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Calcioscommesse: I 4 secondi d’oro della camorra

Bastano quattro secondi per diventare milionari e fare la scelta giusta, per bruciare tutti sul tempo. Quattro secondi senza respirare, quanto basta a un evento a trasformarsi in immagine digitale, buona per essere proiettata sui monitor di tutto il mondo. Quattro secondi in cui si può scommettere, si può puntare con un clic sul monitor del proprio computer e scommettere sul «parziale» di un evento sportivo. C’è anche questo nell’inchiesta napoletana sul calcio scommesse, nell’ampia rete investigativa gettata dalla Dda partenopea sul mondo delle scommesse calcistiche. Puntate lecite, illecite, difficile usare il bisturi quando in mezzo ci sono quelli del clan D’Alessandro di Castellammare di Stabia. Potente organizzazione militare, con uno spiccato senso degli affari, che ha messo ormai da tempo le mani sui vari indotti alimentati dal tifo calcistico e sulle risorse offerte dalle puntate on line. Indagine condotta dal pool anticamorra del procuratore aggiunto Rosario Cantelmo e dal pm Pierpaolo Filippelli. Cinque mesi fa, la svolta con decine di arresti, che hanno consentito di mettere a fuoco le mosse di Paolo Carolei nel circuito delle scommesse sulle serie minori, ma anche sui match di serie A e del calcio internazionale. Da allora, sotto i riflettori finiscono alcune agenzie Intralot nell’area vesuviana, ma anche uno sportello in quel di Casal di Principe e i tanti modi usati dalla camorra per fare quattrini e ripulire denaro sporco. Sullo sfondo non è sfuggita un’ipotesi, che al momento vale quanto una delle tante possibilità di guadagno assicurate a un sistema che spesso sfugge alle norme nazionali. Funziona più o meno così, stando a ricostruzioni ancora in corso: immaginiamo una partita importante del campionato inglese, tipo Arsenal-Manchester, con la possibilità degli scommettitori di tutto il mondo di bloccare le proprie scommesse sui risultati parziali dell’incontro. Tutto viene seguito in tv e fanno ovviamente fede le puntate on line, che cristallizzano l’attimo in cui si scommette sull’andamento dell’incontro. Dove nasce la possibilità di incassare quattrini? Nei quattro secondi che separano la realizzazione di un evento – tipo il gol dell’Arsenal – e la proiezione della sua immagine digitale su un monitor acceso dalle parti nostre. Quattro secondi, appunto. Ecco che basta piazzare un proprio uomo nello stadio dell’Arsenal (tipo uno di Scanzano pagato per pernottare a Londra o a Manchester), poi collegato con un telefonino sempre acceso pronto ad avvertire in tempo reale una persona fidata, piazzata al computer dall’altra parte del continente. Dicono che funziona. Dicono che il più delle volte, il clic del computer arriva prima dell’immagine della prodezza calcistica del goleador di turno, colmando prima del tempo quei quattro secondi tra un fatto e la sua immagine digitale. Indagini del nucleo operativo dei carabinieri della compagnia di Torre Annunziata. Uomini begli stadi di mezzo mondo, dunque, ma non ci sono solo questi espedienti per mettere le mani su soldi puliti e ricevute buone a ripulirne di sporchi. Si parte da due agenzie Intralot a Castellammare di Stabia controllate da Paolo Carolei, uno che ha preso le redini della cosca di Scanzano dopo la cattura di Pasquale e Vincenzo D’Alessandro. È lui il perno di un giro di affari che ha tante facce, tutte illegali: si va dal riciclaggio dei proventi di droga e racket, alla presenza di usurai pronti prestare soldi agli scommettitori incalliti. Ma non è tutto. Ci sono altri business. Come l’esistenza di «sportelli» alternativi a quelli assicurati dallo Stato, che consentono di scommettere anche su giocate che non compaiono nel circuito legale. Detto in parole povere, la camorra sa «bancare» anche ciò che lo Stato non metterebbe in posta, come la vittoria di una grande del campionato che gioca in casa contro la Cenerentola di turno. Espedienti, sistemi antichi rivisitati alla luce delle nuove tecnologie, tutto sotto l’ombrello protettivo dei D’Alessandro. E non è ancora finita. Ci sono le combine, risultati apparecchiati grazie alla camorra e al contributo di alcuni calciatori. La prima partita scoperta è Juve Stabia-Sorrento (5 aprile del 2009), gara truccata dalla ex punta del Sorrento Cristian Biancone (finito addirittura in carcere), in uno scenario che si è allargato. Tanto da spingere la Procura ad ascoltare anche i vertici nazionali di Intralot, fino ad estendere la propria attenzione su Albinoleffe-Piacenza, la «partita perfetta» chiusa con il 3-3 dello scorso gennaio. Insomma scommesse on line, sistemi vecchi e nuovi per trasformare in denaro i secondi che passano tra un gol e il clic sul mouse del computer.

La Redazione
C.T.

Fonte: Il Mattino

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