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Guidolin: «Cavani a Palermo con me faceva già cose pazzesche»

Il tecnico dell'Udinese: «Edi era molto magro adesso è un top player pari a Messi e Ronaldo»

«Ciò che mi colpì maggiormente di Cavani quando arrivò da noi fu il fisico: era magrissimo». Chissà quale faccia fece Francesco Guidolin, il primo allenatore italiano del Matador ai tempi del Palermo. Oggi Guidolin allena l’Udinese dei «soliti» miracoli, e per uno che nel proprio palmarès vanta oltre 500 panchine in A, non è difficile tratteggiare il più forte centravanti del nostro campionato. Ne parla perché lo conosce bene.
Cavani ha esordito in A proprio sotto la sua guida: si vedeva che era un predestinato?
«Altro che! Con noi ha dovuto fronteggiare il classico periodo di ambientamento. Ma già nei primi mesi dimostrò di possedere grande determinazione e voglia di fare bene. Mi ricordo la sua faccia giovane e quel fisico all’epoca magrissimo. Ma che avesse talento, nessuno ne dubitava».
Negli ultimi due anni molti si sono chiesti: possibile che a Palermo abbiano lasciato andare uno così forte? In Sicilia non esplose per problemi ambientali o perché le sue caratteristiche mal si adattavano a quelle della squadra?
«Diciamo innanzitutto che io l’ho fatto esordire in A. Poi andai via e Cavani proseguì il suo percorso. Direi quasi un percorso normale, forse di adattamento. È vero però che giocava esterno e non punta centrale. Molto probabilmente la tappa siciliana ha rappresentato per lui un processo di maturazione fisiologica al termine del quale, quando poi decise di trasferirsi al Napoli, era diventato già un ragazzo e un giocatore più maturo».
Guidolin, dica la verità: avrebbe scommesso sull’esplosione di Cavani?
«Sì. Quando iniziò a giocare a Palermo con continuità cominciarono a venir fuori le sue qualità pazzesche. Parliamo di un attaccante moderno con una straordinaria capacità di fare comunque gol e con una generosità che consente alla squadra di avere da lui un enorme contributo anche in fase di non possesso palla. Ascoltatemi: ricordate quando il Napoli voleva Sanchez? Bene, io vi dico che se due anni fa avesse preso Sanchez e tenuto Lavezzi, con Cavani il San Paolo avrebbe ammirato il trio d’attacco più forte d’Europa dopo il Barcellona».
Oggi Cavani è da considerarsi tra i più forti al mondo ?
«Assolutamente sì. Lo metto con Falcao, Messi, che fa il finto centravanti nel Barcellona, Van Persie, Suarez e Cristiano Ronaldo. Nella classifica dei top ten mondiali, Edi c’è senz’altro».
Quindi se dovesse andar via da Napoli, meriterebbe una squadra di livello mondiale?
«Lui è già in un grande team. Il Napoli sta crescendo in tutto, nei risultati, nella dimensione e sta tornando lo squadrone che fu. Più grandi del Napoli ci sono quelle 3-4 squadre che rappresentano i top team mondiali. Se proprio dovesse andar via, è giusto che vada lì».
Vincerà la classifica dei cannonieri?
«Ovviamente io faccio il tifo per il mio Totò (Di Natale) ma Cavani è indubbiamente il grande favorito».
Qual è la sua caratteristica migliore?
«La tecnica, lo spunto di rapidità, la capacità di saper colpire con tutti e due i piedi, e di testa, accoppiando a tutto ciò una grandissima velocità».
Cosa chiede ai suoi difensori quando devono marcarlo?
«Dico di stare attenti alla profondità».
Con questo Cavani, il Napoli può competere per lo scudetto?
«Sta già lottando per il tricolore».
Sarà Juve-Napoli fino a maggio?
«Ho l’impressione che fra queste due, alla fine, uscirà fuori la squadra vincente».

Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.

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