I colpi di testa non sono stati soltanto quelli visti in campo. Tra Napoli e Cagliari c’è una rivalità forte anche se raramente le due squadre hanno lottato per lo stesso obiettivo. I rapporti tra le tifoserie – la trasferta è da anni vietata ai sostenitori azzurri, esclusi quelli in possesso della Tessera – si sono incrinati nel 1997,quando i cagliaritani si sentirono tra”nemici” al San Paolo in occasione dello spareggio- salvezza con il Piacenza di Mutti, che sarebbe diventato tecnico del Napoli il giorno dopo. Non era così, ovviamente. Gli scontri tra ultrà del Cagliari e del Napoli non c’entravano con il futuro allenatore: la tensione era stata accumulata negli anni precedenti, quando al Sant’Elia si ascoltavano cori razzisti in occasione delle partite degli azzurri. Si sorprese molto un cagliaritano d’adozione, il più grande calciatore che abbia indossato la maglia rossoblu, Gigi Riva: era legato al Napoli e ai napoletani, ricordando il calore del San Paolo in occasione degli appuntamenti della Nazionale.
All’inizio degli anni 90 c’era un clima di collaborazione. Ferlaino aveva preso per il Napoli due pezzi da novanta proprio a Cagliari. Nel ’91 affidò il dopo- Maradona al quarantenne allenatore Ranieri, artefice della doppia promozione dei sardi dalla C1 alla A con successiva salvezza. Nel ’92 acquistò il 50 per cento delle azioni del Cagliari per acquistarne il giovane bomber uruguaiano Fonseca, al prezzo di 16 miliardi di lire, strappandolo a Juve e Milan. Cellino fu socio dell’ingegnere finché Ferlaino non si allontanò progressivamente dal calcio. Cominciata l’era De Laurentiis, toccò al Cagliari celebrare il ritorno del Napoli in serie A il 27 agosto 2007 al San Paolo. In tribuna c’erano il cardinale Sepe, il sindaco Iervolino e il ministro della Giustizia, Mastella; larghi i sorrisi del produttore e dell’ex direttore generale Marino, partiti tre anni prima dal 3-3 con il Cittadella. La gioia venne spenta dai due gol del Cagliari, segnati da Matri e Foggia, il piccolo attaccante del Rione Traiano, una carriera vissuta nel sogno mai realizzato di indossare la maglia azzurra. In quella stagione il Cagliari rovinò la festa del Napoli anche al ritorno. Gli azzurri vincevano fino al 93′ per 1-0, Matri e Conti cancellarono in sessanta secondi la prodezza di Hamsik. In tribuna si scatenò Cellino, ripreso dalle telecamere mentre urlava «bastardi napoletani». Il presidente del Cagliari venne multato per 8mila euro, ma il suo ricorso – presentato dai legali inbase a un ritardo nel procedimento – venne accolto dalla Corte di giustizia federale: sanzione cancellata, una beffa. Come quelle che in campo sono arrivate per il Cagliari nelle ultime due partite al Sant’Elia. Quella pareggiata (3-3) con un gol di Bogliacino il 12 dicembre 2009, una prodezza all’ultimissimo respiro (7′ di recupero) che costò un infortunio al centrocampista uruguaiano, urtato contro il palo. Quella vinta (1-0) con un gol di Lavezzi il 10 novembre 2010, rete firmata al 4′ di recupero dopo il contropiede attivato da Cavani. Ricordi che caricano Cellino e i tifosi che si presenteranno allo stadio con le scaramantiche bandane rossoblu. Il presidente del Cagliari che accoglierà De Laurentiis nella tribuna d’onore del Sant’Elia. Si sono conosciuti nelle riunioni di Lega, c’è un cordiale rapporto. Il 27 luglio, a Milano, Cellino tentò di fermare l’amico Aurelio appena uscito dal salone dov’era in corso la cerimonia del calendario di serie A. «Siete tutti delle m…», urlò il produttore mentre il collega cercava di rasserenarlo: il presidente del Napoli s’era irritato (eufemismo) perché la squadra avrebbe dovuto giocare contro Milan e Inter a ridosso delle partite di Champions, tutte gare poi superate brillantemente dagli azzurri.
La redazione
A.S.
Fonte: Il Mattino
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