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Autogol a pagamento, Masiello non agì da solo

Roma. «È mai possibile… Masiello tutto da solo faceva?». È in una intercettazione ambientale tra il factotum del Bari, Antonio Iacovelli e il ristoratore Nicola De Tullio, la fase due dell’inchiesta barese sul calcioscommesse. Era stato lo stesso procuratore Antonio Laudati (nella foto al centro) a spiegare che l’indagine era in piena attività e che ci sarebbero stati altri e importanti sviluppi. E proprio oggi con l’interrogatorio davanti al gip del capitano finito in manette per aver venduto il derby ai “nemici” del Lecce, gli inquirenti sperano che crolli e faccia nuove rivelazioni. Il carcere, infatti, ha già provveduto a spaccare il trio di corrotti e corruttori, tanto che ieri gli indagati hanno cominciato ad accusarsi l’uno con l’altro trasformando le contestazioni della procura in certezze.
Viene confermato che il derby Bari-Lecce (0-2) venne truccato per 230 mila euro( all’inizio erano 300mila), che ad alcuni calciatori biancorossi furono sventolati sotto gli occhi soldi per la combine di quella gara (ma l’offerta fu rifiutata), e che i tre arrestati gestivano un vorticoso giro di danaro contante per comprare i giocatori. I Masiello boys, Gianni Carella e Fabio Giacobbe, amici dell’ex capitano del Bari e scommettitori incalliti insieme con lui, si sono difesi respingendo le accuse al mittente. Masiello, infatti, in un estremo tentativo di salvare se stesso aveva inviato, il 28 marzo scorso, una nota alla procura sostenendo che erano stati proprio loro a trascinarlo nel tunnel del calcioscommesse.
Nella missiva, l’ex beniamino della curva nord ha ammesso di aver segnato volontariamente, in cambio di danaro, l’autogol del derby e di aver combinato Cesena-Bari consentendo al gruppo di incassare 20 mila euro dalle scommesse. «Masiello – ha dichiarato ieri Carella – mi chiese di proporre ad alcuni biancorossi di perdere il derby, e di dire che le due società si stavano mettendo d’accordo in tal senso». L’episodio sarebbe avvenuto nel ritiro pre-partita. Sempre lui ha aggiunto che, su invito di Masiello e insieme con l’amico difensore, ha incontrato i calciatori Parisi, Bentivoglio e Rossi. Ai tre – sostiene – propose la combine e mostrò una mazzetta di soldi (700-800 euro). «Parisi ha rifiutato – è ancora il suo racconto al gip – mentre gli altri due rimasero in silenzio». Dalla richiesta di custodia cautelare inviata dal pm al Tribunale emerge, invece, che Carella avrebbe «sventolato sotto gli occhi» dei tre calciatori «i soldi, come segno tangibile della proposta corruttiva». L’arrestato ha anche parlato del giro di quattrini che Masiello gestiva. «Una sera dell’aprile del 2011 vidi nell’auto di Andrea una mazzetta di soldi che egli giustificò come un regalo di Antonio Bellavista. Lo rimproverai – è la sua versione – dicendogli che era un modo per coinvolgerlo nel giro delle combine».
Tremano in molti, dunque, per quanto oggi il capitano potrà raccontare, ed è possibile che diversi giocatori, non soltanto quelli attualmente indagati, vengano tirati dentro all’inchiesta (gli investigatori sono vicini a identificare colui che consegnò l’assegno di 230 mila euro al capitano). Del resto, basta leggere l’intercettazione ambientale tra Iacovelli e De Tullio per capire che in tanti sapevano come andavano le cose. «I veri colpevoli – dicono i due nel dialogo in caserma – sono i giocatori e il sistema». La chiacchierata avviene il 21 dicembre scorso, il giorno dell’operazione della procura di Cremona che ha portato in carcere l’ex capitano dell’Atalanta Cristiano Doni e altre 16 persone, e viene intercettata dai carabinieri. Scrive il gip Giovanni Abbattista nell’ordinanza di custodia cautelare, che la discussione, apre «orizzonti inquietanti», in quanto i due fanno «aperto riferimento a scommesse su partite di calcio dello scorso campionato di A» e anche «al coinvolgimento di più calciatori professionisti».
«Quelli – insiste De Tullio – sono i veri colpevoli, i giocatori, il sistema, noi che c’entriamo». E Iacovelli: «Sicuramente si metteva d’accordo, che ti devo dire». «Belmonte (ex giocatore del Bari, ndr) e quelli là, giusto?», è ancora il ristoratore a chiedere. «Sicuramente – risponde l’amico – non è che te lo vengono a dire. Non poteva mai fare da solo».
Tra chi non dorme sonno tranquilli ci sono gli allora compagni di Masiello: Marco Rossi (che però ha collaborato con gli inquirenti), Alessandro Parisi, Simone Bentivoglio, Nicola Belmonte. Tanti di loro sono presenti in diverse occasioni in cui Masiello propone la combine. Complessa anche la situazione di Daniele Portanova, il difensore del Bologna che incontrò gli emissari di Masiello prima della partita con il Bari, poi persa 3-0 dalla squadra emiliana.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

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