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Da Higuain ai cori sul Vesuvio, in questo calcio s’ignorano le “buone maniere”

L'estate è stata ricca di protagonisti che non hanno osservato il Galateo

Non è l’epoca delle buone maniere. Il “bon ton”, di questi tempi, lascia a desiderare. Ci si mettono anche i padri nobili della nostra Repubblica a dare il cattivo esempio. Si sono insultati a dovere in Parlamento. Altro che curve: i nostri beneamati onorevoli sembrano energumeni da angiporto; potranno consigliare stile o impartire lezioni?

Se questo è l’esempio che viene dall’alto, come stigmatizzare i predatori della Repubblica calcistica se vanno fuori riga o inanellano prestazioni che avrebbero scandalizzato monsignor Dalla Casa? L’estate è stata ricca. Cito a caso i protagonisti che non hanno osservato il galateo: Higuain, sia Gonzalo che Nicolas, Aurelio il presidente del Napoli con i suoi viaggi in elicottero verso Mauro Icardi e la sua Wanda Nara, gli immancabili Tavecchio, Lotito e Della Valle. E sabato, a Torino, il simpatico siparietto tra il frattese Lorenzo Insigne ed il toscano di Figline Valdarno Maurizio Sarri e per chiudere la giornata calcistica Carlos Bacca e Vincenzo Montella.

Brava gente, anche simpatica, se vogliamo, ma terribilmente diseducativa. Ha aperto le danze Gonzalo, non quello di Segreto ma il segretissimo centravanti ex Napoli. Vedendosi sbattuto in prima pagina quale novello ‘core ingrato: “la clausola rescissoria è una stupida invenzione moderna”, “Per Higuain 100 milioni di euro”, “Tradimento perpetuato con predeterminazione”, “In pericolo la conquista del Pallone d’Oro”, se n’è uscito con una sparata alla Salvini: “….. colpa del presidente  (e dei giornalisti) che non mi vuole bene, non mi apprezza, mi ha chiamato chiattone e ha congiurato contro di me…..”

I giornalisti, razza dannata, avranno tante colpe da espiare, ma non vedo i miei colleghi preoccupati di tramare contro il Napoli e contro Higuain (anche se alcuni titoli della rosea lo fanno pensare e traggano in inganno sia i lettori che gli addetti ai lavori). Siamo seri, suvvia: l’accusa si smonta da sola e Higuain ci deve riflettere sopra. Le parole dei divi pesano come macigni (bene ha fatto a chiudersi in un religioso silenzio sia nel pre che nel post partita di Torino): chi toglierà dalla testa dei tifosi le tante bugie dette in questo fantasmagorico sfratto di casa e di squadra?

La cosa strana di questo campionato, invece, è che la Juventus della famiglia Agnelli sta vincendo in Italia ed in Europa senza i macroscopici errori arbitrali che hanno contrassegnato tantissimi scudetti vinti (saranno indimenticabili per sempre quelli soffiati all’Inter (Ronaldo) (e Turone) o al Milan (Muntari)) come se volesse dimostrare alla faccia di Guariniello e Zeman che nel calcio non ci sono né lobbies né i comitati di affari e ne tantomeno la mafia. La presenza nelle indagini di calciopoli dei PM antimafia Beatrice, Narducci e Roberti facevano pensare il contrario.

Altra brutta pagina è il razzismo. I “bububbubu” ai fratelli di colore o il tifo sfegatato per il nostro Vesuvio “lavali con il fuoco”: non è bello, non è corretto, non è sportivo.

I nemici, vorrei far capire agli stupidi razzisti, sono altri, quelli che oggi svernano all’estero dopo averci derubato.

Meriterebbero pernacchie. Ma il “bon ton” non lo consente; almeno il nostro….

Nando Troise

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