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C’era una volta il Corini azzurro. Un rapporto mai decollato e quel rifiuto di entrare in campo

La storia di Eugenio Corini, attuale tecnico del Chievo, è la storia del classico calciatore che gira l’Italia. Ex centrocampista dai piedi buoni, costruttore di gioco, ed abile tiratore di punizioni, Corini ha vestito le maglie di ben nove squadre.  Dall’esordio bresciano fino all’ultimo biennio al Torino. Passando anche per Juve, Samp, Napoli, Piacenza ed Hellas Verona. Sarà però sull’altra sponda della città scaligera, quella del Chievo, che arriverà la sua tardiva consacrazione, confermata poi dai quattro anni ad altissimo livello nel Palermo.

Ed è proprio come allenatore del Chievo che si appresta ad affrontare il Napoli, sua ex squadra nel biennio ‘93-’94. Una stagione e tre partite, prima di essere messo fuori rosa e spedito a Brescia, via Sampdoria. Già la Samp, proprio la società genovese l’aveva mandato in prestito in quanto non trovava abbastanza spazio. Ad accoglierlo a braccia aperte ci aveva pensato il Napoli. La stagione ’93-’94 è per gli azzurri un anno di ripartenza. Con l’addio di Careca, Zola e Crippa si sono spenti gli ultimi fuochi dell’epoca maradoniana. La società piena di debiti decide di puntare sulla linea giovane. Viene preso un tecnico emergente come Marcello Lippi e promossi in prima squadra diversi giocatori del vivaio, tra cui spiccano Fabio Cannavaro e Fabio Pecchia, attuale vice di Benitez. Il centrocampo è affidato nelle mani di Eugenio Corini. Ad un inizio incoraggiante non fanno però seguito prestazioni di livello, così che Corini, complici anche diversi problemi fisici, scivola sempre più nell’ombra. A contribuire alla sua esclusione anche il buon andamento del Napoli. Gli azzurri, che senza Corini trovano l’amalgama giusta, riescono a centrare la qualificazione in Coppa Uefa con un sesto posto abbastanza inaspettato.

Nonostante diversi stravolgimenti, dettati dalla sempre più preoccupante situazione economica, il Napoli decide di confermare Corini anche per la stagione successiva. La squadra è affidata a Guerini. Ancora con i postumi della pubalgia Corini si presenta in ritiro in condizioni non ottimali e nonostante un grandissimo lavoro di recupero, il suo inizio di stagione è da dimenticare. La squadra arranca, lo spogliatoio è spaccato. Alla 5° giornata si consuma il divorzio. Napoli-Padova, siamo sul 3-1 per gli azzurri. Guerini chiama Corini per l’ingresso in campo, ma lui non c’è. Ha abbandonato la panchina. Il Napoli pareggerà quella partita per 3-3, ma nei giorni successivi si scateneranno feroci polemiche. Risultato? Sia Corini che Guerini vengono cacciati. Il primo torna alla Samp, che lo girerà poi al Brescia, Guerini è esonerato in favore di Vujadin Boskov che condurrà il Napoli ad un passo dalla Coppa Uefa. La conclusione di una rapporto, quello tra Corini e il Napoli, che non era mai decollato. Piedi buoni, grandissima intelligenza, ma ancora poca maturità per fare grandi cose. E non è un caso che la grande esplosione di Corini avverrà più avanti, al Chievo e al Palermo, verso la fine della carriera. E non è neanche un caso che questa sua bravura, eliminati gli ostacoli caratteriali della giovinezza, gli abbiano consentito di intraprendere una più che buona carriera da allenatore.

Ecco il video di Napoli-Padova

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