Il figlio di Napoli, per antonomasia, si chiama Fabio Cannavaro. Un giovanotto nato e cresciuto nel settore giovanile e poi lanciato alla conquista del mondo. Della Coppa del Mondo, del Pallone d’Oro, del Fifa World Player, di scudetti e coppe. Il simbolo. Una bandiera immortale. Il giocatore napoletano più titolato della storia.
I VINCENTI – Lui, d’accordo. Ma non solo. Fabio, che in Primavera fu lanciato da Sormani senior insieme con Ciro Caruso, ma che prima ancora era allenato da Riccardo De Lella. L’uomo che svezzò Ciro Ferrara, campione del mondo come Fabio però con un ruolo differente: collaboratore tecnico di Lippi. Se Cannavaro è il vanto di una storia, Ferrara non è da meno: pupillo di Maradona, giovane campione d’Italia e conquistatore d’Europa. E poi, asso pigliatutto con la Juventus. Bacheca infinita.
IL RIMPIANTO – Come infiniti sono i rimpianti legati a Ciro Caruso. Un altro talento vero, autentico, potenzialmente immenso come la sua sfortuna: crac su crac, maledetto ginocchio. Di lui dicevano che fosse il più forte della nidiata, ma il destino ha deciso così. Nella Hall of Fame dei giovanotti di un tempo, Caruso entra sulla fiducia.
L’EREDE – Dinastia strepitosa, quella dei difensori fatti in casa negli ultimi trent’anni. Una galleria di grandi: Fabio, i due Ciro e poi Paolo. Ancora Cannavaro. Il capitano: lui, dopo Ferrara, è il leader di Napoli del Napoli: lanciato da Enzo Montefusco, maestro di giovani, e poi ceduto. Salvo poi riportarlo a casa a furor di popolo. Paolo sogna di emulare i grandi predecessori. Oggi, con un presidente come De Laurentiis che vuole portare nell’Olimpo delle grandi il Napoli, può sognare. Come all’epoca sognarono Muro, Caffarelli e Celestini, campioni d’Italia fatti in casa (con Maradona), e Baiano, cresciuto e poi lanciato. Fino alla Nazionale. E perché non sognare, l’azzurro del Napoli può anche diventare quello dell’Italia di Prandelli al lavoro per conquistare i prossimi Europei.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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