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Analisi Tattica Napoli Calcio

Atalanta-Napoli, l’analisi tattica: baricentro alto e tanto pressing per gli uomini di Gasperini, ma il Napoli si dimostra cinico

Callejon, che di solito risulta fondamentale tatticamente per il Napoli, non è affatto in serata

 VERSO LA GARA – Allo stadio “Atleti Azzurri d’italia”, il Napoli affronta i padroni di casa dell’Atalanta nel posticipo della quattordicesima giornata di Campionato. Dopo la vittoria casalinga contro la Stella Rossa, Ancelotti conferma l’undici titolare che ha giocato in Champions League, con Ospina tra i pali, Albiol (che ha smaltito i fastidi degli scorsi giorni) e Koulibaly al centro della difesa e Maksimovic e Mario Rui rispettivamente terzini di destra e di sinistra. Il tecnico azzurro conferma dunque il centrocampo che ha giocato mercoledì, con capitan Hamsik e Allan interni e Callejon e Fabian sulle fasce; infine, Mertens va ad affiancare nuovamente Insigne in attacco, vincendo per l’ennesima volta il ballottaggio con Milik. Gasperini, tecnico dell’Atalanta, imposta un 3-4-2-1 con Mancini, Palomino e Masiello al centro della difesa, De Roon e Freuler interni di centrocampo, Hateboer e Gosens sulle fasce e infine Rigoni e Gomez nel ruolo di trequartisti alle spalle dell’ex azzurro Zapata, che agirà da unica punta.

LE CHIAVI DEL MATCH – Il Napoli sblocca il match già al 2’ con Fabian Ruiz, che viene servito in contropiede da Insigne e da posizione ravvicinata deve soltanto depositare il pallone in rete col mancino (peraltro, colpendo prima il palo). La gara si dimostra piacevole e caratterizzata da ritmi molto alti, con le due squadre che si affrontano a viso aperto – questo vale soprattutto per l’Atalanta – e attuano sistematicamente il pressing sul portatore di palla avversario. I padroni di casa si presentano con un baricentro altissimo: questo risulta particolarmente evidente dalla posizione dei difensori – che spesso seguono l’azione e dunque avanzano – e degli esterni, che in fase di possesso palla si dispongono molto larghi, giocando quasi da ali. Nell’Atalanta, Zapata si defila sulla fascia sinistra in più occasioni, provando a creare spazio per consentire ai trequartisti e agli esterni di inserirsi. La supremazia sulle fasce è un elemento cardine della gara: a tal proposito, la scelta di schierare Maksimovic – che in fase di non possesso può anche agire da difensore centrale – non è casuale. Ancelotti chiede inoltre un lavoro particolare a Fabian Ruiz in fase di non possesso: il calciatore spagnolo infatti si abbassa molto e va ad aiutare Mario Rui sulla fascia sinistra. A destra non c’è il solito Callejon e si vede: l’esterno spagnolo, che di solito risulta fondamentale dal punto di vista tattico, non è in serata, sbaglia più del solito e sembra a tratti distratto. C’è anche il suo zampino all’origine dell’azione che porta al goal dell’1-1 dell’Atalanta al 56’. Zapata sfrutta un colpo di testa in area di Hateboer e davanti ad Ospina deposita il pallone in rete col destro. Al 71’ Gasperini sostituisce Rigoni con Valzania, mentre Ancelotti inserisce Hysaj e Zielinski al posto di Maksimovic e Fabian Ruiz. Successivamente, il tecnico azzurro spende l’ultimo cambio a sua disposizione per inserire Milik al posto di Mertens per cercare di ravvivare il reparto offensivo, vista la prestazione non entusiasmante del belga. È proprio il neoentrato a riportare in vantaggio il Napoli su splendido assist di Mario Rui: l’attaccante polacco addomestica la sfera e batte Berisha con una conclusione di sinistro. All’89’ Gasperini inserisce Tumminello al posto di Mancini – un attaccante per un difensore – per tentare il tutto per tutto. Nonostante la pressione dell’Atalanta nel finale di gara, il Napoli si fa trovare attento e riesce a respingere gli assalti dei padroni di casa, conquistando tre punti d’oro su un campo a dir poco insidioso.

 

A cura di Mariano Menna

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