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[FOTO] IV° Seminario Aaci, Sannino: “Vi racconto la mia storia….”

Malfitano: "Con Mazzarri ho vissuto quattro anni d'inferno per un 5 in pagella"

Al complesso “Il Giardino di Francesca” dei Camaldoli di Napoli c’è stato il IV Seminario di aggiornamento dell’Associazione AACI,  sul merito nel mondo del calcio (clicca qui per leggere l’articolo sul II Seminario e qui per l’articolo sul III incontro). Relatore d’eccellenza è stato l’ex allenatore di Varese, Siena ed attualmente al Palermo (nella prossima stagione probabilmente al Verona o al Genoa, ndr), Giuseppe Sannino, vero esempio di meritocrazia e di lavoro nel mondo del calcio. Presenti al Seminario, il giornalista de “La Gazzetta dello Sport” Mimmo Malfitano, l’ex calciatore ed allenatore Gianni Improta, l’Avvocato Vincenzo Simonelli ed il presidente onorario dell’AACI, Giuseppe Cresci. Queste le parole di Simonelli, che ha presentato le norme guida e lo statuto dell’AACI: “Quando è nata l’Associazione mai avremmo immaginato di organizzare un qualcosa di così interessante a livello nazionale. In un primo momento il tutto è nato su base regionale, poi abbiamo capito che la partecipazione sarebbe stata più massiccia e numerosa anche nelle altre regioni italiane. Noi siamo partiti da norme dello Stato italiano, dall’Articolo 39 della Costituzione, che dà libertà di associazione sindacale, ora il cammino è lungo ma non ci spaventa. Lo statuto da noi presentato è stato approvato il 13 maggio: quello è stato un momento davvero importante. In quella data abbiamo prodotto qualcosa a livello nazionale che può arricchire il calcio in Italia. La sede per ora è temporanea, ma noi miriamo ad avere sede a Coverciano, per arrivare il più in alto possibile. I capisaldi dell’Associazione sono la formazione e l’aggiornamento, che saranno la nostra pietra miliare, la stella cometa di questa Associazione, dove l’associato sarà protagonista con le sue idee, stando al centro del discorso. Gli allenatori abilitati e non abilitati avranno le stesse possibilità, con parità di diritti, così come le donne, in un’Associazione del tutto apolitica; infatti, chi dovesse candidarsi in politica rischia l’esclusione dallo status di associato. Vogliamo metterci al servizio dei giovani allenatori, anche delle regioni meno importanti dal punto di vista numerico”. Dopo il lungo intervento dell’Avvocato Vincenzo Simonelli, ed il saluto di Gianni Improta, è intervenuto il collega de “La Gazzetta dello Sport”, Mimmo Malfitano. Questi i concetti da lui espressi: “Nel calcio, che è la terza industria del nostro paese, c’è bisogno di aggregazione e di democrazia, certamente non di alimentare i contrasti ed in questo l’AACI è all’avanguardia, anche nei riguardi dei media. Molti allenatori infatti hanno chiuso le porte ai giornalisti, cioè il tramite tra loro e i tifosi ed apprezzo in Giuseppe Sannino la qualità di avere sempre mantenuto ottimi rapporti con la stampa, che pubblicizza e dà nome a loro e alle loro società, anche a livello dilettantistico. Il confronto è importantissimo, a livello di Serie A ho avuto quattro anni di inferno con Mazzarri, per un 5 che gli misi in pagella…. Molti allenatori non insegnano niente ai giovani se si credono arrivati e se sono presuntuosi, il confronto è fondamentale. Ad esempio il mio rapporto con Ottavio Bianchi non era dei migliori, ma noi avevamo la possibilità di entrare in campo e di vedere gli allenamenti di Maradona, Bagni, Careca e tutti gli altri. Tantissime volte ho visto dei litigi e delle botte tra calciatori, che noi ovviamente non riportavamo sui giornali, mentre oggi non possiamo neanche entrare nel quartier generale di Castelvolturno. I giornalisti napoletani hanno grandi difficoltà nel raccontare ai tifosi cosa accade in società, ma anche quelli di altre città. Io spero che il mondo del calcio si riapra e spero che quest’ Associazione riesca anche in quest’intento”. L’attesissimo intervento di mister Giuseppe Sannino, che prima del convegno è andato a salutare al centro sportivo “Kennedy” gli allenatori degli Allievi e dei Giovanissimi Nazionali del Napoli Ciro Muro e Nicola Liguori, è arrivato per ultimo: “Nella mia vita ho fatto il calciatore discretamente e dopo i trent’anni mi sono trovato di fronte ad una vita nuova e molto difficile, lavorando e cercando di rientrare nei campi di calcio, che hanno rappresentato il mio mondo da quand’ero bambino. Per quanto mi riguarda dopo la fine della carriera di calciatore, ho allenato in tutte le categorie, dal settore giovanile, passando dall’Eccellenza fino alla Serie C, la B e poi la A. La cultura della strada mi ha insegnato molto, agli inizi ho portato il mio bagaglio d’esperienza al servizio dei giovani, che acquisiscono da noi allenatori i valori veri, a loro bisogna far capire che non è tutto oro quel che luccica. Il calcio è gioia, i genitori non devono dare pressioni ai ragazzi, che in campo devono apprendere dagli allenatori, divertendosi. Nel calcio le innovazioni sono difficili da digerire; io ho provato a portarne molte, come il ritiro nel settore giovanile. Senza i ragazzi non sarei diventato niente, il calciatore è il protagonista, ma credo che tutti i calciatori, soprattutto i campioni hanno bisogno di una guida, anche in Serie A, dove ci sono tante piccole aziende che lavorano insieme e che interagiscono. Nella mia carriera ho allenato molte squadre, in C2 ho vinto a Lecco e con il Pergocrema, lì ebbi anche i tifosi contro, inizialmente ce l’avevano con me perchè napoletano e mi definirono l’ “ecoballa napoletana”, poi alla vittoria del campionato inneggiavano il mio nome, ma io ovviamente li snobbai. Dopo l’esperienza al Pergocrema rimasi senza contratto, poi dopo un po’ mi chiamarono Como e Varese, due società di C2. Firmai con il Varese, che era una squadra a pezzi e da lì ripartimmo alla grande, sfiorando la Serie A, mettendoci tutto alle spalle. Il calcio vero è sui campi minori, non bisogna mai dimenticarsi da dove siamo partiti. 4-4-2? Io sono nato con questo modulo, nell’era di Sacchi. Io da calciatore ero un trequartista e riuscivo a creare la superiorità numerica, Arrigo mi ha fatto capire tante cose. Io penso che tutti i 4-4-2 siano diversi; all’inizio ero un integralista, poi in Serie A ho capito che c’è anche un altro calcio, giocando anche contro squadre che giocano con gli esterni larghissimi come Napoli e Roma. Se l’anno prossimo dovrò allenare chiederò giocatori duttili. Io mi sento un allenatore atipico, mi piace molto stare in mezzo alla gente, che ti forma e ti fa diventare quello che sei. Per quanto riguarda i rapporti con i media, io sono sempre stato molto aperto, l’unica cosa che mi fa arrabbiare è quando vengono riportate false notizie, soprattutto nel rapporto tra giocatore ed allenatore”.

Vi proponiamo alcune foto dell’evento:

Tra i presenti Rosario Campana, allenatore del Ctl Campania, squadra napoletana di Serie D

Ecco l’avvocato Simonelli e Peppe Cresci, presidente onorario dell’Aaci

Prende la parola Mimmo Malfitano, collega della Gazzetta dello Sport

Primo piano su Peppe Cresci, presidente onorario dell’A.A.C.I. e storico allenatore napoletano

Tra i relatori Gianni Improta, ex calciatore del Napoli e opinionista televisivo

Sannino si concede agli scatti con i tanti allenatori presenti

Dal nostro inviato al “Giardino di Francesca” dei Camaldoli di Napoli Dario Gambardella

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