Quando pensi al Napoli e al Milan è normale che alla mente ritornino subito le sfide scudetto Maradona-Gullit lontane più di venti anni. E ancora prima dell’ultima tripletta di Cavani, è logico che balzi nella memoria la sconfitta degli azzurri del primo maggio del 1988. Il Milan dei record capace di salire sul tetto d’Europa e del mondo, dei Van Basten, Maldini e Baresi aveva in Ruud Gullit, l’eroe dell’indimenticabile squadra degli olandesi, uno dei più temuti avversari.
E oggi, dopo l’addio alle mitiche treccine, ormai ha 49 anni, l’olandese torna a parlare della rivale storica dei milanisti negli anni ’80. Per incoronarla regina del campionato:
“Non c’è una squadra italiana che gioca e diverte più del Napoli”
spiega l’ex numero 10 dei rossoneri
“Mi piace come affrontano gli avversari, senza fare differenza se gioca fuori casa o in casa. Penso proprio che lotterà fino alla fine per lo scudetto»”.
Mazzarri sorriderà leggendo le parole che Ruud ha pronunciato a Montecarlo nell’intervista a calciomercato.com. Lui, allenatore della squadra più divertente della serie A. Come lo era Sacchi, lo stratega di quel Milan stellare. Proprio l’ex ct che dopo non aver mai esaltato il gioco degli azzurri si è ricreduto dopo la sfida con il Villarreal:
«Gli azzurri sprizzano energia, forza e agonismo da tutti i pori. I ritmi sono impressionanti così come l’entusiasmo e la voglia di rimanere in Europa».
Bella soddisfazione.
L’ex tulipano nero la pensa, poi, come il suo ex compagno di squadra Ancelotti che, pochi giorni fa si era detto
«Stupito dalla velocità con cui Mazzarri ha fatto assumere una mentalità europea ai suoi. Nella partita col City ha sfiorato la perfezione».
Gullit torna indietro nella memoria, alla sfida delle sfide, quella del primo maggio e svela le paure per il cibo («Ci portammo il cuoco di Berlusconi») e per i blitz dei tifosi («Sul nostro piano dell’hotel nessuno con accento napoletano poteva entrare»). Il campione olandese svela:
«I tifosi del Napoli riempirono di sputi e di uova il bus del Milan. Noi però in quel mezzo di trasporto non c’eravamo. Passammo per il lungomare e poi per alcune stradine strane nel cuore della città, mentre al San Paolo ci aspettava una bolgia infernale. Ad uno stop una vecchia trovò la forza di raddrizzare la schiena, e ci fece il gesto dell’ombrello!».
Una giornata memorabile, evidentemente. Parla di Maradona:
«Mi ricordo i suoi proclami ma a noi interessavano poco. Eravamo convinti di poter fare bene e mi pare che poi il campo lo ha dimostrato. Alla fine ci hanno applaudito, ma prima è stata davvero dura. Nella mia carriera non mi ricordo una esperienza simile».
Gullit ha da anni intrapreso, con alterne fortune, la carriera di allenatore: a dicembre è stato ingaggiato dal Terek, serie A russa, simbolo della disgraziata città di Grozny, capitale della Cecenia. A chi gli ha chiesto perché aveva accettato rispose:
«L’ho fatto solo per i soldi».
Depresso dalle sconfitte si era confidato al Daily Mail dicendo proprio quello che non avrebbe mai dovuto:
«Qui la vita è un incubo. Non c’è un solo posto dove bersi una birra».
Due giorni dopo ed è stato esonerato.
La Redazione
A.S.
Fonte: Il Mattino
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro