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Fabio Cannavaro: «Il calo? Effetto della Champions»

«Tutti i tecnici puntano sul gruppo base di 14-15 elementi»

L’effetto negativo della Champions. Fabio Cannavaro, l’eroe di Berlino, il napoletano salito sul tetto del mondo nel 2006 non ha dubbi. Lo stress da impegno europeo, solo questo il motivo della brutta prestazione di Torino contro la Juventus e più in generale del calo azzurro dell’ultimo periodo.
«Si notava chiaramente la differenza di passo, la Juve stava meglio da un punto di vista atletico, era più brillante. Il Napoli in questa fase sta pagando il grande sforzo compiuto in Champions, una manifestazione che ti prosciuga le energie. Qualcosa in termini di punti e di prestazioni in campionato finisci sempre per pagarlo».

 La stanchezza dei titolari, rischioso affidarsi sempre a un gruppo base?
«Direi normale affidarsi a un gruppo base. Mazzarri si è affidato soprattutto su 14-15 elementi, quelli per lui sono più titolari di altri perchè gli danno maggiori garanzie. È una prerogativa di tutti gli allenatori che hanno un gruppo base sul quale fanno affidamento e insistono soprattutto su questo».

Ma ora i cambi saranno obbligati?
«Un po’ di freschezza da parte di chi ha giocato meno può essere importante in questo momento. Il Napoli deve ritrovare energie e piazzare lo sprint finale per dare un senso ancora più importante alla stagione da considerarsi già positiva».

Terzo posto e coppa Italia, cosa sceglierebbe?
«Dico tutte e due, non mollerei nulla. Vincere la coppa Italia sarebbe molto prestigioso perchè significherebbe riconquistare un trofeo dopo tanti anni. Ma altrettanto importante sarebbe il terzo posto per riconquistare la Champions, dare continuità è fondamentale anche per la crescita del club».

Partiamo dalla volata per il terzo posto, sabato c’è la Lazio: una gara decisiva?
«Uno scontro diretto, l’importante per il Napoli sarebbe già non perdere. Sono tutte quante lì e poi ci saranno altre sette partite da giocare. I giochi sono apertissimi e questo passo falso contro la Juve non deve scoraggiare».

 La Roma è in risalita, può essere considerata al momento l’avversaria più pericolosa?
«L’avversario più pericoloso è il Napoli stesso. Mi spiego meglio, gli azzurri non devono guardare in casa d’altri ma pensare solo a loro stessi. L’importante ora è ricompattarsi e soprattutto tenere sempre alto il livello delle motivazioni. Aver raggiunto la finale di coppa Italia non deve essere considerato un punto di arrivo, la stagione è ancora tutta da giocare».

Fondamentale sarà ritrovare la brillantezza atletica: è d’accordo?
«Questo senza ombra di dubbio. Il Napoli rende al massimo se tutti sono al massimo. Questa è la forza della squadra di Mazzarri. Cavani e Lavezzi si esaltano se tutta la squadra va a mille. In squadra non ci sono giocatori come Ibrahimovic che prende il pallone e da solo ti risolve le partite».

 La finale di coppa Italia, il Napoli può prendersi la rivincita sulla Juve?
«Assolutamente sì, le finali sono partite secche, indecifrabili, tutti e due hanno le stesse possibilità. Guai a farsi condizionare dal 3-0 in campionato. Si azzera tutto, il 20 maggio vincerà chi in quella serata si dimostrerà più forte».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

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