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Dzemaili: “Non temiamo nessuno, il vero Napoli è quello visto col Chelsea”

Il centrocampista svizzero a 360° sulla stagione azzurra

Ospite del salottino di Radio Marte di Silver Mele, Blerim Dzemaili, ritrovato jolly di centrocampo della rosa azzurra, rilascia interessanti dichiarazioni sulla situazione sua e del Napoli tutto, proiettato alla prossima trasferta a Parma tra sogni Champions e obiettivi in Campionato. Ecco quanto evidenziato dalla Redazione di Iamnaples.it:

“Il fatto di dover “pranzare” alle 9.30 sarà strano di sicuro, ma dovranno farlo anche loro, quindi… Per me non sarà un problema mangiare spaghetti. Cosa ricordo della mia esperienza a Parma? Una bella società, sana, dove ho vissuto due anni bellisimi. Ringrazio la società, Ghirardi e Leonardi, per quanto mi hanno dato, ma ora penso solo al Napoli: il passato è passato. Il mio periodo-no iniziale? Sicuramente dopo i primi 2-3 mesi iniziali, dove ho avuto problemi di ambientamento. All’inizio temevo i grandi nomi che ho trovato qui, poi mi sono accorto che campioni del calibro di Cavani e Lavezzi sono persone più modeste ed umili di molti altri giocatori conosciuti in carriera, che magari manco potevano permetterselo.

I miei due gol? A Parma e Torino ho segnato pochissimo, qui è più facile grazie alla qualità dei compagni che riescono a mettermi in condizione di segnare. La parata di Julio Cesar? Come spesso mi capita, ho fatto fare bella figura ad un grande portiere, scherzi a parte, peccato che non sia entrata. Il mio ruolo? Fino a quindici anni ho fatto l’attaccante, poi sono diventato professionista da terzino destro, poi ho giocato al centro della difesa ed ora mi chiedete se preferisco giocare da trequartista o da mediano puro? Preferisco giocare e basta, credo sia un bene per il mister avere un giocatore eclettico come posso esserlo io. Di natura sono un velocista, poi posso giocare ovunque.

Obiettivi stagionali? Ora pensiamo al Parma, una squadra che in casa riesce a mettere in difficoltà chiunque. Dobbiamo trovare l’atteggiamento giusto, come fatto con Chievo e Fiorentina. Contro Chelsea e Inter per noi è più facile, ma nelle ultime 3-4 settimane in questo senso siamo migliorati molto: speriamo continui così. La mia migliore partita? Con Udinese ed Inter, anche se in due ruoli diversi. La mia ripresa? Io, Inler e Gargano siamo molto coesi, ci siamo lasciati indietro le difficoltà. Per ora io ed Inler stiamo facendo bene, Gargano è costante dall’inizio. Se crediamo al terzo posto? Abbiamo vinto contro il Chelsea, perchè dovremmo avere paura di qualcuno? Noi non temiamo nessuno, ma non dobbiamo mai avere momenti di sbandamento e superficialità: senza piedi per terra non si va da nessuna parte. Campionato-Champions? Non possiamo fissarci su un solo obiettivo, ma lottare sui tre fronti con il cuore aperto, d’altronde se non arrivassimo terzi non potremo giocare la prossima Champions, e anche la Coppa Italia è importante per regalare un sogno ai tifosi e alla società. Cosa potrebbe succedere se si vincesse qualcosa? Ho notato il grandissimo calore dei tifosi e non oso immaginare questo grandissimo amore dove potrebbe sfociare in caso di successo. Se sento ancora qualche compagno del Parma? Mirante e Morrone, ma non quotidianamente. Lì ho lasciato tanti amici. Mazzarri? Il gruppo è nelle sue mani, prepara le partite in modo perfetto e mette ognuno di noi nelle condizioni migliori per dare del nostro meglio. Se mi aspetto di giocare? Una bella domanda, ma prima di domani non lo saprò. Hamsik, Cavani e Lavezzi? Tre giocatori fortissimi e molto diversi. Il Pocho è importantissimo perchè crea spazi, saltando sempre l’uomo. Cavani segna sempre, un attaccante che ogni squadra desidererebbe. Hamsik da grande equilibrio alla squadra e segna come un attaccante.

Chi mi ha impressionato di più? Umanamente Hamsik, sono in camera con lui ed è bello poterla dividere con lui. Ma non ho nulla da ridire neanche sugli altri. Se parlo macedone con Pandev? Non so parlare macedone, io appartenevo alla minoranza albanese e non consco la lingua, non avendo frequentato le scuole lì e poi è meglio che tutti parlino la stessa lingua. Il San Paolo? Quando le cose vanno male è difficile, perchè i fischi fanno male, ma è anche vero che quando i tifosi ti sostengono quello che succede a Napoli non succede da nessun’altra parte. Ogni due domeniche assisto a spettacoli unici nel suo genere. Se sono contento di essere tra i papabili titolari? E’ stato importante per me trovare fiducia, il mister mi ha sempre dato una mano ed ora che le cose vanno meglio gli sono riconoscente per quanto mi è stato vicino nei momenti no. Stamford Bridge? Sarà difficile fuori casa, ma i tifosi azzurri ci seguiranno e ci aiuteranno in una partita difficilissima; ma ora pensiamo a Parma, anche perchè se non facciamo bene in Campionato ci giochiamo la prossima partecipazione alla Competizione Europea. La città di Napoli? Mi ricorda la mia terra natìa, in Macedonia si è più poveri ma il modo di approcciarsi alla vita, sempre con il sorriso sulle labbra. Qui ho tanti amici che a Parma e Torino non ha mai avuto. Cosa amo di Napoli? La cucina, chi non ama la mozzarella? E poi la bellezza della Città. A chi mi diceva di stare attento quando si seppe che arrivavo sotto al Vesuvio rispondo che qui sono felice e non ho paura di girare per la Città. I tifosi quando ti vedono sono molto affettuosi  e non negherò mai a nessuno una foto o un autografo.

La partita che ci rappresenta meglio? Spero che ancora debba arrivare, data l’importanza del momento in cui ci stiamo proiettando. Il più simpatico dei compagni? De Sanctis. Il più musone? Dossena, ma solo all’inizio poi si è aperto. Casinista? Aronica. Il più innamorato della musica? Il Pocho. Il più timido? Vargas. Il più scherzoso? Lucarelli. Il mio migliore amico? Cannavaro ed Aronica, ad ex-equo. Su Vargas c’è da scommettere? Sicuramente: lo vedo in allenamento e vi dico che ha qualità enormi che pochissimi, per ora, conoscono. “

La Redazione

M.P.

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