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De Laurentiis: ”Napoli – Juve, derby d’Italia. Chiedo al Comune di essere presente: in Europa proviamo vergogna ad ospitare grandi club”

"Sono al Napoli da due lustri, voglio fare grande il club ma servono garanzie"

Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis, è stato intervistato dal quotidiano “La Repubblica”. Ecco quanto evidenziato dalla redazione di IamNaples.it:

Napoli contro Juve, atto numero 159…
“Per me è il derby nazionale: la Juve non è una squadra torinese, ha un tifo trasversale in tutta l’Italia, perfino nella nostra città. Ma Il Napoli è la bandiera del meridione”.

È una partita diversa pure per lei, vero De Laurentiis?
“Speciale in assoluto, specialissima per me: ho battuto per la prima volta la Juve quando eravamo in C1, in un torneo estivo. Poi abbiamo fatto insieme con i bianconeri il percorso dalla B alla serie A. Molte volte hanno vinto loro, ma spesso è capitato anche noi…”.

Dall’ultima sono passati appena 18 giorni e già le tocca la rivincita.
“Siamo pronti: ma non è un bene per i tifosi che lo stesso show debba già riandare in scena. La Supercoppa era prevista per agosto, poi siamo stati costretti a spostarla a dicembre, per colpa dei preliminari di Champions: non c’erano altre date”.

Dov’è l’errore?
“Il calendario è ingolfato: ora c’è la Coppa d’Africa, che a noi toglie Ghoulam. Bisognerebbe mettere ordine, giocare a Natale e dare ai club la possibilità di ritagliarsi i propri spazi. Siamo noi a tenere in piedi il circo: non Blatter e Platini, politici che non si curano degli imprenditori. Senza equilibrio, però, alla fine ci rimettono i tifosi: che meriterebbero rispetto”.

La gita in Qatar è stato un lusso per pochi…
“Ero contrario: avevo proposto di giocare la Supercoppa in due gare: andata a Napoli, ritorno a Torino. Proprio per i tifosi. Ma mi hanno detto che c’erano la neve, le vacanze… Stavolta invece il San Paolo potrà riempirsi e ne sono felice. Sarà anche l’occasione per onorare un grande artista come Pino Daniele”.

Partita speciale: per 50 mila.
“Ma è un peccato giocarla in un impianto non all’altezza. Ci sarà perfino una parte di curva inagibile. Purtroppo il Comune è sempre più assente e io sono preoccupato: per il futuro del calcio a Napoli e di tutta la città”.

Da che dipende l’emergenza del San Paolo?
“Dai ritardi dell’amministrazione, giganteschi. Il nostro stadio è inadeguato, manca anche la manutenzione: ci siamo vergognati d’ospitare club come Bayern, Arsenal, Manchester”.

Il Napoli non può nulla?
“Il Napoli ha anticipato parecchi milioni, in lavori d’urgenza, per dare un po’ di decoro e dignità al San Paolo. Dovrebbe essere lo stadio della terza città di Italia, o no?”.

De Laurentiis la sua parte l’ha fatta?
“Valuti lei. Dieci anni fa il Napoli era un pezzo di carta. Ora è protagonista in campo internazionale. Le istituzioni cittadine avrebbero dovuto sventolare i nostri risultati come uno spot: il bello del calcio contro la Terra dei Fuochi”.

E invece?
Siamo tra i primi 25 club del continente, per meriti sportivi. Quando giriamo l’Europa, però, ci misuriamo con realtà più evolute della nostra: in Spagna, Portogallo, dovunque. È un limite per tutti i club italiani, non solo del Napoli. Siamo sottosviluppati. Ma così dove andiamo?”.

È un po’ invidioso anche della Juve?
“Mai provato invidia. Alla Juve ruberei solo la continuità: il club bianconero ha una proprietà storica e consolidata. Il Napoli invece è mio da appena due lustri, altrimenti saremmo molto più avanti anche noi. Siamo un’entità nuova, pur avendo conservato per amore e rispetto dei tifosi il nome della società precedente. Ma non siamo nati nel 1926: abbiamo solo dieci anni di vita, pure della mia, che ho dedicato e dedicherò al calcio senza pentimenti. Mi sento un paladino di Camelot”.

A proposito: le è piaciuta la goleada di Cesena?
“La prima mezz’ora mi aveva trasmesso un po’ di fastidio e ansia. Poi la nostra qualità ha fatto la differenza. Mi è piaciuta l’intesa tra Hamsik e Higuain e il loro abbraccio. La forza del nostro spogliatoio sta crescendo: tutti per uno e uno per tutti. È così che si vince”.

La Supercoppa è stata la svolta?
“Penso di sì, ci stiamo portando dietro la carica di Doha. Il Napoli è in palla e sente molto questo nuovo appuntamento con la Juve. Dovremo fare attenzione, però: le partite di campionato sono diverse. Con i bianconeri sono sempre sfide tiratissime: spesso vincono loro, ma abbiamo vinto anche noi, qualche volta…”.

 

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