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Bruscolotti: «Da Verona a Torino, piaga incancellabile»

Il mitico difensore: «Il giudice sia inflessibile non solo con i partenopei»

Di cori e striscioni contro Napoli e i napoletani ne ha sentiti e visti parecchi, per esempio i «Forza Vesuvio» di Verona a cui i partenopei risposero con «Giulietta è ’na zoccola» ma lui non guardava, non sentiva, pensava soltanto a giocare e prendersi una rivincita per la squadra di cui era il capitano. Peppe Bruscolotti ne ha passate tante. Sedici anni in maglia azzurra, capitano indiscusso prima di cedere la fascia a Diego Armando Maradona.
Che effetto fa quando si è accolti in uno stadio da cori razzisti?
«È triste perché vorresti giocare solo a calcio e invece ti trovi a sentire delle cose che spesso ti fanno rabbrividire».
Ricordi personali?
«Ne ho viste talmente tante a Brescia, Bergamo, Verona. Ormai ho rimosso gli episodi singoli. Insulti, cori, razzismo allo stato puro. Poi queste ultime vicende di Torino, che sono inqualificabili».
E questo influisce se lo scontro è di alta classifica?
«Assolutamente no. È una piaga che non si cancellerà mai. Si tratta di persone che non meritano nulla».
A Torino napoletani che cantano contro napoletani. Cosa ne pensa?
«È la cosa peggiore. Fin quando si difendono i propri colori va bene, ma quando si passa agli insulti, ai sacchetti, mi viene da pensare: ma questi non hanno dignità, non hanno rispetto per i luoghi dove sono nati».
La vicenda del giornalista Rai e del servizio accusato di razzismo?
«Squallida. Andrebbe cancellato dall’Ordine».
E Maradona cosa pensava dei cori razzisti?
«Beh, il suo pensiero lo ha fatto conoscere prima della partita Italia-Argentina del san Paolo ai Mondiali del ‘90. Quando ricordava ai napoletani le umiliazioni che subivano in giro per il Paese. In parte erano cose anche condivisibili perché i meridionali ne hanno passate tante. Per questo la cosa che più mi rattrista è sentire gente che offende le proprie radici, la propria terra».
Allora non se ne esce, il tifo è malato?
«Io ho avuto una scuola calcio ed ai bambini ho cercato sempre di insegnare le regole dello stare in campo, i valori ed il rispetto. Ma spesso rimango sbalordito di fronte alle decisioni del giudice sportivo».
Cioè, Bruscolotti?
«Non è solo l’episodio di Torino. Spesso il Napoli è oggetto di cori e insulti. Eppure si usano due pesi e due misure rispetto a quello che succede al San Paolo, enfatizzato e stangato. Contro il razzismo negli stadi ci vuole mano dura, pene esemplari senza guardare in faccia a nessuno».
Anche la sospensione delle partite?
«No, magari quella no, ma il giudice deve essere inflessibile. Con tutti, non solo con il Napoli».
Ai tifosi del Napoli che cosa dice?
«Raccomando solo di non cadere nelle provocazioni, di dimostrare a tutti che siamo superiori perché non è giusto che paghi una tifoseria che in passato è stata la più bella e corretta d’Italia».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

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