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Il Gamper, il mercato, la scugnizzeria ed il Genoa: che settimana, Napoli!

Barcellona-Napoli evento storico, il mercato tra necessità ed esuberi e la scugnizzeria.....

 

Lunedì 22 Agosto sarà una data che entrerà nella storia. Il motivo non è semplicemente lo storico incontro con il Barcellona, valido per il Trofeo “Gamper”, un’istituzione dalle parti della Catalogna.

La gara con i blaugrana ha un sapore simbolico; nel 1978, ai tempi di Moreno Ferrario e Gianni Di Marzio, si festeggiò la qualificazione in Coppa Uefa, dopo vari anni vissuti a buoni livelli, anche se tra alti e bassi. Oggi la spedizione della compagine di De Laurentiis al Camp Nou ha un sapore diverso; rappresenta la celebrazione di un’avventura di successo, con un’attenzione permanente al bilancio, tra diritti d’immagine di proprietà del club e fair play finanziario. Il presidente, però, è un uomo scaltro; ha capito anche che l’appuntamento di stasera è un importante momento di transizione tra l’avventura dai campi polverosi della Serie C all’affermazione nel Gotha del calcio europeo. In terra di Spagna allora il patron del Napoli manda stoccate alle istituzioni calcistiche perché sa di avere a disposizione grandi possibilità di guadagno con la passione partenopea, che in pochi giorni ha regalato 30000 spettatori per un allenamento e 10000 al Camp Nou. Il Napoli è una realtà che si autofinanzia, non ha la Saras, l’Exor, il gruppo Mediaset alle spalle, e perciò ha bisogno di moltiplicare le proprie entrate dal merchandising e dai diritti televisivi. Il presidente le pensa tutte, è stato il “pioniere” delle gare in pay per view. “Per il Panionios guadagnammo 1 milione di euro, altro che i cinquemila euro che ci volevano offrire”- così il patron in conferenza stampa nell’impianto di Barcellona. De Laurentiis vorrebbe però liberarsi dei lacci imposti dalla Lega e sa bene che il suo prodotto può crescere se l’ambiente recupera credibilità. Farebbero bene ad ascoltarlo quando parla di mettere mano alla Legge 81 del 1991, che tanti addetti ai lavori chiedono di cambiare dai primi giorni di vita. La crisi della Lega Pro dimostra che il calcio italiano non può reggere tante società professionistiche; si faccia come negli altri Paesi europei, rimanendo solo la Serie A e la Serie B nell’elite del professionismo. Chi non può godere dei diritti televisivi della massima serie e delle entrate provenienti da merchandising e botteghino nelle grandi piazze non può reggere il peso della fiscalità più svantaggiosa di Spagna, Inghilterra e Germania e soprattutto non è in grado di mantenere a lungo gli oneri dovuti all’inquadramento dei calciatori come lavoratori subordinati. Le big dovrebbero imitare il Napoli riguardo al tetto ingaggi, al fair play finanziario ed ai diritti d’immagine e poi bisognerebbe rendere i calciatori dei liberi professionisti con controlli severi sull’evasione fiscale; così si ridarebbe fiato alla Lega Pro ed anche a qualche club di Serie B.

La battaglia è lunga, ma De Laurentiis può vincerla perché rappresenta le innovazioni, mentre i gestori del sistema calcio sono lo specchio del degrado, della precarietà e delle nefandezze del calcio che ha visto in pochi anni Passaportopoli, Calciopoli e le indagini sul calcioscommesse, con un prodotto che fa acqua da tutte le parti mentre qualcuno pensa allo scudetto del 2006.

A Barcellona il presidente avrà fatto anche due conti ed ammirando lo straordinario modello blaugrana, avrà valutato l’idea che, mantenendo i limiti sul monte ingaggi e sui diritti d’immagine, per continuare a competere nel calcio che conta servono capacità sul mercato, il lavoro del reparto scouting alla scoperta di “top player da valorizzare in casa” (come Hamsik, Lavezzi e Cavani) e l’investimento sul settore giovanile. Ricordiamo, ad onor di cronaca, che nella scorsa stagione il Napoli è stata la società che ha investito di meno sul vivaio in Serie A: appena 300 mila euro. Abbiamo raccontato in queste settimane l’incertezza organizzativa che ha contraddistinto finora il vivaio in questi primi scorci del 2011-12, che dovrebbe essere l’anno in cui spiccare il volo, dopo gli straordinari “miracoli” avvenuti con lo scudetto Berretti ed i titoli sfiorati da Allievi e Giovanissimi Nazionali. Per adesso, oltre alla scelta condivisibile di portare quasi tutte le categorie al “Kennedy” concentrando il lavoro delle giovanili, si è visto molto poco. L’attuale team manager Peppe Santoro sarà anche responsabile del settore giovanile, con Caffarelli che coordinerà lo scouting a livello giovanile. Santoro ai nostri microfoni l’8 Agosto scorso ha dichiarato che dopo il Barcellona ci sarebbero state le ufficialità (clicca qui per leggere). Sarà questa, quindi, una settimana decisiva; vorremmo che, oltre al lavoro di preparazione della stagione, De Laurentiis comunichi il suo programma per raggiungere gli obiettivi da lui indicati per la scugnizzeria. Non si fermi alle strutture, ma parli anche della crescita dei tecnici, dell’investimento sui collaboratori, della professionalità del lavoro, del rapporto con procuratori, genitori e mediatori.

Saranno giorni caldi anche per il mercato; la rosa del Napoli è incompleta, mancano un esterno sinistro ed un vice-Cavani. L’auspicio è che si coniughino queste necessità con l'”organico corto” voluto da Mazzarri. Bigon lavorerà prima alla cessione degli esuberi Rinaudo, Bogliacino e Cigarini. Il primo interessa al Lecce ed al Catania, che però ha anche altri obiettivi come Legrottaglie e Bottinelli. Si studierà la soluzione migliore, considerando che la formula sarà sempre quella del prestito con l’ingaggio almeno in parte a carico del club partenopeo. Bogliacino dovrebbe tornare al Chievo e Cigarini all’Atalanta; il regista di Montecchio crede che Bergamo sia la soluzione migliore per il suo rilancio. Tra il 22 ed il 31 c’è di mezzo il 28, con il debutto al San Paolo contro il Genoa alla prima di campionato. I rossoblù sono un cantiere aperto ed il Napoli potrebbe approfittarne per realizzare la prima vittoria all’esordio del Napoli di De Laurentiis, dopo le sconfitte contro Cagliari e Palermo ed i pareggi contro Roma e Fiorentina nelle ultime quattro stagioni.

Ciro Troise

 

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