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Abbiati: “I cori anti-Napoli sono normali, esistono da più di cinquant’anni”

C’è un caso che rende sgradevole la domenica calcistica italiana. È quello di alcuni tifosi del Milan, rei per i cori e gli striscioni vergognosi reiteratamente cantati (ed esposti) anche sabato notte prima, durante e dopo la gara con la Sampdoria. Il bersaglio, al solito, Napoli e i napoletani.
Il settore degli ultras rossoneri, il secondo anello blu della curva del «Meazza» era già stato chiuso dopo i cori sprezzanti uditisi proprio nel corso del match col Napoli di domenica 22 settembre. Il giudice sportivo aveva disposto questa sanzione per «discriminazione territoriale» in base al Codice di Giustizia Sportiva. Il provvedimento non ha calmato gli animi degli esagitati, visto che prima del match con la Samp circa 300 tifosi rossoneri, all’esterno dello stadio, hanno continuato imperterriti a cantare i cori sprezzanti, inneggianti al Vesuvio e al colera di 40 anni fa, con tanto di vergognoso striscione esposto in capo al corteo («La chiusura del settore non cancella l’odore: Napoli m…»).
Come se non bastasse, altri cori analoghi sono stati cantati da centinaia di persone all’interno del Meazza dalla metà del primo tempo in poi. Cori perfettamente udibili e provenienti dal primo anello della curva Sud, ovvero dal settore adiacente a quello chiuso. Non è un caso che al 23’ del primo tempo lo speaker dello stadio abbia ricordato ai presenti il divieto e le sanzioni relative: il suo annuncio dimostra che c’è stata la segnalazione (dell’arbitro, della polizia o degli ispettori della Procura Federale) e quindi l’episodio non è passato inosservato (come è invece capitato in Sassuolo-Inter con i cori sprezzanti provenienti dal settore nerazzurro).
La questione sarà all’esame del giudice sportivo Giampaolo Tosel, la cui decisione è attesa per domani: il “Meazza” rischia, per questa recidiva, la disputa della prossima gara interna (Milan-Udinese del 19 ottobre) con l’intero stadio a porte chiuse. Molto dipenderà da cosa è stato scritto sul referto dall’arbitro Peruzzo e dagli ispettori presenti allo stadio. Le norme in materia di razzismo e discriminazioni territoriali sono state inasprite da quando la Figc ha recepito le linee guida dell’Uefa che ha impegnato le 53 federazioni ad approvare la linea di condotta della «tolleranza zero» contro ogni condotta discriminatoria.
Sorprende poi la linea soft del Milan nei confronti di questi episodi. Ne è chiara la dimostrazione nella presentazione del ricorso (respinto) avverso la decisione di chiudere parte della curva Sud, ma ne sono esempi anche le dichiarazioni post Milan-Samp di Massimiliano Allegri e di Christian Abbiati. «La curva nei quattro anni che ho vissuto al Milan è stata sempre esemplare – ha riferito il tecnico – gli sfottò ci sono stati e ci saranno sempre. Credo che in Italia siamo però sulla strada giusta e con il tempo arriverà anche un maggior rispetto e più educazione anche sugli stadi». Ancora meno condivisibili le dichiarazioni del portiere: «Cori contro i napoletani? Oggi onestamente non li ho sentiti, ma esistono in ogni stadio da quasi cinquant’anni». Un comportamento esattamente opposto alla giusta e severa levata di scudi della società dopo i cori contro Boateng e contro Costant nelle due amichevoli con Pro Sesto e nel trofeo Tim dei mesi scorsi, e affatto in linea con uno dei punti approvati dal Congresso Uefa che invita anche «i giocatori e gli allenatori a svolgere un ruolo di primo piano nella lotta al razzismo».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

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