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Il Roma – Napoli, a volte serve più il risultato che la prestazione: gli azzurri pronti contro il Torino

Non era facile vincere dopo una lunga sosta, Sarri aveva ammonito tutti.

Non si ferma il Napoli. Nella prima gara del 2016 gli azzurri rispondono per le rime a chi nel pomeriggio aveva iniziato il nuovo anno con una vittoria. Dopo i successi di Juventus, Fiorentina e Inter anche un pareggio avrebbe rovinato la festa della Befana ai tifosi napoletani. Invece la squadra di Sarri non ha perdonato il Torino ed è rimasta al secondo posto in classifica ad un punto dai nerazzurri di Mancini. Non era facile vincere dopo una lunga sosta. Il tecnico toscano aveva insistito più volte nel dire che le pausa poteva nascondere delle insidie. E così è stato. Soprattutto nel secondo tempo Hamsik e compagni hanno accusato un calo fisico che stava permettendo ai granata di recuperare. Poi è venuto fuori il carattere e al triplice fischio finale di un arbitro molto scarso è iniziata la festa sugli spalti. Ha cominciato, dunque, come ha finito il Napoli. Con una vittoria, l’ennesima che evidenzia le qualità di un gruppo che nei primi quindici minuti dall’inizio del match ha creato la bellezza di sette palle gol. Il Toro si è trovato di fronte un team molto concentrato e consapevole della propria forza. Il gol del vantaggio di Insigne è stato un spot del grande calcio, è stata un’azione tutta di prima che poi è finita con la prodezza del Magnifico. In quel momento si doveva insistere ancora di più ed invece si è concesso un po’ di campo ai granata che hanno prima sfiorato il pari con Quagliarella di testa (bravo Reina a parare) e poi hanno siglato l’1-1 sempre con l’ex di lusso su un calcio di rigore che è sembrato molto dubbio. Ma l’assistente di porta del modestissimo Di Bello ha ritenuto che c’erano le premesse per un penalty. A quel punto il Napoli non si è scomposto, ha ricominciato a macinare gioco e con un assist del solito Insigne per Hamsik si è tornati in vantaggio. Un gol straordinario del capitano, il secondo consecutivo dopo un lungo digiuno. Il primo successo del 2016 ha fatto sapere a tutti che non sa segnare solo Higuaìn. In una serata in cui il Pipita non è riuscito a siglare la sua diciassettesima rete in serie A ci hanno pensato gli altri a spingere il Napoli di nuovo al secondo posto. Va detto, però, che il sudamericano il suo lavoro l’ha fatto. È stato marcato duramente dai difensori granata e molte volte il modesto Di Bello ha deciso di non intervenire. Dunque, se non c’è l’argentino nel tabellino ci pensano altri due condottieri partenopei a fare la differenza. Bisogna fare i complimenti a Sarri che ha puntato di nuovo sul Magnifico visto e considerato che Mertens aveva concluso il 2015 in crescendo. Il puntero di Frattamaggiore ha fatto una magia e poi ha fatto il resto dando un pallone perfetto per Hamsik. A fine partita Sarri è stato molto obiettivo ammettendo che la squadra nella ripresa non è riuscita ad essere perfetta. Ecco, dunque, che di solito non contano solo le prestazioni ma anche i risultati. Vincere una partita come quella di ieri sera vuol dire molto. Significa che gli azzurri hanno capito che non sempre si possono incassare i tre punti con il bel gioco. Qualche volta (e l’Inter ne sa qualcosa) bisogna fare di necessità virtù e tenersi stretti i tre punti. «Il mercato mi annoia», ha insistito Sarri. Ma a quanto pare sarà accontentato almeno per il reparto difensivo. Cairo avrebbe detto sì all’offerta di De Laurentiis per l’acquisto di Maksimovic. Il patron del Torino avrebbe accettato i diciotto milioni messi sul piatto della bilancia dal suo collega. Se si dovesse chiudere sarebbe un grande acquisto non solo per il momento ma per il futuro. Il tutto confermerebbe che don Aurelio sa cosa vuole mettendo in condizione i suoi allenatori di lavorare sempre con calciatori forti che hanno davanti una grande carriera. Urge, però, un centrocampista ma guai a dirglielo a Sarri perché sarà già al lavoro per preparare la gara di Frosinone.

Fonte: Salvatore Caiazza per Il Roma

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