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Cannavaro suona la carica: “Siamo un gruppo compatto, riusciremo a vincere!”

Paolo è sempre “caldo” . Anche se in pieno Lucifero potrebbe sembrare un controsenso, un modo d’essere ai confini dell’autolesionismo. Ma lui è fatto così: ama il calcio, ama la vita e soprattutto i colori azzurri, per i quali non ha mai tirato indietro né la gamba né il pensiero. Dedizione spinta fin dove si può e si deve, evitando eccessi perniciosi ed inutili sbavature, il Capitano del Napoli riesce ad essere sempre intonato a qualsiasi circostanza, a dispensare saggezza (condita con un pizzico d’ironia, che non guasta mai) nei modi e nelle dichiarazioni, ad essere il collante più appropriato anche nel chiuso dello spogliatoio. Insomma, di lui non se ne può più fare a meno, tutti lo sanno, a cominciare dal presidente ed il tecnico. E’ la prima e vera bandiera azzurra del terzo millennio.

Attualmente imprescindibile. E senza bisogno di ulteriori verifiche o controprove: quello che di lui hanno illustrato il campo e la vita di fuori basta e avanza. Parte Lavezzi, parte Gargano, si vocifera su Cavani, la Supercoppa “horror” , la prima di campionato a Palermo, Insigne e Mazzarri, c’è un po’ di tutto nel calderone (altra parola ora insopportabile) preparato per il centrale nel salottino di Radio Marte. Il tema bollente è relativo alla partenza di Walter Gargano, come sempre Paolo ha le idee molto chiare: «Walter ha dato tanto, ha fatto parte della famiglia Napoli. Speriamo sia solo un arrivederci, è stato onesto e sincero. Da parte nostra c’è amarezza perché cinque anni non si dimenticano. Come diceva lui, sono arrivati tanti giocatori nuovi e per lui è stata la scelta migliore» .

Questa è la seconda cessione…
«Questa è una scelta d’amore, chi pensa che questa non sia la piazza ideale, è giusto che prenda altre strade. Chi resta, sa cosa significa questa maglia».

Cosa perde il Napoli?
«Era uno di quelli che non si perdevano mai d’animo anche quando veniva criticato. Un punto di forza. Inoltre gli va dato atto di aver reso pubbliche le sue ragioni. Non dimenticheremo queste cinque stagioni vissute insieme. E’ comprensibile l’amarezza da parte dei tifosi, ma adesso dobbiamo stare vicino a chi è rimasto».

Ci potrebbe essere un’altra cessione, seppur improbabile…
«Cavani? Non abbiamo timori. La società non farà tutto questo insieme. Magari arriverà qualcun altro ma non credo che venderanno tutti».

Intanto è arrivato Gamberini…

«Lo conosco da tanto, ha fatto la Champions, è stato in nazionale. Non deve esserci pessimismo attorno a questa squadra».

Il terreno di gioco potrebbe non aiutarvi…
«Chi conosce il San Paolo, ci resta male. Non è facile gestirlo, ci sono fattori che non conosciamo, sarà pronto per il campionato».

A proposito di campo, si comincia da Palermo, campo duro…
«Da qualche anno ci capita sempre un avvio in salita. Stavolta avremo compagni squalificati, ma è anche vero che abbiamo una rosa all’altezza per poter sopperire alle assenze e per giocarcela su tre fronti. Chi indossa questa maglia sa che deve dare sempre il massimo».

Restando in tema, come si pone il Napoli in un’ipotetica griglia di partenza?
«Ci ho pensato proprio pochi giorni fa e devo dire che per me questo sarà il campionato più equilibrato. Non vedo una squadra nettamente più forte di un’altra, ma varie squadre competitive. La nostra forza è la compattezza e da quella partiremo. Non ho mai vissuto in un gruppo più solido di questo che ha il Napoli. Ai tifosi dico che daremo il massimo fino all’ultimo secondo. Con questi presupposti penso che possiamo arrivare lontano».

Mazzarri?
«E’ più motivato di quattro anni fa. Abbiamo una rosa più ampia e alternative in più. Lui saprà gestirle».

Lo stuzzica Raffaele, un tifoso del Vomero, su improbabili tatuaggi. Ma è Lorenzo Insigne in effetti…
«Ho capito subito chi sei, alto tra i 150 e i 160 cm. Ti ho lanciato, vuoi vedere che non ti riconosco?»

E poi… 

«I numeri ce li ha, è giusto che sia nel Napoli. Vedrete che non mi farà nessuno scherzo».

Il ricordo della notte dell’Olimpico è ancora vivo…

«La serata di Roma non la dimenticherò mai. E’ stata una vittoria splendida ed ho avuto la fortuna di alzare la Coppa da napoletano, una cosa che non è capitata spesso».

Ci avete preso gusto…
«Sappiamo bene cosa fare: il massimo per noi e per tutti. Nel frattempo dimentichiamo Pechino».

Chi vince la Supercoppa non vince il campionato di solito…
«Lo spero sinceramente. Come si dice, non è vero ma ci credo».

 

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

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