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Bigon: “Perchè c’era tanta gente intorno al guardalinee a Catania”

Alla vigilia del match di Bergamo non si spengono le polemiche del match di Catania

A pensar male… Magari si farà peccato e però talvolta s’indovina: e se le pareti d’un Centro Sportivo presentano qualche crepa, il sospetto del Napoli emerge spontaneo. «Ma perché mai tutta quella gente intorno al guardalinee, a Catania?» . Il silenzio (del lunedì) è d’oro ma il chiacchiericcio è veleno che cola negli angoli più sperduti di Castelvolturno, in quell’universo che dinnanzi alla tv – domenica – s’è ritrovato con il boccone di traverso, ripensando a Pechino e riguardando Catania-Juventus dalla stessa angolazione. Accadde quel giorno, l’undici agosto del 2012 mica qualche vita fa: cartellino rosso a Walter Mazzarri, uscito dalla area tecnica, la stessa abbandonata da Pepe e da Storari in un Cibali “clamorosamente” al centro della cronaca calcistica, con regolamenti che il Napoli ha riletto – immediatamente – attraverso le caustiche riflessioni dell’altro giorno di Riccardo Bigon, il ds d’un club che poi ha scelto di starsene al di qua della bufera, implodendo: «Ho visto la panchina della Juventus spingersi ben oltre le zone ad essa riservata: e allora? Vogliamo capire se la presenza di più arbitri generi la possibilità di protestare con più soggetti: cosa che ci era stata esclusa all’inizio del campionato» .

EQUITA’ – La madre di tutte le partite resta (come esempio) la finalissima di Pechino, quel 4-2 bianconero maturato in un finale che manco Agata Christie; e poi c’è Catania-Juventus, in cui succede qualcosa di simile, c’è l’ingerenza del giudice di linea o altrimenti “addizionale”, c’è un guardalinee che “illumina” ed un arbitro che decide. E c’è un Napoli che ha già parlato domenica sera, attraverso Riccardo Bigon, e che ora se ne sta in un angolo, lasciando però che valgano quelle considerazioni, che stridono con il precedente cinese e ribadiscono una differente interpretazione delle norme e dei regolamenti: «Noi dopo il match di Supercoppa in Cina avevamo protestato non contro il rigore ma per chiedere uniformità di giudizio: se ci si deve confrontare soltanto con l’arbitro, allora il principio deve essere eguale per tutti. E quando poi gli errori sono così evidenti è giusto parlarne e sottolinearli, con spirito costruttivo» .
LA DIFFERENZA – Qui Napoli, a voi una interpretazione mica poi tanto libera sull’oggetto di una riflessione prolungata a Castelvolturno su quella legge che non è sembrata uguale per tutti, o perlomeno non è stata applicata nella stessa misura per Mazzarri (all’epoca mandato fuori da Mazzoleni) e per Storari e Pepe, che si allungano sino al guardalinee, fino a quando non arriva il quarto uomo ad invitarli a rientrare nella zona di competenza. In video veritas è lì – senza soffermarsi sui gol non gol, sui fuorigioco e su qualsiasi altro tipo di decisione tecnica – ci sono le immagini che parlano e lasciano un po’ confuso il Napoli, andreottianamente confinato nella propria panca a riflettere sulle differenze emerse: a pensar male…
Fonte: Corriere dello Sport
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