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Quell’azzurro solo sfiorato. Luca Antonelli, la storia di un “quasi-napoletano”‏

Le vie del mercato sono infinite, o quasi. Nel giro di poche ora può capitare di passare virtualmente da una squadra ad un’altra, e poi finire per non muoverti minimamente da dove ti trovavi. È successo centinaia di volte, e stilare un elenco servirebbe solo ad intasare con nomi e date i vari articoli. Anche il Napoli, come tutte le squadre, non si sottrae a questa logica del tira e molla, al valzer degli affari sfumati. Capita, spesso e volentieri, quando tra allenatore e dirigenza permangono idee diverse. Nel quadriennio mazzarriano sono molteplici gli esempi di giocatori quasi presi e poi bocciati dal tecnico ancora prima di vestire la maglia azzurra, ricordiamo su tutti l’emblematico caso di Marco Verratti. O, peggio ancora, comprati, ma lasciati marcire in panchina o in tribuna. In questo caso Edu Vargas docet.

E come tutti gli allenatori anche Benitez ha delle sue “fisse”. Condivisibili o meno, già in estate portarono al mancato approdo di Astori. Fiducia prima a Britos e poi a Fernandez. E, soprattutto per quel che riguarda il secondo, i risultati positivi si stanno vedendo. Lo stesso capita a gennaio. L’infortunio di Mesto e quello di Zuniga avevano già costretto il Napoli a ripiegare su Reveillere. Armero sarebbe partito di lì a poco, quindi era necessario acquistare un altro terzino. Il nome proposto da Bigon era quello di Luca Antonelli.

Cresciuto nel Milan ed esploso nel Bari. Prima del passaggio al Parma. Napoli sembrava nel suo destino, fin da quel primo gol in Serie A proprio agli azzurri, unico nei quattro anni in Emilia. A gennaio del 2011 il passaggio al Genoa, in un maxi-affare che ha coinvolto anche Palladino e Modesto. Qui la sua esplosione. Terzino diligente, si afferma come uno dei migliori nel carente parco difensori italiano. Le poche e qualitativamente inferiori alternative che ha a disposizione Cesare Prandelli gli consentono di essere convocato per ben sei volte nella nazionale italiana.

Un pedigree rispettabile, non da campione, ma da buon giocatore. Qualche allenatore l’avrebbe preso di corsa, ma Benitez no. Il tecnico spagnolo mette il veto ad un’operazione che sembrava già fatta. Una presa di posizione che non manca di scatenare l’ormai consueto dibattito tra “italianisti” e fautori di un Napoli più internazionale. Antonelli comunque rimane a Genova, nonostante sia stato virtualmente un calciatore del Napoli per più di un giorno. Benitez ha deciso. Al suo posto verrà preso dal Saint-Etienne l’algerino Ghoulam, dopo che anche altre operazioni, com lo scambio Armero-Constant e quello Armero-Peluso, salteranno per le remore dei terzini di Milan e Juve.

Continua così il rapporto a dir poco complicato tra gli italiani e il Napoli. Da un lato rifiuti per i più disparati motivi (dai presunti problemi ambientali, fino alle immancabili fidanzate), dall’altro un processo di internazionalizzazione portato avanti da Benitez che si pone agli antipodi rispetto alla precedente gestione tecnica, la quale prediligeva giocatori con esperienza in Serie A. Il tempo come al solito sarà giudice imparziale e insindacabile. Antonelli nel frattempo non vestirà la maglia azzurra e il San Paolo, per i prossimi anni, lo vedrà solo da avversario.

Servizio a cura di Giancarlo Di Stadio

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