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Analisi Tattica Napoli Calcio

Napoli – Atalanta, l’analisi tattica: azzurri fiacchi in fase di non possesso, Atalanta solida e pericolosa in ripartenza

Il Napoli non riesce ad alzare i ritmi e a sfondare, anche grazie alla buona organizzazione dell'Atalanta

VERSO LA GARA – Al San Paolo, il Napoli affronta l’Atalanta di Gasperini nell’ambito dei quarti di finale di Coppa Italia: anche in vista della gara di campionato con l’Hellas Verona, Sarri attua un discreto turnover, schierando tra i pali Sepe, affiancando Chiriches a Koulibaly al centro della difesa, con Hysaj a destra e Mario Rui a sinistra; a centrocampo, il tecnico toscano conferma soltanto Hamsik, con Diawara e Rog che completano il reparto, mentre in attacco concede a Mertens un turno di riposo e si affida al tridente offensivo inedito composto da Ounas, Zielinski e dall’insostituibile Callejon nel ruolo di punta centrale. Nell’Atalanta, Gasperini imposta un 3-4-1-2, schierando in difesa il trio composto da Toloi, Caldara e Palomino; a centrocampo, de Roon e Freuler agiranno da interni, mentre Castagne e Gossens verranno impiegati nel ruolo di esterni, con Cristante trequartista a supporto di Cornelius e Gomez.

 

LE CHIAVI DEL MATCH – L’Atalanta si presenta al San Paolo senza alcun dimore, scendendo in campo con aggressività e attuando un pressing molto alto in fase di non possesso: il baricentro alto degli ospiti mette talvolta in difficoltà il Napoli, anche a causa della marcatura di Cristante su Diawara in fase di non possesso, che limita le manovre del regista guineano e dunque la fase di impostazione della squadra di Sarri. Il primo tempo si rivela piuttosto equilibrato, con una parziale superiorità del Napoli in termini di possesso palla: nei primi quarantacinque minuti, però l’Atalanta si rende particolarmente pericolosa sulle ripartenze rapide condotte sulla fascia sinistra. Ad inizio ripresa, gli orobici sbloccano il match con Castagne, che da posizione ravvicinata deposita il pallone in rete col destro dopo essere stato servito indirettamente da una deviazione di Mario Rui. Al 55’, Sarri prova a dare una scossa alla propria squadra, effettuando un doppio cambio e mandando in campo Mertens e Insigne al posto di Callejon e Hamsik: Zielinski si posiziona dunque a centrocampo, lasciando spazio ad Insigne a sinistra nel tridente offensivo. Nonostante il cambio, però, il Napoli non riesce ad alzare i ritmi e a sfondare, anche grazie alla buona organizzazione e alla pregevole fase difensiva dell’Atalanta, che chiude tutti gli spazi e raddoppia spesso sul portatore di palla azzurro. Al 72’, Allan entra in campo al posto di Ounas, mentre Gasperini inserisce Ilicic al posto di Cristante. Il possesso di palla continuato dell’Atalanta a metà del secondo tempo funge in maniera eloquente da contraltare alla flebile reazione al goal del Napoli, che non si dimostra mai concretamente pericoloso. L’Atalanta trova il goal del raddoppio all’81’ con Gomez, che riceve un pallone alto dalle retrovie, supera in velocità Chiriches – anche perché il difensore rumeno scivola –, si inserisce in area di rigore e batte Sepe. Subito dopo il goal dello 0-2, Gasperini inserisce Petagna al posto di Cornelius. Il Napoli riesce ad accorciare immediatamente le distanze all’83’ con Mertens, che viene servito in area in maniera chirurgica da Insigne di testa piazza il pallone in rete. Per coprirsi in vista della crescente – e prevedibile – pressione del Napoli degli ultimi minuti di gara, Gasparini spende l’ultimo cambio a sua disposizione, sostituendo Gomez con Haas. Nonostante l’assalto finale del Napoli, è l’Atalanta ad accedere alle semifinali di Coppa Italia dopo aver disputato una gara di alto livello dal punto di vista tattico, ma anche caratteriale. D’altra parte, il Napoli si è dimostrato poco incisivo sotto porta e spesso un po’ fiacco in fase di non possesso.

 

A cura di Mariano Menna

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