcuni giocatori non sembravano tanto soddisfatti della sua presenza; con i Blues ha dimostrato ancora una volta di essere un bravo allenatore. Riguardo al rapporto con i calciatori e con l’ambiente, può essere molto importante la figura di Fabio Pecchia; Rafa sceglie sempre degli assistenti che possono aiutarlo proprio nell’inserimento, come Sammy Lee e Alex Miller al Liverpool o Zenden al Chelsea. Pecchia è un ex calciatore del Napoli, conosce la città, la società, i giocatori. Lo staff di Rafa è molto preparato; Xavi Valero e Paco De Miguel sono delle bravissime persone e degli ottimi professionisti”

Il Napoli sta vivendo un cambio radicale dopo l’era Mazzarri. Che contromisure applicherà Benitez affinchè non ci sia disorientamento nei calciatori?

“E’ un rischio per la prima parte della stagione. Quando Benitez mi ha detto per la prima volta che c’era l’offerta del Napoli, ho pensato che fosse difficile migliorare il secondo posto; poi ho pensato che migliorando l’organico, se la Juventus non sarà una macchina da guerra dopo i rinforzi Tevez e Llorente, lo scudetto non è impossibile. Dopo Albiol, l’attenzione si sposta sull’attaccante; probabilmente arriverà un centrocampista ma non è la priorità. Inler piace molto a Benitez, lo voleva già al Liverpool tre anni fa; Rafa ancora deve conoscere Gargano che a mio avviso è perfetto per il suo sistema di gioco, il suo profilo mi sembra quello di un Mascherano con minore qualità. L’addio di Cavani naturalmente non ha fatto piacere a Benitez ma lui sapeva che probabilmente sarebbe andato via. Penso che Leandro Damiao sia la possibilità più concreta per il Napoli, è l’attaccante con il profilo giusto per Rafa Benitez. Damiao lavora molto per la squadra, Higuain è un’idea interessante ma in Inghilterra dicono che l’Arsenal abbia già un accordo; il Real Madrid vuole incassare 40 milioni per prendere poi Suarez dal Liverpool. Il Napoli può invece prendere Damiao per 20-25 milioni; il brasiliano ha caratteristiche simili a Mista del Valencia che vinse la Liga proprio con Benitez in panchina”

Qual è stato l’impatto di De Laurentiis su Rafa Benitez?

“De Laurentiis è volato a Londra il lunedì dopo l’ultima partita di Premier League e prima della tournèe americana del Chelsea. Il patron del Napoli ha stregato Benitez per la passione che trasmette; Rafa conosce bene l’importanza del rapporto con il presidente avendo avuto problemi con la proprietà americana del Liverpool e con Moratti all’Inter. De Laurentiis ha convinto Benitez, che poteva anche decidere di accettare l’offerta del Paris Saint Germain o seguire la possibilità Real Madrid”

De Laurentiis ha dichiarato che sarà Benitez a scegliere i giocatori sul mercato. Nelle sue esperienze inglesi Rafa ha sempre avuto un ruolo da manager?

“Al Liverpool Rafa ha avuto molti problemi con la società, non riusciva a bloccare i giocatori perchè i dirigenti non avevano la giusta velocità di pensiero e d’azione sul mercato e anche per le difficoltà economiche della proprietà. Per Rafa non è difficile interagire con la società quando ci sono direttori sportivi come Bigon. Sicuramente Rafa è contento se tutto funziona bene in tal senso”

Uno dei temi di questo ritiro è l’idea che Hamsik possa rivestire una sorta di ruolo alla Gerrard o alla Lampard. Cosa ne pensi?

“Conoscendo Rafa, penso che inizialmente Hamsik sarà impiegato sulla trequarti ma è un’ipotesi da non sottovalutare che qualche volta possa giocare più arretrato. Il gioco di Benitez è basato sul controllo della partita, le sue squadre tendono difficilmente a perdere di vista la gestione degli spazi; magari Hamsik più arretrato può essere un’idea per le partite contro le squadre meno blasonate. Con Rafa è importante solo che i giocatori lavorino e lui mi ha detto che il gruppo sta seguendo molto bene le sue indicazioni; i calciatori sembrano felici e credo che sia un buon inizio per il Napoli. Benitez poi è contento, collega sempre quest’esperienza napoletana al Liverpool; la più grande similitudine è che il tifoso dei Reds si defnisce di Liverpool, non inglese come fanno i napoletani. Il Liverpool è nel suo cuore, quindi aver fatto questo paragone la dice lunga sull’entusiasmo con cui sta vivendo quest’esperienza”

Nel Napoli ci sono due calciatori già allenati in passato come Goran Pandev all’Inter e Andrea Dossena al Liverpool. Che prospettive ci sono per questi due giocatori?

“Benitez è un tifoso di Pandev, l’ha apprezzato durante l’esperienza interista, dove ha pagato le difficoltà del post-Mourinho. E’ importante che ci siano giocatori che conoscano già Rafa Benitez, possono essergli d’aiuto. Il Napoli ha poi tante soluzioni sulla trequarti: Insigne, Callejon e Mertens che a me piace tantissimo. Sono curioso di vedere il suo adattamento al calcio italiano più tattico e meno esplosivo. Dossena con Benitez a Liverpool non ha giocato tantissimo, però Rafa lo apprezza come persona e come professionista molto serio. Sulla fascia sinistra il Napoli ha Zuniga e Armero, quindi magari non potrebbe avere molto spazio ma non escludo completamente una sua permanenza in maglia azzurra”

Julio Cesar, altro suo allievo ai tempi dell’Inter, potrebbe approdare al Napoli. Quali informazioni hai in tal senso?

“In Italia dicono che si farà, in Inghilterra invece l’affare è considerato difficile, al Queens Park Rangers percepisce un ingaggio molto alto. So che questa vicenda è legata alla situazione di De Sanctis, vedremo cosa succederà”

Una curiosità: Benitez ha più volte dichiarato di apprezzare più la stampa italiana che quella inglese, definita un po’ “gossippara”. Cosa ne pensi?

“E’ vero, Benitez ama la predisposizione della stampa italiana a parlare di tattica. In Inghilterra c’è una cultura della personalità, della celebrità, noi capiamo poco di tattica, perciò probabilmente non abbiamo vinto un Mondiale per molti anni. Benitez nel suo libro parla solo del calcio e della sua famiglia, a lui piace confrontarsi con la stampa italiana, ha gradito in tal senso anche il rapporto con i giornalisti ai tempi dell’Inter. Benitez considera i giornalisti tutti uguali, non segue l’importanza della carica, del ruolo e certe volte ha anche pagato questa sua caratteristica nelle pubbliche relazioni. Alcuni giornalisti non gradivano questo suo modo di fare e perciò erano sempre pronti a criticarlo”

Nella storia di Benitez c’è il tema dell’attenzione al settore giovanile. Rafa ti ha raccontato le sue prime impressioni sul vivaio del Napoli?

“Rafa mi ha detto che ci sono tanti buoni elementi nel settore giovanile del Napoli e che la società gli ha comunicato Tutino è l’elemento più importante in prospettiva ma a soli diciassette anni naturalmente non farà parte della prima squadra. In Italia i calciatori vengono inseriti in Serie A più tardi rispetto a ciò che succede in Inghilterra; per il calcio italiano Lorenzo Insigne è un giovane, da noi sarebbe un veterano. Per Benitez il settore giovanile è molto importante, al Liverpool Rafa ha cambiato la dirigenza che gestiva il vivaio inserendo Rodolfo Borrell e Frank McParland; dopo pochi mesi, a Napoli non può pensare di effettuare grandi cambiamenti. E’ un’idea inglese che il manager debba avere il pieno controllo della società, quindi anche del settore giovanile, non solo della squadra”

 

Dai nostri inviati a Dimaro Ciro Troise e Gilberto D’Alessio

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