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Adriano Bacconi: “Il Napoli cambia registro e fulmina in contropiede”

L’analisi del match contro il Palermo a cura dell'opinionista Rai

In una giornata dove tutte le big avevano vinto (ad eccezione della Lazio) il posticipo di Palermo metteva ancor più il Napoli davanti all’obbligo di cercare i 3 punti. Mazzarri trasforma, come spesso gli capita, la pressione psicologica in stimoli positivi. Sin dai primi minuti si vede in campo una squadra consapevole della propria forza e con le idee chiare su come impostare la partita. A sorpresa il compito di vice Lavezzi spetta a Hamsik e non a Pandev che parte largo a destra. La mossa non facilita il compito del macedone che rientrando sul sinistro incappa spesso nel raddoppio di Barreto. Anche per questo la strategia iniziale è di evitare gli accentramenti e prediligere giocate in ampiezza. Mutti schiera il Palermo col 4-3-1-2 e Mazzarri chiede l’aggiramento del rombo di centrocampo rosanero. Ricerca, quindi, di Maggio e Dossena, posizionati sempre alti e larghi, coi cambi di gioco di Inler o anche direttamente coi lanci in diagonale dei difensori.
Gli sbocchi più interessanti il Napoli li crea con Gargano che si butta in avanti andato a creare superiorità numerica a destra con Maggio e Pandev. Il motorino uruguaiano ha gamba e idee e già all’8’ impegna Benussi da distanza ravvicinata. Sull’out opposto risulta azzeccata anche la scelta di giocare con un mancino puro specializzato nel cross. Dossena, se servito coi tempi giusti, riesce a smarcarsi dietro a Migliaccio obbligando il terzino destro Munoz ad una scelta: temporeggiare, concedendogli campo per il cross, o uscirgli incontro, lasciando spazio alle sue spalle per l’inserimento di Hamsik. Da questa catena di gioco arrivano suggerimenti ripetuti per Cavani che però non trova mai il guizzo giusto di testa.
La partita la fa il Napoli che però soffre le fiammate improvvise dei padroni di casa. È Franco Vasquez, all’esordio in campionato, a creare i grattacapi maggiori. L’argentino parte da trequartista ma si muove molto non dando punti di riferimento. Al 24’ potrebbe anche segnare. Mentre Barreto porta palla centralmente lui si allarga a sinistra attirando su di sè Gargano. Maggio e Dossena sono ancora alti, rimane solo Inler a fare da schermo davanti alla difesa. Budan è servito centralmente. Col controllo salta di netto Cannavaro, in ritardo nel dare pressione. Vasquez, accentratosi nuovamente, è pescato da Budan sulla corsa ma De Sanctis legge bene la situazione e gli chiude lo specchio in uscita bassa obbligandolo di sinistro ad alzare troppo. Il Palermo colleziona un’altra palla gol con Miccoli che impatta male di testa. Alla mezz’ora il Palermo prende coraggio ma anche troppa confidenza con l’avversario, dimenticandosi che il Napoli è maestro in contropiede… che scatta inesorabile al 35’. Balzaretti per Budan, sponda per Della Rocca il cui tiro è ribattuto da Aronica. Si contano 9 maglie gialle compresse nella propria trequarti campo e 6 rosa in zona avanzata. La palla schizza sui piedi di Hamsik che smista subito su Gargano mentre Pandev parte in verticale. Il solo Cavani posizionato alto si sposta a destra per dare sostegno all’azione. Cetto commette l’errore di farsi risucchiare. Gargano vede il buco e ci si butta alla massima velocità seminando Barreto. Arrivato sul fondo crossa sul primo palo dove nel frattempo ha tagliato Pandev: protezione palla in torsione e chiusura chirurgica di sinistro sul primo palo, 1-0.
Il vantaggio esalta il Napoli che crea con Maggio e Pandev altri pericoli in chiusura di tempo. Nella ripresa Mutti cambia assetto. Fuori Della Rocca e Vasquez, il migliore dei suoi, per Acquah e Alvarez, il sistema di gioco diventa il 4-4-2. A mia precisa domanda alla Domenica Sportiva, il tecnico argomenta così la scelta «soffrivamo la spinta di Maggio e Dossena sulle fasce, ho provato in questo modo a dare maggiore copertura, ma la squadra si è troppo appiattita». Ed stato proprio così. Il Palermo nella ripresa non esiste. Miccoli e Budan sono isolati in attacco, i nuovi entrati non propongono nulla di interessante. Il merito è soprattutto del Napoli che sa cambiare registro in funzione del mutare del quadro tattico della partita. Ora Mazzarri non vuole più ampiezza ma profondità. Si cercano Hamsik e Pandev tra le linee sfruttando anche gli spazi che il Palermo deve concedere. Il gol del 2-0 è un capolavoro di Cavani ma l’azione è tutta per vie centrali grazie all’inserimento sulla trequarti di Hamsik. Stesso concetto per il terzo gol, merito dell’invezione finale dello slovacco (dribbling e tiro da angolo impossibile), ma anche della percussione centrale di Inler.
Il resto è accademia. Molto possesso palla e grande lucidità nella gestione del vantaggio. Il gol finale di Miccoli non cambia l’analisi del match che rilancia le ambizioni del Napoli e premia il lavoro svolto da Mazzarri nella pausa invernale durante la quale ha saputo dare stimoli e energie nuove alla sua squadra.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

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