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Auriemma: “Cari De Laurentiis e Mazzarri, il silenzio è Champions”

Ma vuoi vedere che adesso dobbiamo cominciare a tremare? Con tre sconfitte nelle ultime quattro partite, non è un errore preoccuparsi che possa sfuggire il tanto sospirato meritato terzo posto. Sarebbe uno smacco se dovesse sbriciolarsi in un pugno di partite quanto faticosamente si è ottenuto nell’arco di una stagione meravigliosa. Un punto nelle ultime due partite è ciò che occorre al Napoli per sentirsi al sicuro dalla clamorosa rimonta dell’Udinese. Ma è obbligatorio pure chiedersi se questa squadra sarà in grado di prenderlo il benedetto punticino in queste due sfide finali, contro Inter e Juventus. La spinta dei 60mila che saranno presenti domenica sera nella sfida contro l’Inter potrebbe dare alla squadra la scossa che è mancata a Lecce. Un po’ il caldo estivo, qualche disattenzione e il forte appagamento per il traguardo già raggiunto ha fatto il resto, costringendo i tifosi a ricacciare in gola l’urlo di gioia che avevano preparato per salutare il terzo posto aritmetico. E pensare che lo stesso presidente De Laurentiis non aveva voluto disertare questo appuntamento con la storia, partendo con la squadra in aereo addirittura il giorno prima. La delusione è stata così forte da convincere il patron ad esprimersi con forte risentimento nei confronti dei calciatori che non sono più gli stessi da quattro gare a questa parte. Si capisce che hanno tirato i remi in barca e semplice non sarà ritrovare lo spirito guerriero che hanno mantenuto nel corso di quasi tutta la stagione. A ciò va aggiunta la scarsa chiarezza nei rapporti tra De Laurentiis e Mazzarri, una disputa a distanza che inconsciamente starà condizionando anche il rendimento dei calciatori. Sono stanchi per le 48 partite giocate finora, poi si aggiunge questa diatriba sul “rimango” o “ti mando via”, che tratteggia i contorni di una situazione di instabilità, magari anche il preludio di una rivoluzione in itinere. Come venirne fuori? Come fare per ottenere questo benedetto punto nelle ultime due gare? La ricetta non esiste, bisogna andare avanti per tentativi. Ma una regola non può mai venire meno in questi momenti così complessi e apparentemente irrisolvibili: mettersi a lavorare con una determinazione ancora maggiore e ridurre al minimo le dichiarazioni. Soprattutto quelle che hanno dato vita ad un ping pong mediatico tra De Laurentiis e Mazzarri. Il classico buon viso a cattivo gioco, come è giusto che sia quando i rapporti sono logori. Bisogna andare ancora d’accordo fino al raggiungimento dell’obiettivo. Ogni parola in più ora pesa come un macigno, rischiando di compromettere i rapporti all’interno e vanificare l’esito di una stagione trionfale. Il presidente De Laurentiis non ha bisogno di consigli, sa bene come comportarsi nei momenti di burrasca, così come gli sarà capitato chissà quante volte nel corso della sua attività professionale, soprattutto quella cinematografica. Ma il mondo della celluloide non è come quello del calcio, per cui, da ieri e fino alla fine del campionato, sarebbe preferibile se si evitasse di commentare qualsiasi cosa avvenga nel Napoli. Non ce ne voglia il patron, del quale è comprensibile lo sfogo pesante, ma dopo le bordate di ieri sera a Lecce, non sarà facile riportare su il morale della squadra. Il silenzio è Champions.

Fonte: Raffaele Auriemma per Il Roma

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