CASTELVOLTURNO – Novantaquattro ore bastano per sentirsi «nuovi», per avvertire la freschezza che serve: e però, quando ormai sarà finita, poi ce ne saranno appena settanta a dividere dallo Swansea e altrettanto dal Livorno. Buon giorno, Napoli: con il librettino della verità (le presenze, pardon i minuti; e i valori dei singoli; i chilometri percorsi) e le tentazioni da avvolgere in un cassetto riservato, inaccessibile a chi sta al di là della Pineta. Ma il bunker non è Castelvolturno, semmai quel sistema di valutazione che resta secretato ai pensieri altrui – di chiunque – e che viene alimentato da una serie di test utili per sfuggire alle analisi degli interessati, da tener sulla corda sino alle cinque della sera: ma il Napoli è fatto, quasi rifatto, e resta poc’altro da ritoccare.
DIFESA – Il Genoa riconsegna la porta a Reina, restituendogli una titolarità assoluta ch’era stata «alterata» dal progetto e dalle qualità di un Rafael che allo spagnolo ha strappato non solo stima e affetto ma anche un tweet carico di simpatia, di calore. Il turn-over tra i pali è abolito e la rivoluzione bella e buona va in scena, rispetto allo Swansea, nelle retrovie, terra di appartenenza d’una linea a quattro con la quale Benitez rivede se stesso e i suoi concetti: Maggio a destra, Fernandez ed Albiol nel mezzo, Ghoulam a sinistra. E quattro uomini su cinque, rileggendo l’ultima formazione, sembrano già un bel colpo di spugna.
CENTROCAMPO – Ma se pensate che sia finita, lì siete fuori strada: perché qualcosa accadrà ancora a centrocampo, appezzamento battuto in lungo ed in largo da Inler e Dzemaili, che pur soffrendo si sono spremuti a qualcosa hanno pagato. Jorginho è fresco come un fiore e non c’è motivo per sottrargli la maglia e il posto e al suo fianco, dovendo C’è anche l’ipotesi Pandev. In difesa si rivede Albiol con Maggio a destra e Ghoulam a sinistra servire un po’ di muscoli e sano agonismo, il vantaggio di Behrami – che acquisisce condizione gradualmente – è percettibile.
TRE QUARTI – Il resto sembra annunciato o forse no, perché nell’aria c’è l’idea di rimescolare qualcosina: però quattro difensori nuovi (compreso il portiere) e poi i due medianoni fanno già sei calciatori, dunque più di mezza squadra, che s’è tolta la tuta di Swansea e s’è preparato a tuffarsi in campo. E allora: Callejon resta a destra, Hamsik confemato alle spalle della prima punta e a sinistra, eccolo lì, il ballottaggio che ti aspetti, con Mertens che ha qualche chanches in più rispetto ad Insigne, e però è poca roba, meno d’una ruota, direbbero nel ciclismo.
L’UOMO OVUNQUE – Però val la pena di considerare pure Pandev, ch’è buono per qualsiasi stagione, ch’è da bosco o da riviera, che sa fare – volendo – la prima punta, e quindi permette(rebbe) a Higuain di rifiatare; oppure se ne starebbe comodo pure un po’ staccato da el pipita, sulla dorsale, spingendo Hamsik a respirare. Ma Castelvolturno ha qualche fessura e dell’allenamento del sabato (dunque l’altro giorno) è emersa un’eco: per una ventina di minuti, quattro contro zero, movimenti offensivi affidati al quartetto Insigne-Hamsik-Mertens tra le linee con Callejon prima punta. Mica una novità o una pazza idea, semplicemente una verifica sulle potenzialità da tenere lì, da consegnare al cuscino, già indottrinato sulla circostanza: però pure Higuain fuori, sin dall’inizio, sa di concessione eccessiva. Accadde all’andata di rinunciare alla H2, ma quello era un altro Genoa…
Fonte: Corriere dello Sport
