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Giuntoli, l’allievo che sfida il maestro Paratici ma il gap con la Juventus è ancora ampio

Grassi è la risposta a Mandragora, la “Giovane Italia” torna ad essere apprezzata ma per competere stabilmente con la Juventus bisogna investire su stadio e settore giovanile

Nei giorni in cui Cristiano Giuntoli imbastiva la trattativa con il Napoli per diventare il nuovo direttore sportivo, era a Berlino a vedere la finale di Champions League tra Juventus e Barcellona. Non era la classica tappa imperdibile per un appassionato di calcio ma per il direttore sportivo reduce dal miracolo Carpi si trattava di un viaggio dovuto all’amicizia con Fabio Paratici, l’anima tecnica della dirigenza bianconera. Marotta s’occupa dell’aspetto gestionale, il guru della programmazione calcistica in casa Juve è Paratici, un esempio per Cristiano Giuntoli. C’è sintonia tra i due, lo dimostra anche il lavoro, la preferenza per il mercato italiano, l’attenzione costante ai giovani da acquistare prima che il prezzo del cartellino diventi spropositato e il mirino sulle categorie minori alla ricerca della scoperta stile Letizia o della plusvalenza che per esempio potrebbe produrre in futuro un’operazione alla Gnahorè.

La Juventus in questo mercato non ha potenziato una rosa completa in tutti i reparti, solo un colpo di grande spessore alla Gundogan avrebbe potuto elevare il livello della squadra di Allegri ma ha lavorato per il futuro. Ha acquistato Rolando Mandragora, il talento più promettente del calcio italiano valutando il rapporto età-qualità calcistiche e ha stretto una sinergia interessante con il Sassuolo, monitorando Trotta e Sensi oltre a Berardi nella squadra di Di Francesco.

In casa bianconera possono permettersi il lusso di parcheggiare in panchina calciatori del calibro di Asamoah, Lemina, Rugani, Morata, Zaza, nel mercato di riparazione c’è poco da completare. La storia del Napoli è completamente diversa, gli azzurri avevano programmato la stagione sul 4-3-1-2, con Saponara primo obiettivo e Soriano l’alternativa di livello trattata fino alle ultime ore dello scorso mercato estivo. Il passaggio al 4-3-3, il rendimento straordinario, il ricorso costante ai “titolarissimi” in campionato hanno trasformato la storia della stagione. Il film dell’”anno del ridimensionamento” ha lasciato spazio ad una squadra che diverte e vince esprimendo il miglior calcio d’Italia emozionando tantissimo il pubblico del San Paolo.

Un meccanismo tattico curato nei dettagli, una squadra corta che ha degli automatismi splendidi in entrambe le fasi. I sogni sono legittimi, è un gruppo che convince ma ha degli interpreti che hanno un peso specifico impressionante, molto difficili da sostituire: Koulibaly, l’unico difensore rapido ed esplosivo in rosa, Hamsik, l’elemento in grado di cucire i reparti e guidare la transizione tra le due fasi, Callejon, il “motorino” sulla fascia destra che per intensità e senso tattico non ha sostituiti, e Higuain, che, però, sarebbe indispensabile in qualsiasi squadra.

Giuntoli finora ha arricchito il centrocampo con un giovane molto interessante che può dare un ricambio ad Allan: è Alberto Grassi, un centrocampista di sostanza, dotato di spiccate capacità nel recupero palla e anche discreti tempi d’inserimento. Ha personalità ma dovrà superare l’esame del San Paolo e della realtà d’alta classifica ma è un rinforzo valido soprattutto in prospettiva. Grassi nella sfida Giuntoli-Paratici è la risposta a Mandragora, è la “Giovane Italia” che cura l’overdose di stranieri mediocri del calcio italiano. Non si tratta del “colpo da scudetto” ma con i parametri finanziari del Napoli è difficile immaginare che si possa compiere un acquisto del genere a gennaio. Ha ragione Maurizio Sarri quando dice che questo calciomercato non cambia gli obiettivi stagionali. Riguardo alla difesa, la programmazione del Napoli non è stata all’altezza, a fine mercato De Laurentiis e Giuntoli stanno cercando un “tappabuchi”, un quarto difensore perché in realtà su Luperto ci credono in prospettiva ma non nell’immediato. “E’ il nostro quarto difensore ma non è ancora pronto”, rivelò Maurizio Sarri dopo la partenza di Henrique. La terza stagione vissuta stabilmente in maglia azzurra gli consentirà di essere considerato un prodotto del vivaio nella prossima stagione, probabilmente senza la riforma sarebbe stato ceduto in prestito visto le tante squadre interessate, non solo in serie B.

L’obiettivo era Maksimovic ma il Torino non ha voluto cederlo, il piano B Tonelli ma anche il ds Carli ha declinato tutte le proposte e allora dovrebbe arrivare uno tra Barba e De Maio, giocatori che non hanno brillato finora con le maglie di Empoli e Genoa. A questo punto perché non riportare a casa Izzo e correggere uno dei più gravi errori di mercato degli ultimi anni?

Il Napoli è a +2 sulla Juventus e a +6 su Inter e Fiorentina che stanno provando a rinforzarsi ad ampio raggio in questa sessione di calciomercato. La Champions fa gola a tutti ma sul campo e sul mercato il Napoli ha il dovere di dare linfa all’impresa che sta realizzando. Considerando gli ultimi quattro campionati, tra i bianconeri e gli azzurri c’è un gap complessivo di settanta punti, questo dato è significativo riguardo alla stagione strepitosa del Napoli di Sarri ma mette in luce anche il divario strutturale tra le due realtà. Non nasce sul campo ma fuori, nel calcolo del fatturato e del monte ingaggi e De Laurentiis ha una sola strada per essere competitivo sul lungo periodo ai bianconeri: investire sullo stadio facendolo diventare una macchina che produce ricavi, sul settore giovanile in modo che siano di più gli “Insigne” in organico e seguire la strada della crescita a livello societario, a cominciare dalle strutture, il “bigliettino da visita” per ogni professionista che arrivi a Castelvolturno.

Ciro Troise

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I Am Naples Testata Giornalistica - aut. Tribunale di Napoli n. 33 del 30/03/2011 Editore: Francesco Cortese - Andrea Bozzo Direttore responsabile: Ciro Troise © 2021 IamNaples
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