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Non rompete il giocattolo

La brutta serata in campo può accadere, è inaccettabile il clima che si respira al Maradona

Mi ha sempre colpito il richiamo della Costituzione americana al diritto alla felicità, è un concetto intimo, complesso, trasmette l’idea di uno Stato che si prende carico della complessità dell’uomo. Se ci fosse una Costituzione napoletana, andrebbe inserito perché in questa città si fa fatica ad essere felici. Domenica 2 aprile 2023 è un giorno triste, non solo per la sconfitta netta imposta dal Milan, un poker senza storia. Sul campo è stata una serata storta, con il Napoli che non è riuscito mai a proporre il suo calcio. Lobotka è stato annullato, ci sono tanti errori nella gestione del pallone, il Milan in vari momenti-chiave ha portato a spasso il Napoli che non riusciva a tenere in campo le distanze. “Non so se è un buco o una voragine”, le parole di Spalletti esprimono la preoccupazione per la prestazione della squadra. Un grido d’allarme da non sottovalutare ma che soltanto il lavoro sul campo e le prossime partite potranno cancellare.

Le partite poi sono fatte di momenti: l’occasione fallita da Simeone, il gol dello 0-3 subito nel periodo in cui il Napoli stava intensificando la pressione offensiva. L’unico segnale positivo è il rientro di Raspadori che, in attesa di Osimhen, è una soluzione concreta. I tifosi non fanno gol, diceva Andrea Pirlo ma sicuramente il clima irrespirabile vissuto al Maradona non ha aiutato la squadra.

Fuori dal campo, invece, è una sconfitta pericolosa, la fotografia di un clima inaccettabile. Chi si occupa di ordine pubblico ha il dovere di prevenire e mediare. Per gli scontri di Badia al Pino Est o con i tifosi dell’Eintracht Francoforte, bisogna seguire il criterio della responsabilità individuale.

Chi ha sbagliato segue l’iter processuale e paga se le sue colpe vengono accertate. L’idea di distruggere il tifo organizzato soltanto a Napoli, mentre esiste in tutto il mondo, annullandolo con il divieto d’introdurre strumenti come tamburi, megafoni, bandiere e striscioni rappresentative dei gruppi crea un Maradona spoglio di passione soprattutto se poi alle tifoserie delle squadre avversarie viene concesso, invece, di portare tutto. Nel caso degli ultras della Lazio ci furono anche i petardi con un ragazzo in curva A inferiore che risultò ferito.

Questa storia ha creato il clima di ieri sera in cui poi la follia ha preso il sopravvento. È inaccettabile sapere di bambini, ragazzini che volevano solo godersi la partita e tifare dover vedere una rissa in curva, spaventarsi per i fumogeni accesi all’82’ in segno di sfida. Una storia figlia di una lite interna che si trascina da lontano, ci fu una rissa anche nel settore ospiti a Francoforte.

La motivazione principale dell’attrito è nella scelta del gruppo Ultras 72 di sottoscrivere la tessera del tifoso che è diventata un requisito fondamentale anche per l’acquisto di biglietti di Napoli-Eintracht Francoforte. La rissa è una vergogna da non ripetere perché chi vuole rivendicare dei diritti deve prima evitare di far disgustare uno stadio e una città intera.

C’è il bene supremo, il Napoli che in campo ha avuto una brutta serata. Può accadere, è inaccettabile, invece, il clima che si respirava al Maradona. Nessuno si senta assolto, avrebbe detto De Andrè. Tocca a tutti la responsabilità di non rompere il giocattolo, non guastare ancora un’annata che può diventare magica. Il tempo passa per non ripassare più, ricorda Spalletti. È una gioia attesa da 33 anni, con generazioni intere che hanno messo questo sogno al centro della propria vita da tifosi. Non si può farsi del male così, bisogna trovare una strada comune.

Il Maradona diventi come tutti gli altri stadi in cui convivono il tifo e il rispetto delle regole. Il 2 aprile 2023 è una data da non dimenticare, una lezione: Mai più!

 

Ciro Troise

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