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Camouflage e Denim: la nuova frontiera del merchandising azzurro

Agosto, maglia mia non ti conosco. Ma, ecco a settembre, la terza maglia del Napoli. Ora la conosciamo, gradevole e pronta al debutto contro il Chievo. Color jeans, grigioazzurro, grigio-blu. Insomma, jeans. Quest’anno, con le tre maglie in dotazione, il Napoli è rientrato nella più corretta linea cromatica partenopea.
Basta con la maglia gialla che piaceva a Benitez (il talismano amarillo fino al disastro di Bergamo). Via la maglia rossa. Destinata ai collezionisti la maglia militare (un successo fuori dal campo, 50mila esemplari venduti), l’ormai arcifamosa “camouflage” che naufragò all’Emirates Stadium contro le maglie rosse dell’Arsenal. Ora siamo a una maglia jeansata, una “chiccheria”. Un Perfect Denim. E Denim è il tessuto famoso dei jeans. Come Alessandro Formisano, capo del marketing azzurro. L’uomo Denim al quale non devi chiedere mai quale sarà la maglia del Napoli perché ha sempre in serbo una sorpresa.
Napoletano di via Petrarca con aplomb britannico, Formisano, alto, bruno, occhi neri e luminosi, sorriso franco, sembra per eleganza e schiena dritta un giocatore di polo. E la nuova maglia del Napoli ha proprio un colletto a polo con un sottocollo principe di Galles, lo stile britannico di Formisano. L’uomo ha inventato il marketing azzurro dopo una brillante carriera in imprese di lusso. Ha un rapporto speciale con signorilità, buongusto e design.
Ha attratto nel Napoli 60 sponsor e ha messo il marchio azzurro su 500 oggetti, dai cronografi ai telefonini, non escludendo gli snack salati e i succhi di frutta. Un creativo infaticabile. Ai nostri tempi di ragazzi che giocavano a pallone nelle strade della città e sugli spiazzi attorno al San Paolo, sperando che Giovanni Lambiase, il talent-scout napoletano, robusto, rotondo e nero come un tizzone, ci adocchiasse portandoci al Napoli, bastava una canottiera tinteggiata di azzurro.
Le maglie da calcio non erano in commercio. Gaetano Masturzo, il gentiluomo tuttofare dello spogliatoio azzurro, le portava ripetutamente in lavanderia perché non ce n’erano in abbondanza. Con due palloni e una muta di maglie azzurre, il Napoli prese Antonio Juliano dalla Fiamma Sangiovannese. Valevano una fortuna. Oggi vai in negozio e compri la chiccheria della nuova maglia del Napoli da indossare sotto la giacca. Che tempi, che Formisano!

Fonte: Corriere dello sport

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