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Amarcord, “Napoli-Catania, cartoline dall’Argentina”

Napoli-Catania è una sfida che parla di Sud, con un occhio sempre ai barrios di Buenos Aires

“Abbiamo l’aria d’italiani d’Argentina ormai certa come il tempo che farà” cantava Fossati parlando di gente che l’Atlantico l’aveva attraversato molti anni fa ed in direzione contraria.Le facce che domani s’incroceranno sul prato del San Paolo sono quelle di ragazzi con storie assai diverse ma con gli stessi sogni di riscatto e voglia di un futuro migliore.
Napoli-Catania è la sfida tra la squadra più argentina d’Italia, il Catania, (ben 11 giocatori etnei, più l’allenatore, giungono dalla terra delle pampas) e quella a cui gli argentini si sentono più legati per affinità culturali e per l’amore consumato, ma mai esaurito, con il più grande calciatore della storia, che dell’Argentina è stato simbolo ed orgoglio. Dai barrios di Buenos Aires ai vicoli di Napoli, passando per le piazze assolate di Sicilia, Napoli-Catania è una sfida che parla di Sud, di terre complicate in cui tutto è fatica e spesso, anche quando lo meriti, vincere è difficile.Una difficoltà che domani sarà sottolineata da un’assenza. Nella partita che deve confermare i sogni di grandezza del Napoli, a scaldare i cuori dei tifosi sugli spalti non ci sarà Ezequiel Lavezzi, colpevole vittima dei fatti dell’Olimpico. A scanso di equivoci e strumentalizzazioni, intendo riaffermare che quello di Lavezzi, sebbene provocato da Rosi, è stato un atto da stigmatizzare e che un professionista ed uno sportivo non dovrebbero mai compiere, ancor meno a due settimane da Milan-Napoli. Eppure le dinamiche che hanno portato alla squalifica, prima, e alla conferma della sanzione, poi, lasciano più di un dubbio e spazio a speculazioni di ogni genere. Fino a quando il calcio non riuscirà a darsi regole chiare ed univoche e ad applicarle in modo trasparente ed uniforme non riuscirà mai a riavvicinare quanti hanno smesso di considerarlo uno sport e lo credono ormai solo un business. Storie grigie, storie di palazzo che nulla hanno a che fare con la passione e l’idea che abbiamo noi del “gioco del pallone”. Il mio personale augurio è che i calciatori che saranno protagonisti della partita di domani sera le possano dimenticare ed allontanare l’ansia del risultato recuperando lo spirito di quei ragazzini che sognavano di cambiare la propria vita divertendosi calcando un pallone. A riparo da retorica e facili buonismi, riconosco che chi gioca lo fà per vincere ma il gioco, se è tale, ha regole uguali per tutti e mette tutti sullo stesso piano.Le prossime tre partite ci diranno fin dove questo Napoli può arrivare. Un percorso alla fine del quale speriamo di ritrovare gli azzurri ancora in lizza per un sogno ed un Lavezzi più maturo e capace di dribblare anche le provocazioni più basse di chi crede che nel calcio ci sia spazio per furbizia e disonestà. Ogni partita sarà affrontata, secondo i dettami di Mazzarri, come una finale. La prima ci vede impegnati col Catania e ho deciso, come sempre, di ricordare con voi l’ultima vittoria casalinga del napoli con gli etnei.Il 15 aprile 1984 gli azzurri si imposero sul Catania per 3-0 con le reti di Dirceu, Dal Fiume e Pellegrini in uno sfortunato campionato, quello 1983/84, in cui il Napoli giunse solo undicesimo ed il Catania retrocesse, terminando la stagione all’ultimo posto con soli 12 punti.

Vi proponiamo il video di quella gara terminata 3-0 per gli azzurri:

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