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Aldo Serena: «Classe, gol, carattere: il Matador è l’anima della squadra»

Vero trascinatore sa trasmettere coraggio nei momenti difficili»

Aldo Serena da Montebelluna, classe 1960, ha il record di aver giocato le stracittadine di Milano e Torino con tutte e quattro le maglie. Attaccante al fianco di Platini, Van Basten, Matthaeus e Junior. Ora è voce di Mediaset.
Quest’anno ha visto spesso le partite del Napoli. Che idea si è fatto?
«L’ho ammirato in Champions e l’ho visto stregare le big della serie A e ogni volta ho pensato di avere davanti la squadra che poteva vincere lo scudetto. Poi, però, la stessa squadra va a Siena, a Verona, a Novara e fa flop nel gioco e nel risultato e precipita giù».
Un bel dilemma?
«Non lo è. Tutta questione di rabbia agonistica, di aggressività: col Manchester City o il Milan c’è, con le piccole no».
Meno male che però c’è sempre Cavani?
«Gli azzurri hanno un fuoriclasse in attacco e un gioco studiato per valorizzarlo. Neppure io pensavo che potesse divenire un bomber così prolifico».
Il modulo di Mazzarri sembra fatto su misura per il Matador?
«Questa è la formula ideale per un attaccante come Cavani, che può muoversi in piena libertà perché ha la forza nelle gambe e l’altruismo nella testa per dividere il proprio destino con partner fantastici come Lavezzi e Hamsik, andando a collocarsi, quando serve, anche sulle corsie esterne».
Quali sono le sue migliori caratteristiche?
«È un attaccante che vive e si muove in area di rigore come se fosse a casa sua. Anticipa i tempi, sa sempre dov’è la porta, anche quando è di spalle».
In Coppa Italia ha tirato un rigore tre giorni dopo averne sbagliato uno decisivo…
«Ha carattere. Lo si capisce quando parla. Sempre sereno e tranquillo. Quasi immune a critiche ed elogi. È in grado di dare forza e motivazioni speciali ai compagni persino nei momenti più disperati».
Nelle sue pagelle il miglior attaccante è Ibrahimovic?
«Perché al momento è un giocatore più completo ed esperto, ma Cavani è ancora molto giovane e ha grossi margini di miglioramento. E poi la sua parabola è assai simile a quella dello svedese: il primo Ibra, quello che giocava nell’Ajax e poi nel primo anno alla Juventus ricorda tantissimo Cavani».
Il Napoli può conquistare un posto in Champions?
«Ahimè no. Ero convinto che avrebbe approfittato di questo mese senza Champions per accorciare le distanze. Invece i punti dalla vetta sono aumentati e Inter, Lazio e Udinese mi sembrano messe meglio».

 

Fonte: Il Mattino

La Redazione

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