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Amarcord- “Napoli-Bayern, quando il San Paolo fu al centro dell’Europa”

Quando stasera i riflettori del San Paolo si accenderanno sarà compiuta la lunga attesa dei tifosi del Napoli, un’attesa lunga quasi vent’anni e che porterà con sé tutto il senso ed il peso delle fatiche e delle delusioni che hanno macchiato la storia del club partenopeo nell’ultimo decennio. Napoli torna al centro del calcio continentale. Gli occhi degli appassionati di tutto il mondo non potranno fare a meno di sbirciare ciò che accadrà nell’impianto di Fuorigrotta.
Il Napoli torna a giocare da protagonista un big match in campo europeo. Non ce ne vogliano i tifosi del Villareal ma la sfida ai bavaresi ha un sapore del tutto diverso, un fascino da figurine ingiallite che ricorda un’epoca calcistica in cui il calcio italiano e quello tedesco dettavano legge in campo internazionale e collezionavano trofei che oggi arricchiscono bacheche ormai impolverate. Non è paragonabile a quella di stasera nemmeno la partita dello scorso anno con i gloriosi rossi di Liverpool. La vetrina della Champions conferisce un’importanza diversa alla gara e gl’inglesi scesero sull’erba del san Paolo senza i loro giocatori migliori, quasi a voler rimarcare la differenza di caratura delle due compagini. Non sarà così stasera, Il Bayern Monaco si avvarrà di tutti i suoi campioni (con l’unica assenza dell’infortunato Robben, nda) per cercare di fare punti al San Paolo e ipotecare il passaggio agli ottavi. Gli elogi del tecnico bavarese Heynckes e del Kaiser Beckenbauer vanno oltre le solite frasi di circostanza e celano un vero rispetto per il valore della squadra di Mazzarri. 
Lo stesso rispetto che ventuno anni fa i tedeschi riservarono al Napoli quando per la prima volta si incrociarono in una gara ufficiale per la semifinale d’andata della Coppa UEFA. Un Bayern Monaco che esprimeva elevati valori tecnici e arrivava a quella semifinale con un ruolino di marcia impressionante. Nei precedenti quattro turni ad eliminazione diretta i tedeschi avevano realizzato 20 goal subendone solo 9 e nei quarti erano riusciti a ribaltare la sconfitta casalinga per due a zero da parte dell’Inter imponendosi per tre a uno a San Siro. Un’impresa che occorse anche al Napoli per conquistare quello che fino a quel punto era il miglior piazzamento europeo per il Napoli (assieme alla semifinale della Coppa delle Coppe 1976 persa con i belgi dell’Anderlecht, nda). Gli uomini di Maradona ribaltarono lo stesso risultato subito in casa della Juventus battendo i piemontesi in una palpitante gara di ritorno decisa solo al 119° minuto dal colpo di testa di Renica su cross di Careca per il tre a zero finale.
Un’impresa che regalò ai tifosi quella serata di gala al San Paolo ma anche un lieve infortunio per Maradona che giunse alla gara con i tedeschi in non buone condizioni fisiche. Le terapie dello staff medico del Napoli però riuscirono a mettere l’asso argentino nelle condizioni di giocare. La presenza di Maradona era fondamentale per quel Napoli, non solo per la sua immensa classe ma anche per la fiducia e la spavalderia che l’asso argentino sapeva infondere ai suoi compagni solo con il suo stare in campo.
Dopo un’iniziale timidezza della squadra, culminata dal miracoloso intervento del portiere azzurro Giuliani su di un turo a botta sicura del fantasista tedesco Thon, il Napoli guidato da Maradona prese in mano la partita ed in chiusura del primo tempo sancì il proprio predominio con la rete di Careca, servito dallo stesso Diego. Nella ripresa gli azzurri mantennero il controllo della gara e raddoppiarono con un imperioso colpo di testa di Carnevale su splendido assist ancora di Maradona. Lo stesso Carnevale aveva sfiorato il raddoppio colpendo qualche minuto prima il palo alla destra del portiere tedesco Aumann. Il Napoli batteva d’autorità un grande Bayern e sanciva di diritto la sua entrata nell’élite del calcio continentale. Ad attendere il Napoli all’appuntamento con la Storia un’altra squadra tedesca, lo Stoccarda di Klismann e di Gaudino.  La Storia europea del Napoli pare legata da un filo invisibile alla Germania; la mia, e sono sicuro la vostra, speranza è che contro i tedeschi il Napoli possa reiniziare a scrivere quella Storia proprio come quando, per una sera, in cui il San Paolo fu al centro d’Europa.

Pompilio Salerno

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