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A Napoli è già arrivata la Champions. Ma del Subbuteo

Il napoletano Bolognino è il miglior giocatore «Vincerò nella mia città»

A Napoli la Champions League di Subbuteo. Data prevista per l’arrivo in città della Coppa dalle grandi orecchie in formato mini fine ottobre 2013 dopo i Mondiali in programma a Manchester, nello stadio dei Citizens. Luogo degli incontri: il Palabarbuto, ma c’è da fare i conti con la disponibilità della struttura e il calendario della pallacanestro. Trentadue squadre divise in quattro gironi. Tra di loro i greci dell’Atlas, i belgi dello Charleroi, gli austriaci del Mattersburg per un grande spettacolo del calcio a punta di dito. Questo è l’auspicio di Massimo Bolognino, il campione partenopeo che, di concerto con l’assessore allo Sport del Comune, Pina Tommasielli, ha già vinto la prima partita: organizzare l’evento nella sua città a testimonianza della grande tradizione sportiva costruita con i successi degli Eagles Napoli.
Quattro scudetti, due Coppe Italia, due Champions e ben diciassette Major internazionali (l’equivalente del Grande Slam nel tennis) alimentano il palmares del suo club. «Quanto a me – afferma Bolognino con ironia – attualmente sono solo campione del mondo a squadre. Per adesso può bastare». Pazzo per i tre tenori e tifoso degli azzurri fino al midollo, in gara l’asso delle miniature ci va con una maglia speciale: «La Champions del 2007 l’ho vinta con la divisa del Napoli Soccer, per me è stato un motivo d’orgoglio in più. Per la prossima edizione, quella di quest’anno, ci stiamo attrezzando. E chissà che non ci riesce il bis con la squadra di Mazzarri». Si svolgerà ad Atene in autunno, mentre a luglio, sempre nella capitale ellenica, si giocheranno anche i Mondiali. «Sarà una bella sfida – aggiunge – alla quale parteciperò con il mio Brasile. Perché Maradona è sicuramente meglio di Pelé ma sono stato pure un grande tifoso di Careca che una volta m’ha fatto l’onore di giocare con le mie pedine. Ed è anche per questo che, in tutte le competizioni, mi presento col mio kit di giocatori verdeoro». Lui, capofila di una generazione di talenti, tutti sotto le insegne delle “Aquile”, che, dopo anni di peregrinazioni perché senza fissa dimora, hanno finalmente trovato accoglienza al Polifunzionale di Soccavo. «I fratelli Di Vito rappresentano il nostro fiore all’occhiello – spiega l’asso partenopeo -. Marco è campione del mondo, indivuale e a squadre, negli under 12. Luigi è detentore del titolo italiano individuale e di quello mondiale a squadre nell’under 19».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

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