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Germania-Ghana 2-2: le “Black Stars” ci credono, Klose raggiunge il “Fenomeno”

Germania-Ghana entra, almeno momentaneamente, nella storia dei Mondiali: finisce 2-2, un po’ a sorpresa, ed è stata una bellissima partita soprattutto nel secondo tempo, ma il merito in realtà è tutto di Miroslav Klose. Ha soltanto allungato la gamba destra a un metro dalla porta, un gesto semplice semplice che ha avuto il duplice effetto di regalare pari ai tedeschi salvandoli da un clamoroso tracollo e portare a 15 il numero di gol mondiali del laziale. Esattamente come Ronaldo, con cui condivide lo scettro dei marcatori di tutti i tempi, ma avrà altre occasioni per scavalcarlo. A quel punto Germania-Ghana resterà comunque una bella partita, nella quale anche gli apparentemente imbattibili tedeschi hanno mostrato più di un difetto.
EQUILIBRIO — Il Ghana ha il grande merito di essere ordinato senza fare barricate: l’ex milanista Boateng, tornato titolare dopo la panchina con gli Stati Uniti, si muove a volte accanto a Gyan, a volte arretra per dare una mano in costruzione in una squadra senza registi, ma di fatto non è efficace né in un modo né nell’altro e infatti viene sostituito in apertura di ripresa. Nell’atipico 4-4-2 sono le ali Atsu e Abedi Ayew a mostrare le cose migliori: il primo è inizialmente il più pericoloso sia in versione assist-man (Gyan spara fuori al 6′) che in quella di finalizzatore (bella parata di Neuer al 13′); il secondo tiene costantemente basso l’altro Boateng. Così, mentre il portiere tedesco deve respingere anche un gran sinistro di Muntari, sull’altro fronte Dauda tocca il primo pallone al 37′ dopo un tiro telefonato di Götze servito da una gran palla di Özil, il più mobile del tridente.
SPETTACOLO — Müller, mai pericoloso nel primo tempo, impiega 6 minuti della ripresa a dimostrare perché è un grande giocatore che, quando non segna, fa segnare: cross dalla destra per Götze che colpisce sì di testa, ma segna con il ginocchio sul quale gli rimbalza il pallone. Il debito con la buona sorte viene azzerato nel giro di 12 minuti, anche non c’è nessuna fortuna, ma solo meriti nel ribaltone africano: Appiah mette dento Jordan Ayew, ma è André che realizzaa un gol meraviglioso di testa sul cross di Afful sovrastando il sampdoriano Mustafi, mentre Asamoah Gyan firma il sorpasso segnando per il terzo Mondiale consecutivo su un assist d’oro di Muntari, bravo prima a intercettare il pallone a centrocampo, poi a innescare la rapida ripartenza. A questo punto entra in scena Löw, anzi Klose, che entra con Schweinsteiger. E al 71′, sul corner del centrocampista, Miro ci mette lo zampino. Per la quindicesima volta. Nei venti minuti finali si vede quello che ci saremmo attesi anche negli altri 70: la Germania gioca in velocità e fa la partita, sfiora più volte il gol (con Klose l’occasione più ghiotta) trascinata da Schweinsteiger. Ma finisce 2-2. Ed è giusto così, perché il Ghana era stato a lungo più bello e merita di restare ancora in corsa per la qualificazione.
Fonte: gazzetta.it
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