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“Azzurro Napoli”- Le immagini valgono più di mille parole

La presentazione del libro iconografico

 

Le immagini valgono più di mille parole… Quest’oggi presso la Sala della Loggia del Maschio Angioino è stato presentato il libro inconografico “Azzurro Napoli” (Il Napoli visto in foto, dalle origini sino agli anni novanta) scritto da Davide Morgera con prefazione di Mimmo Carratelli. L’evento, entrato a far parte della “Giornata di mobilitazione straordinaria contro il razzismo e tutte le forme di discriminazione” organizzata dal Comune di Napoli e dalla SSC Napoli, è stato moderato dal giornalista dell’Unità Massimiliano Amato. Presenti per l’occasione anche Claudio Botti, avvocato e promotore del noto “cantinco”maradoniano “Te Diegum”; Oscar Nicolaus, Docente di psicologia della famiglia presso l’Università Suor Orsola Benincasa; Vittorio Dini, Direttore del Dipartimento di sociologia e scienze della politica presso l’ Università di Salerno; nonchè Carlo Iuliano, ex addetto stampa del Napoli. La redazione di Iamnaples.it ha raccolto le dichiarazioni dei protagonisti:

 

Esordisce il relatore nonchè giornalista Massimiliano Amato:

Facevo risalire la mia passione ad un Napoli-Lazio del ’73, match vinto in extremis dai partenopei grazie alla realizzazione di Damiani. Sfogliando questo libro ho invece scoperto che il mio attaccamento ai colori azzurri risaleva al ’67-’68, anno di uscita della nota canzone “Sivori-Altafini e Canè”. Devo ammettere che è stato molto difficile per me far conicedere lo straripante fluire di sentimenti con l’aspetto professionale…”.

Interviene poi l’Avvocato e “Maradonologo” Carlo Botti:

“Sono molto grato all’autore di questo libro, nel fluire delle sue pagine ho, infatti, ricalcato l’emozione di tempi purtroppo lontani, dove avevo la possibilità di seguire le gesta dei calciatori ai bordi del terreno di gioco in qualità di fotografo. Realizzare scatti durante il match era un’operazione complicata, sia dal punto di vista emozionale che tecnico. Le immagini presenti in questa raccolta sono invece di ottima fattura, seppur datate. Nella storia del Napoli c’è un prima e un dopo Maradona; la grande attesa dei tifosi è stata ripagata con la conquista del primo scudetto. Da quella storica data lo stato d’animo del tifoso è cambiato…L’attuale presidente De Laurentiis dovrebbe ricordare con più affetto Diego e i suoi trionfi napoletani…”.

Prende la parola il Prof. Osacr Nicolaus:

“L’acme di goduria provato dal supporter partnopeo nella conquista del primo scudetto resterà irraggiungibile. Tale caratterizzazione dell’animo del napoletano non è sempre positivo, c’è la tendenza al pessimismo. Dico però che tutto ciò che fa ricordare le origini delle proprie passioni è davvero prezioso…”.

Dice la sua anche il Prof. Vittorio Dini:

“Il tifo calcistico è fondato principalmente sulla memoria. il primo scudetto ha rappresentato un vero e proprio riscatto per l’intera città, l’appagamento di una lunga attesa…L’avvento delle televisioni ha inciso poi in maniera negativa sulla purezza di questo sport e sulla partecipazione del pubblico, divenuto oramai sedentario…”.

Anche l’ex addetto stampa azzurro Carlo Iuliano prende parte alladiscussione:

“Ricordo che in quel famoso 10 maggio del 1987 tanti giornalisti si mascherarono da raccattapalle, solo in quell’occasione mi feci buggerare…Ho poi un pensiero per il caro Altafini; nel match decisivo tra La Juventus e il Napoli di Vinicio, valevole per lo scudetto, entrò nel finale tra le fila bianconere è segnò il gol che demolì le nostre speranze: ebbene il soprannome di “core n’grato” che gli fu dato dal sottoscritto, in un pezzo scritto per una nota agenzia di stampa. Il mio ispiratore fu un calzolaio presso la Galleria Umberto I, un tempo anima pulsante del tifo azzurro. Infine ricordo sempre con affetto quello che resterà il più grande presidente della storia del Napoli, ovvero Corrado Ferlaino”.

La chiosa finale viene lasciata proprio all’autore Davide Morgera:

“Nonostante il racconto del libro si sia fermato al 1991, anno dell’addio di Diego Armando Maradona, la mia passione per il Napoli non è mai scemata; esso, infatti, non è una semplice squadra ma una donna che deve essere amata alla follia…Noi non siamo tifosi del Napoli ma ‘patuti’, patiamo e soffriamo per i vessilli che rappresentato la nostra città”.

 

 

 

Dai nostri inviati alla Sala Loggia del Maschio Angioino Maria Villani, Alessandro Sacco e Antonio Fusco

 

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