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Sport e Salute- Dott. De Brasi: “Allergie, la prevenzione anche nelle scuole calcio”

"Si dovrebbero istituire corsi di gestione del bambino in ogni istituto di formazione"

In Italia, e in particolar modo in Campania, aumentano sempre di più i soggetti allergici.

Le allergie sono caratterizzate da una risposta infiammatoria agli allergeni; locale o sistemica. I sintomi locali tipici sono:

  • Naso: rigonfiamento delle mucose nasali starnuti e scolo liquido (rinite allergica).
  • Occhi: arrossamento e prurito della congiuntiva (congiuntivite allergica). Quasi costantemente è un fenomeno di accompagnamento della rinite allergica.
  • Vie aeree inferiori: irritazione, broncocostrizione, attacchi d’asma.
  • Pelle: dermatite allergica come eczemi, orticaria, neurodermite (parzialmente) e dermatite da contatto.
  • Problemi del corpo: diarrea o stitichezza, problemi sessuali e relazionali, rigurgito e a seconda della gravità può causare seri problemi cardiaci.

La risposta allergica sistemica è detta anche “anafilassi”: a seconda del livello di severità, può causare reazioni cutanee, broncocostrizione, edema, ipotensione fino allo shock anafilattico con possibile insorgenza di coma, a volte letale.

Ho incontrato il Dott. Dario De Brasi per porgli alcune domande riguardo questo fenomeno in continuo aumento, e da troppi preso sotto gamba, o addirittura sottovalutato.

Durante la chiacchierata che abbiamo avuto, l’allergologo, ci ha tenuto a fornirmi dei dati statistici che sono a dir poco preoccupanti.

In Campania, circa il 20% della popolazione soffre di allergie più o meno gravi. I dati relativi a soggetti allergici, affetti da rinite allergica grave, o addirittura asma bronchiale grave, sale al 23%.

L’asma è una malattia infiammatoria caratterizzata da ostruzione generalmente reversibile delle vie aeree inferiori spesso in seguito a sensibilizzazione da parte di allergeni. Talvolta però l’ostruzione bronchiale può essere irreversibile.

I fattori di rischio per l’asma sono numerosi, hanno origine genetica ed ambientale ed ognuno può contribuire con peso differente nella manifestazione della patologia. I principali sono la predisposizione genetica, allergie, infezioni, dieta, condizioni igieniche, inquinamento dell’aria ed attività fisica.

Circa 1/5 della popolazione è allergica, ma solo un paziente su otto riceve cure adeguate ai “problemi” legati alle varie forme di allergia.

Non tutti sono a conoscenza dei rischi che si possono correre sottovalutando le manifestazioni allergiche: primo tra tutti, c’è il rischio di asma che può tradursi in asma irreversibile.

Un paziente affetto da asma irreversibile, è un paziente che in qualunque caso, nonostante la copertura di farmaci antistaminici nei periodi maggiore impollinazione, non riuscirà mai più a curare la patologia.

Più che una vera e propria intervista, la nostra è stata una chiacchierata che ha toccato argomenti importanti e ai molti sconosciuti, per scarso interesse, per scarsa informazione.

In Campania, il paziente affetto da allergia, è ancora considerato un paziente di serie B, a differenza delle altre regioni Italiane, in cui, ad esempio, i costi per l’immunoterapia sono in alcuni casi gratuiti.

Per questo motivo, l’allergologo, ha mosso una proposta che, volendolo, sarebbe assolutamente semplice da attuare: l’istituzione di una ”Associazione allergici Campania”; un’associazione che riesca a gran voce a fornire le informazioni giuste e corrette per i pazienti affetti da allergie.

Durante la nostra chiacchierata, è stato toccato un tema caro alla moltitudine di persone, me in primis: allergia e sport.

Sono ancora molti, troppi, i bambini o i ragazzi che frequentano scuole calcio, che si sa, svolgono i regolari allenamenti sui campi da gioco, a stretto contatto con allergeni, e che rischiano ogni volta, non essendo a conoscenza dei problemi che hanno e che non necessariamente si manifestano alla nascita o dopo pochi anni di vita.

Quando un allergene viene inalato, induce nei bronchi una serie di reazioni in sequenza che alla fine producono la crisi asmatica. Nel caso l’antigene venga inalato per la prima volta, viene “mangiato” (fagocitato) e “smontato” in piccole parti (digerito) , dalle cellule specializzate come presentatrici di antigeni (come i macrofagi), allo scopo di esporne alla propria superficie alcune piccole parti (i peptidi). Tramite questa presentazione gli antigeni diventano riconoscibili dai linfociti T, che una volta attivati producono sostanze che attivano i linfociti B, i quali producono anticorpi contro l’allergene, chiamati immunoglobuline E, che si appiccicano ai mastociti. Arrivati a questa fase, il futuro malato non si accorge ancora di nulla, però l’organismo è ora attrezzato a rispondere veementemente nel caso di un’altra esposizione all’allergene. Nel momento in cui altri allergeni uguali siano inalati una seconda volta, il sistema immunitario “impazzisce”, si attivano i mastociti che liberano i mediatori dell’allergia, tra i quali l’istamina, che agisce da bronco costrittore (induce i broncospasmi, le contrazioni dei muscoli che opprimono la respirazione); parallelamente agisce sui capillari inducendoli a liberare liquido nel tessuto che quindi si rigonfia restringendo il bronchiolo. Inoltre sono prodotte altre sostanze, quali le proteine basiche che possono danneggiare l’epitelio bronchiale. Lo spasmo bronchiale a questo punto è pronto a manifestarsi, e la malattia può divenire cronica nel caso di un accumulo continuo dei mediatori dell’ infiammazione.

Molti dei più o meno giovani allievi delle scuole calcio campane, così come nel resto d’Italia, soffrono di allergie.

Il primo step, quello più importante, è la prevenzione. Bisognerebbe consultare uno specialista prima di praticare un qualsiasi sport, per due motivi principali: 1) evitare che le allergie di cui una persona soffre, possano sfociare in asma (patologia ben più grave), 2) l’asma non controllata, può diventare grave e irreversibile.

I comuni possono svolgere un ruolo attivo in questo campo.

La maggior parte dei comuni italiani ha all’interno del PUC, il “Piano del verde urbano”, ossia lo strumento che consente di determinare un programma organico d’interventi per quanto concerne lo sviluppo quantitativo e qualitativo del Verde Urbano, oltre che la sua manutenzione e gestione, riguardo agli obiettivi e alle esigenze specifici dell’area urbana.

Nella stesura del “Piano del verde urbano”, però, sono ancora troppo pochi i comuni d’Italia che si preoccupano di consultare un allergologo.

Spesso sono selezionate piante da innestare che appartengono a ceppi di natura allergizzante.

Le piante più comuni, di natura allergizzante, sono le graminacee, a cui appartengono anche l’Hordeum vulgare, comunemente conosciuto come orzo; il Triticum aestivum, ossia grano tenero; la Dactylis glomerata, la comune mazzolina o la Zea mays, il comune e conosciutissimo granturco.

Ma anche le comuni piante di nocciolo, di oleandro, i cipressi o le composite, sono di natura fortemente allergizzante. Quando gli ho chiesto cosa si può effettivamente fare per prevenire allergie e problemi ad essa legati di natura più grave, la risposta è stata semplice e chiara allo stesso tempo: PREVENZIONE. Questa è la parola d’ordine che è stata presente e ripetuta durante tutto il tempo del nostro incontro.

Inserire un allergologo nella stesura del Piano del verde, è un ottimo modo per poter fare prevenzione, e per di più, tenendo ancora in conto la crisi che non vuole abbandonare la nostra Italia, ha costi bassissimi.

“Si potrebbe fare ancora molto di più, – ha asserito il Dott. De Brasi – si dovrebbe applicare un filtro selettivo obbligatorio, si dovrebbero istituire dei corsi di gestione del bambino non solo nelle scuole calcio, ma in ogni istituto di formazione…

…solo una persona su ottanta sa come comportarsi in caso di crisi asmatica…” – ha sottolineato l’allergologo – “… si dovrebbe potenziare la comunicazione e l’informazione, solo in questo modo si potrebbe ridurre il numero di asmatici in Campania di circa un migliaio di persone, partendo anche da “regole” molto semplici… Se si riducesse la rinite allergica, diminuirebbe anche il numero degli allergici sul nostro territorio…”.

Ci sono poi alcune semplici regole che aiutano a convivere meglio con l’allergia. “Nel periodo primaverile estivo bisognerebbe innanzitutto evitare di uscire nelle ore centrali, e più calde, della giornata, durante le quali la concentrazione nell’aria dei pollini è molto elevata. Attenzione anche al vento, che trascina i pollini, e alla pioggia che li frantuma in una miriade di particelle che mantengono intatto il loro potere allergizzante”. Gli allergici “dovrebbero usare prudenza quando vanno in campagna ed evitare accuratamente i luoghi in cui l’erba è stata tagliata da poco”. E per la scelta della località di vacanza, “…meglio le zone di mare o di alta montagna…”.

Fonte: Eliana Giglio per Casoriadue

La Redazione

C.T.

 

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