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Adriano Bacconi: “La Mazzarri band corta e aggressiva e vince con Pandev tuttofare”

Giusta la scelta del modulo classico con Pandev tuttofare

L’analisi tattica di Adriano Bacconi:

“C’è un termine di sacchiana memoria che io nel calcio avvicino al concetto di bellezza, ed è intensità. Viene definita così una squadra quando è corta, aggressiva, tiene il ritmo della gara alto, non ha cedimenti fisici o mentali. Ecco il Napoli visto contro il Palermo è stato più o meno così. Ha travolto l’avversario sul piano della determinazione prima che su quello tecnico. Vedere undici giocatori così motivati a 15 giorni dalla fine campionato è spettacolo che riconcilia con questo sport. Soprattutto se si paragona quanto visto al San Paolo con quello che sanno proporre, in questa fase della stagione, le dirette concorrenti al terzo posto. La Roma, l’Inter, la Lazio e anche l’Udinese sono lontanissime da questi standard. Il rammarico per i partenopei è di non essere riusciti a tenere questo passo con continuità o si sarebbe ora a parlare di altri obiettivi invece del pur prezioso terzo posto del preliminare Champions.
Ma torniamo all’intensità degli azzurri. Al 5′ Donati braccato scarica sull’esterno dove Labrin, subito aggredito da Gargano, cerca via d’uscita sul lungo linea. Lì scatta il break, Maggio anticipa secco Barreto e passa ad Hamsik. Ci si mette di più a descriverla di quanto duri realmente questa ripartenza tanto è fulminea. Lo slovacco, tra i migliori in campo, disorienta con uno stop a seguire Donati e punta l’area. Sopra la linea della palla ci sono già, Cavani, Pandev e Maggio stesso, catapultatosi sulla fascia. Il filtrante arriva al macedone. Mentre sta per caricare il sinistro arriva da dietro come un missile Inler che sposta il compagno e batte a rete con prepotenza. La palla sbatte sull’incrocio dei pali con Viviano immobile. Azione mozzafiato. La vis agonistica sarà così per larghi tratti, anche se non senza qualche spavento per le solite dabbenaggini difensive con cui ormai il Napoli è abituato a convivere. La clamorosa palla gol di Ilicic nasce da un rinvio sbagliato di Fernandez e da una marcatura (ed è un eufemismo) larga di Aronica in area.
Mazzarri torna al modulo classico con Hamsik a presidiare la trequarti e due attaccanti puri con Pandev preferito a Lavezzi, per sostituire lo squalificato Dzemaili. La mossa risulta vincente. L’interpretazione del ruolo tra i due attaccanti è molto diversa. Mentre il Pocho svaria un po’ a ruota libera e punta sull’estro individuale per fare la differenza, l’ex interista si muove molto più di reparto con grande attenzione a intercambiarsi coi compagni. Come nell’azione che porta al rigore che sblocca la partita. Inler, molto attivo, allarga per Cavani. Pandev va lui a dare la profondità buttandosi alle spalle di Munoz. Passaggio e taglio sono tutt’uno. Milanovic è in ritardo e deve rimediare buttandosi in scivolata. La palla finisce prima sul suo braccio e poi sul dischetto del rigore. Il numero 29 è bravo anche nei movimenti inversi come quando arretra per farsi dare palla per poi servire con pallonetto preciso Cavani, il cui tiro-cross al volo pesca Zuniga sul secondo palo. Conclusione fuori di poco. È il preludio al 2-0, azione forse ancor più spettacolare. Il macedone viene sempre incontro e mentre protegge palla di fisico con la coda dell’occhio vede l’arrivo di Hamsik. Il secondo tocco di destro in torsione taglia fuori in un sol colpo quattro difensori. Il compagno fa il resto. Stop di petto e, prima che la palla tocchi terra, rasoiata di esterno destro a rubare il tempo a Viviano in uscita. Un gol dove c’è tutto, intelligenza tattica, dinamismo, tecnica sopraffina, freddezza. Di più non si può.
I padroni di casa non arretrano, Inler continua a dettare legge rubando palloni e smistando il gioco con velocità. Maggio si propone, Gargano e Zuniga danno sostegno. Pandev delizia con dribbling e scambi stretti. Il Palermo torna negli spogliatoi in stato confusionale. Ma sarà ancora il Napoli a fare la partita. All’11 azione fotocopia a quella vista pochi giorni prima all’Olimpico Pandev lancia Cavani che fallisce la conclusione in corsa. Ultimo sussulto quando Mazzarri regala a Pandev, senza dubbio il migliore, una meritata standing-ovation. Entra Lavezzi che subito combina in verticale con Cavani dimostrando che, nonostante le scelte che giustamente l’allenatore deve fare, il gruppo c’è”.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

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