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Cari De Laurentiis e Benitez, Napoli non merita altri schiaffi

Non ci voleva la zingara per capire come migliorare questo Napoli, al contrario serviva un’impresa per ridurlo così. Cioè, una squadra allo sbando, fuori dalla Champions al primo appuntamento e già a -8 da Juve e Roma. La società e Benitez , con la premiata collaborazione dei giocatori, ci sono riusciti. E’ davvero uno schiaffo alla logica, al buon senso, anche alla storia recente del Napoli. Si conoscevano bene le virtù (molte) e i limiti della squadra, la stagione scorsa aveva lasciato una traccia facile da decifrare: bravi, sorprendenti, ma sfortunati in Champions; benissimo in Coppa Italia; solo terzi in campionato perché fragili in difesa e discontinui sulla lunga distanza. Il Napoli l’anno scorso ha subito 39 gol, 16 più della Juve, 14 più della Roma. Logico che bisognasse lavorare lì: in campo con la squadra, studiando moduli e meccanismi; sul mercato trovando individualità di valore. Non è stato fatto, anzi è partito un portiere come Reina ed è arrivato un centrale come Koulibaly, che piacerà a Benitez ma non è stato mai un best seller. E’ stato smantellato il centrocampo con le cessioni di Beharmi e Dzemail, onesti pedatori, il primo incontrista efficacissimo nella fase difensiva, sono arrivati De Guzman, all’ultima ora, e David Lopez. Non è cambiato granchè, gira e rigira siamo lì. Il migliore oggi è Gargano! Il primo errore, dunque, è stato commesso da De Laurentiis, che in attesa del preliminare di Champions , poi finito con un fiasco tremendo, non ha investito per alzare la qualità della squadra. E soprattutto del reparto difensivo.

L ’altro responsabile è sicuramente Benitez perché, al di là dei numeri inquietanti e dei risultati disastrosi di questo avvio di stagione, allarma il gioco che la squadra esprime. Il Napoli oggi è confuso, sta perdendo progressivamente anche le sue caratteristiche migliori, le sue virtù, scadendo in un grigiore collettivo che denota scarsa lucidità e poca passione, poco amore. Dà l’impressione netta di un bel giocattolo che non funziona più, corrotto dal tempo o da vizi di costruzione. Bigon si difende: il mercato non c’entra, il Napoli che ha pareggiato con il Palermo era lo stesso di un anno fa. Nei protagonisti forse è lo stesso, non nello spirito, nell’attenzione, negli slanci agonistici. E’ rimasto maledettamente lo stesso negli errori che commette: disattenzioni e gaffe individuali in difesa, centrocampo che balla, equilibri sempre precari. Queste lacune bisognava eliminare con un mercato più ricco e centrato di quello che è stato fatto; e con un lavoro sul campo più efficace.

Non è possibile immaginare che il Napoli, dopo aver buttato via a Bilbao milioni e speranze, nonchè la chance di una grande platea europea, ora si accucci anche in campionato, magari in zone più tranquille, ma senza ambizioni. Il -8 dalla vetta deve produrre rabbia , non rassegnazione; un surplus di generosità e di applicazione, non torpore. Benitez non è un giovincello, è ben attrezzato per portare la squadra fuori dal tunnel, a patto che faccia presto e che prenda decisioni drastiche. Che dia alla squadra equilibrio, compattezza, non solo quella sua pur lodevole esplosività offensiva. Oggi il Napoli non c’è come insieme, come spirito collettivo, come organizzazione, come personalità in campo. Benitez deve far presto e salvare una stagione già mutilata. Se non se la sente, se non è sereno, se ha perso la necessaria lucidità, se il suo rapporto con il gruppo è ormai compromesso, lo dica subito. E De Laurentiis corra ai ripari. Gli esoneri sono sempre deprecabili, qualche volta però necessari. Napoli aspetta la riscossa, non merita altri schiaffi.

fonte: Corriere dello Sport

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