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“Calcio femminile, la nuova frontiera”. Al Grenoble prima di Carpisa-Psg

Il console francese a Napoli: "I nostri team sono ambasciatori per la libertà"

Stasera al “Collana” il grande appuntamento, la Carpisa Yamamay Napoli affronta in un’amichevole di lusso il Paris Saint Germain (segui la diretta testuale a partire dalle ore 20:30 su IamNaples.it).
L’incontro con la compagine francese, una delle più quotate d’Europa, ha favorito l’organizzazione di un seminario, un momento di riflessione dal titolo “Calcio femminile, la nuova frontiera”. L’evento tenutosi presso l’Istituto Grenoble di Napoli è stato moderato dal responsabile dell’ufficio stampa della Carpisa Napoli Yamamay Carlo Zazzera e sono intervenuti il console francese a Napoli Christian Thimonier, Farid Benstiti, allenatore della squadra parigina, Italo Palmieri ideatore della manifestazione, dg del Napoli Carpisa Yamamay, l’assessore allo Sport per il Comune di Napoli Pina Tommasielli, il tecnico della Carpisa Giuseppe Marino, il dirigente e procuratore sportivo Enrico Fedele.

Prende la parola ed apre il seminario il Console francese a Napoli:

“Oggi Parigi, Napoli e le donne tutte insieme sono tre cose che fanno sorridere per la gioia, come ci fa estremamente piacere cedere l’ assessore Pina Tommasielli,  poi l’ospitalità di Napoli sarà un grande ricordo per il nostro team. Il match è molto importante perchè speriamo che il calcio femminile possa prendere un grande sviluppo e diventi un simbolo della donna ed una nuova frontiera, perchè sono convinte che il calcio femminile possa cambiare molti pregiudizi. Molti non sanno che durante il fascismo in Francia ed in Italia alle donne fu vietato questo gioco. Credo che i nostri team siano ambasciatori della libertà”.

Subito dopo in rappresentanza del Comune di Napoli e delle donne interviene l’assessore Tommasielli:

“Il calcio femminile rappresenta sicuramente una nuova frontiera nello sport e rappresenta una grande emancipazione per il lungo percorso che le donne dell’occidente stanno facendo per ottenerla. Emancipazione che non è un processo completato anche nei paesi più avanzati, e quindi andare a conquistare questa parte dello sport ha veramente un significato importante. Per questo nel mio percorso e nella nostra amministrazione io ho voluto dare una importanza centrale a questo sport al femminile mettendo a loro disposizione uno stadio che ha un valore storico proprio nei termini della libertà come quello partiti dal “Collana”. Senza voler fare retorica non c’è liberazione se non c’è parità, le nostre ragazze che giocano al “Collana” hanno un significato importantissimo. Se poi in questa cornice consideriamo l’apertura verso altre nazioni o altre etnie, abbiamo dato veramente l’immagine del grande messaggio che lo sport in primis e lo sport al femminile ancora di più deve portare avanti e cioè lo sport come momento in cui tutta la degenerazione viene superata e la bellezza, la pulizia, viene affidata alle gambe delle donne. E quindi affido a  queste ragazze questo impegnativo compito”.

Per la società ospitante prende la parola il Dg Italo Palmieri:

“Ieri sera è stata una serata molto ben riuscita al “Bertolini” che ha mostrato il volto panoramico di Napoli, oggi vorremmo anche un volto sportivo. Dal punto di vista della crescita, il calcio femminile, visto i divieti di un buon ventennio, ha assunto in questi ultimi tempi a Napoli un aspetto positivo, il pubblico partenopeo fatto di famiglie, di bambini, di donne e’ un pubblico che vede il calcio in un modo diverso. Quello che mi piacerebbe sottolineare in questa sede è che Italia, Francia che hanno avuto anche una battaglia sportiva con le nazionali maschili, hanno nel femminile ancora una storia tutta da scrivere e noi da Napoli cominciamo con questo gemellaggio, ratificato domani al Comune di Napoli, per poter poi ripetere l’esperienza a Parigi in primavera”.

Per la parte di natura storica del calcio interviene Enrico Fedele:

“A Parigi ho avuto il piacere di partecipare alla premiazione di Fabio Cannavaro, un ragazzino che io ho preso a 14-15 anni, come “Pallone d’oro”.Io sono stato anche il responsabile del Parma Calcio per alcuni anni ed ho avuto la fortuna di avere alle mie dipendenze non solo uno dei più grandi calciatori al mondo, ma uno dei più grandi uomini, parlo di Lilian Thuram. Lilian, finito l’allenamento, continuava ancora per una buona mezz’ora a fare tecnica individuale nel campo e venti minuti di palestra, con la motivazione che lui era una macchina che doveva sempre essere oleata. Mi sono avvicinato al calcio femminile, prima per curiosità, conoscevo Carolina Morace che è stata la più grande calciatrice italiana, poi grazie ad Italo Palmieri ho conosciuto la Carpisa che quest’anno gioca in A1. Il calcio femminile è stato sempre visto come un calcio dilettantistico, si è sempre detto che è uno sport da uomini. In realtà non è così, io come procuratore nel campo maschile, pensando al futuro credo che ben presto anche le squadre femminili avranno una organizzazione tale da prevedere delle top-player e quindi dei procuratori. Il calcio femminile in Italia è nato nel 1933 e si giocava con le gonnelle, ma essendo noi in un regime fascista, le donne non poterono giocare e ripresero questo sport nel 1946 e furono due squadre di Trieste, a Napoli i primi calci furono dati nel 1950. Il Psg è la squadra più amata di Parigi ed è la seconda squadra, io credo che il calcio deve andare in questa direzione, se il calcio riesce a capire che queste ragazze, nonostante un velocità più ridotta, hanno tanta tecnica da non far rimpiangere molti ma molti calciatori uomini, le ragazze possono rappresentare una svolta nel mondo del calcio, come sono convinto che nel giro massimo di 4-5 anni ci sarà per tutte le squadre maschili, l’obbligo della seconda squadra femminile e così anche per le donne varranno gli stessi diritti, e diventando un calci o professionistico ci sarà una svolta anche di natura economica”.

L’intervento finale spetta ai due allenatori. Comincia Giuseppe Marino per la Carpisa Yamamay Napoli:

“Senza nulla togliere a quello che è il limite fisico della differenza tra i due sessi, per me non c’è nessuna differenza tra il calcio maschile e quello femminile. L’importante è credere in quello che si fa e di trasmettere la convinzione e la consapevolezza che quello che si fa è giusto, io penso che se un allenatore riesce e discernere quelle che sono le differenze sessuali, i risultati vengono di conseguenza. L’importante è lavorare e trattare le ragazze allo stesso modo di come si fa con i maschi, perchè il calcio è quello, è un linguaggio universale ed è giusto che venga strutturato nello stesso modo. Nella difficoltà a rapportarsi io non vedo alcuna di differenza. Sulla mia pelle ho constatato che proprio il calcio femminile è quello più sicuro, infatti la donna in generale quando crede in qualche cosa, è più determinata e costante dell’uomo, è più consapevole dei propri mezzi ed è molto difficile che si lascia condizionare da fattori esterni. La passione che loro mettono e parlo delle mie ragazze è davvero ammirevole perchè basato sui sacrifici e sull’entusiasmo. E’ giusto come èstato detto prima che le donne vengano tutelate perchè per me non esiste differenza tra i due sessi”.

Conclude l’allenatore del Paris Saint Germain Farid Benstiti (clicca qui per leggere l’intervista rilasciata in esclusiva ieri ad IamNaples.it):

“Grazie per averci invitato e della magnifica accoglienza, anche se sono un poco preoccupato che quando dovremo noi accogliervi, non so se saremo tanto bravi come voi. L’ospitalità mediterranea e specialmente quella della città di Napoli è a dir poco fantastica ed ineguagliabile. Secondo me è un grave errore voler assomigliare al calcio maschile,. Essi rappresentano due mondi diversi, le donne devono prendere esempio dal mondo maschile, ma non su ogni assetto del calcio, perchè fisicamente rappresentano due realtà diverse. Quindi credo che bisogna fare lo sforzo di capire che parliamo di due cose che si incontrano ma non possono essere uguali”.

Bando alle chiacchiere, fra poche ore si va in campo e per la Carpisa sarà un test di grande livello. Si riaccendono le luci al “Collana” e questa è la notizia più bella.

Dai nostri inviati al Grenoble Maria Villani ed Alessandro Sacco

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